Venerdì 20 gennaio, nella stagione di danza del Piccolo Bellini ideata e diretta da Antonello Tudisco, sono stati presentati al pubblico due lavori di danza contemporanea con differenti approcci alla creazione.

Ad aprire le danze è stato l’assolo del giovane danzatore e coreografo Nicolas Grimaldi Capitello, che vanta già un bel curriculum artistico tra lavori con Wim Vandekeybus, Carla Rizzu, Gabriella Stazio, Antonello Tudisco, Gennaro Cimmino, e che si distingue per la sua grande versatilità e la sua intensa ironia. La creazione dal titolo Danza Paloma prende ispirazione dal film di Alan Parker, Birdy-le ali della libertà, e racconta della brama dell’uomo di librarsi in volo come gli uccelli che, grazie alle spiccate capacità funamboliche, sono capaci di destreggiarsi nell’aria. L’uomo-danzatore prova a diventare, allora, anche il più “sfigato” di questi uccelli, il piccione, assumendone le capacità sonore ed immedesimandosi in immagini corporee che lo raffigurano e che dimostrano la sua attività respiratoria e le sue peculiarità fisiche. Il danzatore, infatti, comincia il suo lavoro in piedi a pochi centimetri dal pubblico, con luci che gli illuminano solo il volto, la schiena e le braccia, e ricerca gradualmente quella sonorità e quella capacità fisica per poi spiccare il volo. Ecco che alla diffusione maggiore di luci sul palco, la figura inizia a volteggiare su dei pattini in linea che per l’uomo sono la possibilità di avere zampe per volare ed è proprio la canzone di Domenico Modugno Nel blu dipinto di blu che permette l’inizio della scalata verso il cielo e della possibilità di affrontare la vita con leggerezza, sorvolando sui continui problemi. La danza dell’uomo-uccello fa ironia di canoniche forme tersicoree divertendo molto il pubblico che viene così intensamente coinvolto nel processo artistico. Ma ben presto questa possibile metamorfosi riporta l’uomo alla sofferenza, all’impossibilità che davvero possa riuscire a volare ed all’ineluttabilità di rimanere con i piedi per terra e di abbracciarsi anche le sofferenze che la vita riserva. La seconda parte dell’assolo, infatti, è catarticamente tragica e vede la solitudine ed il fallimento del personaggio che con continue ed atletiche cadute viene attirato costantemente a terra insieme allo spegnimento del suo entusiasmo. Questa volta sono le parole di Cucurrucucu Paloma del mitico Caetano Veloso a fare da colonna sonora a questi momenti di fragilità e caducità interiore. Il lavoro di assolo è sempre un’occasione per il danzatore-coreografo di sfidarsi, essendo autore e contemporaneamente intreprete, potendosi mettere pienamente a nudo e lavorando all’interno di un delineato campo d’indagine che costruisce una mirata drammaturgia. In Danza Paloma il danzautore cerca di immedesimarsi interiormente nel personaggio scelto portando chi guarda dentro il suo personale mondo interiore, facendosi narratore di una storia con il corpo nella sua totalità.

Sembra, invece, priva di narrazione la seconda coreografia, che vede protagonisti i danzatori della compagnia barese Equilibrio Dinamico (con Nicola De Pascale, Serena Angelini, Beatrice Netti, Antonella Albanese). Continuum, infatti, è una catena di movimenti delineati all’interno di un campo ritmico dettato dalla musica, che varia di continuo e sorprende coloro che sono costretti a seguirlo e dimostrando, dunque, i vari stadi in cui l’uomo mentalmente e fisicamente vive. Un uomo e tre donne, guidati dalle idee dei coreografi Matthias Kass & Clement Bugnon, e dunque non autori ma interpreti, si legano, si slegano, entrano in relazione gestuale e spaziale, si ripetono e si muovono nello spazio senza tregua. L’attenzione del pubblico, pian piano, si sintonizza ed anche la drammaturgia, che invece scaturisce naturalmente dal movimento dei corpi, inizia a delinearsi. Le musiche nel momento in cui iniziano un ritmo ripetuto e meccanico si aprono poi in sonorità più espanse e liriche senza soluzione di continuità. Continuum è, infatti, una metafora del continuo fluire della vita che l’uomo “è costretto” a seguire e che a volte impone ritmi stancanti, a volte permette incontri, a volte relega alla solitudine. La danza stessa diventa, dunque, questa metafora e gli interpreti mostrano con chiarezza ad un pubblico più tecnico curatissimi passaggi di differenti qualità di movimento e ritmo. Protagonista, allora, di questa indagine è il tempo, la durata: come riempiamo il nostra tempo da quando ci svegliamo a quando andiamo a dormire? quando corriamo per dominare il tempo ci godiamo realmente la durata delle cose che viviamo?. Queste sembrano essere le domande che i danzatori fanno agli spettatori, decidendo di lasciarle tali per ciascuno e mostrando, nel frattempo, la veridicità di ciò che fisicamente ed emotivamente avviene nel tempo.

Intensa, allora, la serata di venerdì scorso al Bellini e, oserei dire, formativa ed informativa di quelle che sono le modalità da attuare per approcciarsi ad un discorso di creazione coreografica usando come strumento il movimento, l’anatomia del corpo ed il personale mondo interiore degli artisti.

 

DANZA PALOMA
con Nicolas Grimaldi Capitello
regia e coreografia Nicolas Grimaldi Capitello
CONTINUUM
con Nicola De Pascale, Serena Angelini, Beatrice Netti, Antonella Albanese
coreografie e set concept Matthias Kass & Clement Bugnon | Germany – Belgium
produzione Equilibrio Dinamico DANCE Company

 

Simona Perrella

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