NAPOLI – Ha inaugurato qualche giorno fa Romaeuropa con un nuovo spettacolo “We Want We All” firmato come sempre insieme a Pieter C. Scholten, ed è recente anche la sua nomina (sempre con Scholten) a co-direttore artistico con Elisa Barucchieri del neonato centro di produzione della danza in Puglia, Porta d’Oriente. Mentre continua a dirigere in Olanda, (sempre con Scholten), l’ICK Dans Amsterdam, una delle più attive piattaforme europee della danza contemporanea. Tutto questo per dire che è un momento d’oro per Emio Greco, la cui storia meriterebbe di essere raccontata in un film. Nato a Brindisi da una famiglia di origine contadine, a diciannove anni, conseguito il diploma per geometri, si iscrive a una scuola di danza nella sua città natale, dove studia, a livello amatoriale, diverse tecniche dal jazz al classico, per poi decidere di trasferirsi a Cannes e studiare al Centro di danza Internazionale Rossella Hightower. In quel periodo per mantenersi agli studi si esibisce di notte nei cabaret della Costa Azzurra.

Preso il diploma lavora per quattro anni nel Ballet Antibes di Patrick Tridon. E poi nel 1987 si trasferisce a Parigi e nel 1992 entra nella compagnia del coreografo Jan Fabre, dove resta fino al 1996. Nello stesso anno lavora con Saburo Teshigawara. La svolta avviene nel 1995 quando incontra ad Amsterdam il regista olandese Pieter C. Scholten, con il quale comincia un lungo percorso attraverso il linguaggio del corpo alla ricerca di una nuova forma di danza. Insieme pubblicano un Manifesto artistico, Les sept nécessités, che ridefinisce ciò che è necessario alla danza e, contemporaneamente, fondano la Emio Greco_ Pc.

Raggiungiamo Emio Greco telefonicamente ad Amsterdam dove, dopo la prima a Romaeuropa, è già di nuovo al lavoro con i propri ballerini.

We Want We All, per celebrare 25 anni di attività

Parliamo innanzitutto da questo debutto romano con “We Want We All”, Noi vogliamo tutto. Un modo di celebrare i 25 anni di attività di te e Scholten. Un viaggio nelle vostre produzioni più importanti costruito mettendo in scena 11 finali di spettacolo con 15 ballerini.

“Lo spettacolo è nato nel 2020, in piena pandemia. Forse proprio perché vivevamo quel momento terribile con Pieter abbiamo sentito forte l’esigenza di celebrare i nostri 25 anni di attività e abbiamo deciso di farlo unendo i finali di tanti nostri lavori. Il “Noi” che è presente nel titolo “We Want We All” in realtà era presente anche in nostri progetti passati. E’ un “Noi” che vuole inglobare tutti gli artisti che hanno collaborato con noi in questo lungo periodo per ringraziarli. Molti dei danzatori che sono ora in compagnia, 25 anni fa, erano appena nati, tanti altri non collaborano più con noi da tempo ma tutti hanno contribuito a dar vita ad un flusso di energia creativa nelle nostre coreografie e a rompere tanti limiti”.

“Tra i nostri limiti non superati, la realizzazione di un Musical”

Artisticamente quale limite ancora non avete superato?

“Sicuramente desideriamo da tempo realizzare un progetto popolare e seducente, un Musical a modo nostro”.

Parliamo del vostro nuovo incarico del neonato centro di produzione per la danza Porta d’Oriente. Come pensate di muovervi?

“Innanzitutto devo dire che da più di 15 anni speravamo di tornare in Puglia. D’ altraparte io sono di Brindisi. Ad un certo punto della vita si sente sempre la necessità di restituire alla propria terra il bagaglio d’esperienza accumulato. Per anni abbiamo presentato senza successo proposte ai diversi interlocutori del panorama culturale pugliese. Ma evidentemente non c’erano ancora le condizioni giuste per fare attecchire i nostri progetti.

Quest’anno, grazie alle nuove iniziative culturali, abbiamo presentato al Ministero un progetto per il Centro di Produzione della Danza Porta d’Oriente che con nostra grande gratitudine è stato approvato. Un progetto che sentiamo molto nostro perché tende a sviluppare un centro d’arte vitale in Puglia all’interno di una rete concentrata specificamente sulla danza e sulla creatività interdisciplinare sia per i nuovi creatori che per i danzatori/performer. L’idea di Porta d’Oriente si articola su due pilastri, il lavoro della compagnia ResExtensa della Barucchieri e il nostro progetto Serra di Danza incentrato sostanzialmente su creazione, trasmissione e ricerca oltre che un programma di workshop e residenze internazionali e nazionali, un nuovo formato di compagnia junior, che si chiamerà Vivaio, attività concentrate sul rapporto tra Arte e Agricoltura e un Festival internazionale annuale per giovani danzatori. Noi ci auguriamo che si siano le condizioni reali per portarlo avanti”.

“Continueremo a lavorare sul concetto di Noi

Che cosa c’è nel futuro creativo di Emio Greco e Pieter C. Scholten?

Continueremo a lavorare al concetto di “Noi”. Prima dell’estate abbiamo presentato nel Festival Julidans ad Amsterdan “Noi il Respiro””We the breath”, nel 2023 “We Blind” “Noi i Ciechi”. E poi “We the Lust” “Noi la lussuria” e “We the idiots” “Noi gi idioti”.

Nel 2024, poi, lavoreremo ad un progetto a Parigi, sarà una produzione della Philarmonie in collaborazione con il Louvre che ci porterà a ispirarci ad un quadro famosissimo esposto nel Museo: La zattera della Medusa di Théodore Géricault che racconta il drammatico naufragio della fregata Medusa nel quale alcuni naufraghi furono costretti ad azioni terribili per sopravvivere.

Un momento di grande attività creativa per voi.

“Sì. Durante il lockdown ci siamo sentiti molto fragili, precari, ma non ci siamo fatti sopraffare e ora stiamo raccogliendo i frutti della forza che siamo riusciti a far venire fuori in quel momento che credo resterà come uno dei periodi più bui del nostro secolo”.

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Giornalista professionista dal 1987, è direttore responsabile di Campadidanza Dance Magazine, fondato nel 2015 con Gabriella Stazio. Dopo aver lavorato per quasi venti anni nelle redazione di quotidiani, ha scelto la libera professione. E’ stata responsabile Ufficio Stampa e pubbliche relazione del Teatro di San Carlo, del Napoli Teatro Festival Italia, dell'Accademia Nazionale di Danza, responsabile Promozione, e marketing del Teatro Stabile di Napoli/Teatro Nazionale. Ha curato numerosi eventi a carattere nazionale e internazionale. Con Alfredo d'Agnese, nel 2015 ha fondato R.A.R.E Comunicazioni società press & communication.