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Debutto assoluto al REF per Pas de deux del Collettivo Giulio e Jari

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In foto (di Lorenza Daverio), Giulio Petrucci e Jari Boldrini.
In foto (di Lorenza Daverio), Giulio Petrucci e Jari Boldrini.

ROMA – Lo spettacolo Pas de deux di Giulio Petrucci e Jari Boldrini incontrerà per la prima volta il pubblico al Romeuropa Festival, il 30 ottobre 2022 alle ore 17, negli spazi de La Pelanda, presso il Mattatoio di Roma. I due coreografi collaborano singolarmente con diverse realtà collezionando esperienze in comune con gli autori Fabrizio Favale, Cristina K. Rizzo, Virgilio Sieni e Stefano Questorio.

Nel 2018 fondano C.G.J. Collettivo Giulio e Jari, un progetto di ricerca e creazioni di formati performativi che si interessa di osservare i molteplici aspetti celati nella quotidianità di ogni cultura. Nel 2020 ottengono il sostegno di Nexus Factory di Simona Bertozzi ed Anghiari Dance Hub, e nello stesso anno vincono il premio Danza&Danza come interpreti emergenti.

Pas de deux nasce dalla partecipazione a ResiDanceXL 21 e prosegue con il supporto alla produzione di DNAppunti coreografici 2021. Tra una prova e l’altra, i due autori dedicano del tempo a rispondere alle domande di Campadidanza Dance Magazine. Precisamente, ci rispondono entrambi alla prima domanda, mentre dalla seconda in poi si alternano Jari e Giulio.

Il 30 ottobre 2022 siete in scena a La Pelanda, presso il Mattatoio di Roma. In una sola frase, che cos’è Pas de deux?


JARI: “Per me è un’immersione dentro un immaginario senza tempo, dove il corpo diventa archivio virtuoso di azioni e climax”.
GIULIO: “Per me è la materia astratta del corpo, utilizzato come un archivio virtuoso di movimenti e atmosfere, in grado di generare scorci narrativi che non definiscono mai un concreto”.

La vostra partecipazione a REF nasce a valle di un percorso creativo lungo, iniziato nel 2021. Quale “tratto” del processo creativo vedrà in scena il pubblico romano?


Il processo di ricerca è iniziato nel 2021 grazie a ResiDance XL e successivamente è proseguito con la vincita di DNA Appunti Coreografici. Entrambe queste esperienze ci hanno dato la possibilità di sviluppare un nostro progetto, grazie ad un percorso di ricerca con diversi sostegni che ci ha consentito di indagare il pensiero rispetto all’immaginario del balletto. Quello che porteremo in scena sarà il frutto di tutte le esperienze che abbiamo vissuto durante il percorso creativo.


Ci piace pensare che il pubblico possa assaporare proprio questo. Se dovessimo scegliere una parte precisa del processo creativo, sceglieremmo quella iniziale e quella finale. L’inizio dà origine al lavoro, una prima apparizione che prende poi una forma finale, ma che non smette mai di evolversi.

Che cosa ha dato al vostro lavoro la partecipazione a DNA 2021?


DNA è stata un’occasione fondamentale per evolvere la nostra ricerca creativa e concludere un percorso iniziato nel 2021. Questo è stato possibile grazie a residenze creative e soprattutto grazie alla possibilità di poterlo presentare nel festival più all’avanguardia del panorama italiano della danza. Inoltre, Pas de deux andrà in scena nel 2023 presso i festival Gender Bender di Bologna e FOG Triennale Milano Performing Arts. Questo percorso ci ha portati a scoprire l’importanza delle relazioni e di come queste possono alimentare idee e riflessioni in un’indagine artistica.


Ci riferiamo alla fitta rete di rapporti professionali e umani che si creano dietro la realizzazione di un progetto, che portano a scoprire qualcosa oltre il contesto strettamente lavorativo. Quindi ringraziamo tutte le persone che hanno lasciato un segno nel processo creativo, anche involontariamente, durante una conversazione o un momento di semplice vita quotidiana. Inoltre, ringraziamo chi ci ha sostenuto fattivamente e cioè Nexus Factory di Simona Bertozzi, Anghiari Dance Hub e tutti i partner della rete Anticorpi XL: loro ci hanno permesso di iniziare questa esperienza e di poterla concludere carica di soddisfazioni e scoperte, soprattutto piena di ricordi indelebili.

Questo percorso creativo può considerarsi concluso?


Il percorso creativo inteso come un ‘agire sul processo di creazione e produzione’, sì, è concluso. Ci piace, però, pensare che il pensiero depositato nel lavoro non smetta mai di mutare. Un’evoluzione che non va a modificarne la forma, ormai con una sua precisa traccia, ma che può arricchirsi sempre senza trovare mai una fine reale.

Verso quali orizzonti di ricerca coreografica intende muoversi il Collettivo Giulio e Jari?


Ora siamo concentrati nella conclusione di questo percorso. Non ci siamo ancora interrogati su una futura nuova ricerca. Avremo sicuramente l’occasione di approfondire le nostre idee anche fuori dall’Italia, grazie al bando vinto l’anno scorso Crossing The Sea, il quale vede un progetto di internazionalizzazione dello spettacolo dal vivo che unisce importanti realtà, italiane ed estere, allo scopo di costruire delle fertili collaborazioni di sostegno sia per progetti artistici che per spettacoli di altro genere.


Realizzeremo quindi un sogno, una nuova indagine artistica, sicuramente in terra straniera, ospiti di un altro contesto culturale. Sicuramente raccoglieremo i frutti di questa esperienza, con la possibilità di formulare un pensiero contaminato di esperienze e nuovi incontri.

Desiderosi di poter assistere presto a Pas de deux, congediamo i due autori ringranziandoli del tempo dedicato alle nostre domande. Per maggior info sul loro debutto, basta accedere al seguente link https://romaeuropa.net/festival-2022/pas-de-deux/ .

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Danzatore, docente di danza e chinesiologo. Opera come performer e giovane autore in Borderline Danza di Claudio Malangone e collabora come danza-educatore con enti e associazioni. Attivo nel campo della ricerca pedagogico-didattica, porta avanti un'indagine sui vantaggi della danza come dispositivo di adattamento cognitivo e sociale.