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Marcella Romano da circa dieci anni si dedica al perfezionamento del metodo di studio integrativo per danzatori da lei ideato il GaaD. La ginnastica artistica applicata alla danza, come lei stessa chiarisce nell’intervista, non è uno stile coreografico, ma un piano di studi che consente al danzatore di divenire più agile, forte e versatile grazie alle dinamiche e alla preparazione atletica della ginnastica artistica. Incontriamo Marcella Romano per conoscere e approfondire questa nuova tecnica di fusione tra danza e ginnastica sempre più diffusa nelle scuole campane e non solo.

La danza, la ginnastica. Fino a pochi anni fa accostare questi due mondi era considerato una sorta di anatema, un affronto all’arte coreutica. Oggi sempre più danzatori integrano la propria formazione con il potenziamento della ginnastica artistica. Cosa è cambiato nell’immaginario collettivo da poter consentire che avvenisse ciò?

Credo che ci sia sempre stata una certa attinenza tra danza e ginnastica. Di certo non per quanto riguarda la parte artistica del danzatore. Forse è per questo che spesso si ha paura nella danza di sentirsi in qualche modo ” contaminati ” da uno sport.  Anche per me la danza è stata, è e sarà sempre un’arte.
Probabilmente l’ analogia tra le due sta nella preparazione atletica per poter migliorare i fisici.
Parlando per esperienza personale, avendo studiato entrambe, credo che sia giusto avere una percentuale di timore. Nel senso che la ginnastica è uno sport e la danza un’arte; la ginnastica “pura” inevitabilmente sminuisce le qualità del ballerino, ma solo se praticata alla stessa maniera del ginnasta che ha finalità diverse dal ballerino.
Dalla mia duplice conoscenza ed esperienza ho sentito l’ esigenza di elaborare un metodo che non fosse discordante con la danza, come lo è quello originale della ginnastica, per offrire garanzia di conformità alla danza. 

Lei nasce come ginnasta e poi si dedica alla danza, come è avvenuta la sua presa di coscienza del fatto che una disciplina potesse aver bisogno dell’altra?

Dalla mia esperienza, anche a detta di molti maestri di danza con cui ho studiato, posso dire che la ginnastica agevola la tecnica della danza solo per alcuni aspetti, per altri è contrastante.
È da queste basi che nasce il mio metodo GaaD ®, nella cui didattica sono stati aboliti e modificati tutti gli elementi che ostacolano le regole della preparazione tecnica della danza.
GaaD ® ha come principio iniziale la coesione tra le due discipline, ma nell’ atto pratico ne viene fuori un programma opportunamente studiato e sperimentato che genera l’ invenzione dell’ applicazione della ginnastica artistica alla danza, diventando semplicemente cioè che è : metodo GaaD ®.

Il suo piano di studi prevede un inizio contestuale delle due discipline oppure sente di suggerire di approcciare prima una e poi l’altra assecondando lo sviluppo del corpo?

Il piano di studi del GaaD ® prevede di essere integrato in quello della danza già dai cinque anni fino alla fine del percorso di apprendimento di quest ‘ ultima.

Quali risultati riesce ad ottenere dai suoi allievi?

Con il GaaD ® i ragazzi acquisiscono una maggiore mobilità articolare e sicurezza verso il parquet. Guadagnano fiato diventando più prestanti nelle variazioni. Ottengono più elasticità, potenza e controllo nell’ esecuzione dei passi tecnici della danza, padronanza negli equilibri, elevazione nei salti. Assimilano gli elementi acrobatici che possono essere inseriti nelle coreografie dando origine a nuove posizioni e spostamenti nello spazio anche in appoggio sugli arti superiori.
Questo lavoro però deve essere opera del coreografo in quanto GaaD ® è un metodo di studio, un’ implementazione alla danza, non uno stile coreografico.

Accostando le due tecniche non crede che si possa incorrere nel rischio di una “slabratura” dei movimenti e di una perdita del controllo del corpo che è invece tipico della danza? Penso ad esempio alla schiena e alla postura tipicamente iperlordosica delle ginnaste o alla iperestensione delle braccia.

Assolutamente no, GaaD ® lavora sulla velocità delle trasmissioni neuromuscolari che forniscono ai danzatori un’ assoluta presa di coscienza del proprio corpo. Con il GaaD ® si ottiene proprio maggior padronanza per migliorare i movimenti della danza.
Per quanto riguarda la postura della colonna vertebrale, niente paura sfatiamo il mito: i ginnasti e i ballerini per stare in equilibrio e per muovere gli arti intorno al corpo e per muovere il corpo intorno agli arti necessitano di un’ impostazione della schiena dritta, altrimenti non potrebbe essere! Come un ballerino per stare sui piedi non può avere un atteggiamento di lordosi, così i ginnasti non possono averlo in verticale.
Credo che questa concezione sia dovuta al fatto che, come in ogni mestiere, ci sia chi non sa praticarlo, dando spiacevoli messaggi del settore.

Chi volesse avvicinarsi alla sua tecnica di studio cosa deve fare? Esiste già una bibliografia?

Per permettere agli allievi di integrare alla danza il GaaD ® occorre avvalersi di insegnanti autorizzati. Oltre a dare lezioni agli allievi di diversi centri di danza in Italia, ” insegno ad insegnare agli insegnanti ” rilasciando l’ autorizzazione all’ insegnamento e all’ utilizzo del marchio GaaD ®.

Per chi volesse saperne di più è possibile acquistare in rete il libro “GaaD Ginnastica artistica applicata alla Danza” , che è stato realizzato grazie all’ intervento di tre maestri di danza che porto nel cuore dal punto di vista professionale e affettivo: Massimiliano Calandro per la progettazione dei programmi e la stesura del testo; Irma Cardano e Virginia Vincenti che sostengono il GaaD ® nella loro scuola con lezioni date da me ai loro ragazzi e anche con la disponibilità di offrire il loro centro per la formazione all’ insegnamento GaaD®.

Manuela Barbato

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