Con la Danza si può…

Con la danza si può viaggiare, si può crescere, si può lavorare… Chi si avvicina da giovanissimo allo studio della danza lo fa con il sogno di emulare la grande étoile, il grande ballerino, ma non a tutti è dato raggiungere la vette. Allora si sono investite risorse, sogni e aspirazioni inutilmente? No perché il mondo della danza è ricco di possibilità per molte figure professionali che possono, attraverso il lavoro, trovare un’autonomia economica ed anche una realizzazione professionale a più livelli. Critici, fotografi, costumisti, scenografi, insegnanti, manager e tante altre competenze possono svilupparsi dall’amore per la danza e dalla disciplina della formazione anche in livelli ed ambiti non necessariamente in vista e sotto i riflettori dei media.  La danza, inoltre, in quanto linguaggio non verbale mette in connessione persone di culture diverse con un’immediatezza che non è sempre facile  trovare in altre espressioni artistiche.

Con la danza si può viaggiare, conoscere altre realtà culturali e umane: da Carinola, in provincia di Caserta, Fabio Veneziano è arrivato a Santo Domingo dove insegna danza classica presso l’Abtd (accademia balletto teatro dominicano). Fabio si trova, in una realtà economicamente non facile, a trasmettere i principi di una rigorosa tecnica occidentale laddove la danza è prima di tutto libera espressione corporea sentita fin dalla primissima infanzia.

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Qual è la condizione della danza a Santo Domingo?

Il popolo dominicano danza fin dalla nascita, credo che pochi Paesi al mondo vivano con tanta intensità  e partecipazione la musica, o meglio il mondo della musica, come il popolo domenicano. Pare proprio che tengano nel sangue il ritmo, la cadenza musicale, la postura, e sin dalla tenerissima età. Non è raro incontrare , per strada, fuori dalle case, anche molto modeste per la maggioranza, bimbi di 2- 3 anni che ballano con istintiva e impressionante correttezza ritmica quelli che sono i motivi musicali di moda del momento, sotto gli occhi compiaciuti dei loro familiari. Baciata, merengue, salsa sono qui come il riso e fagioli, il piatto nazionale . Quelli che però mancano sono i collettori di tali energie è tutto destinato a vivere nella improvvisazione, che pure fa impressione e tanto diffuso spettacolo.

Per quanto riguarda la danza professionale?

Le poche scuole di balletto classico, per lo più concentrate nella Capitale Santo Domingo, un misto di privato e pubblico, patiscono della situazione generale di base oltre a praticare una versione casareccia di un cosiddetto metodo cubano , che modella corpi possenti di acrobati anziché mirabili corpi classici, eterei di ballerini come quello realmente adottato a Cuba. Al Teatro Major arrivano spettacoli interessanti ma sono in genere compagnie ospiti, a maggio è attesa dalla Spagna la compagnia di Antonio Gades con i suoi lavori più noti, Bodas de Sangre e Suite Flamenca. Si sta affacciando l’Hip-Hop con alcune manifestazioni, ma sono ancora assenti spinte innovative e la danza contemporanea.

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Di cosa ti occupi attualmente?
Insegno danza classica ai primi anni e poi inizio a realizzare alcuni progetti legati alla mia reale aspirazione che è quella di fare coreografie. Ho già lavorato con alcuni allievi dell’accademia di Azua creando coreografie per il Carnevale, per la Notte Bianca di Azua e per la Fiera Internazionale del Libro a Santo Domingo. Spero che la mia visione del teatro e dello spettacolo europeo trovi un terreno fertile in sinergia con l’entusiasmo e la cultura tradizionale dominicana.
Roberta Albano

 

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