Bella serata di inaugurazione giovedi’ 10 marzo di Quelli che la danza – Linguaggi della danza contemporanea – rassegna arrivata alla sua IV edizione, e  che conferma la sua vocazione di vetrina importante della danza contemporanea italiana organizzata dal Teatro Pubblico Campano, con la consulenza artistica per il settore danza di Mario Crasto De Stefano.

Due le coreografie presentate , la prima alla Sala Assoli di Napoli con la storica compagnia di Gabriella Stazio, Movimento Danza, che presenta il giovane coreografo Alessandro Schiattarella, napoletano da molti anni all’esterno, ed al Teatro Nuovo il pluripremiato spettacolo ” Sopra di me il diluvio ” della Compagnia Enzo Cosimi. Due coreografie emozionati, vere, crude e sincere, in cui immergersi senza riserve.

schiattarella 1Altrove di Alessandro Schiatarella è un assolo che si basa sulla storia personale del’artista che danzatore in grandi compagnie di fama internazionale, scopre di essere affetto da una rara malattia neuromuscolare che lentamente inizia a cambiargli il corpo. Da qui un viaggio in questa nuova realtà che lo induce ad esplorare le differenze “visibili ed invisibili” non percepite come limiti ma come possibilità espressiva. Senza incertezze, senza manierismi, senza indulgere nell’autocommiserazione , Schiattarella ci propone un mondo fatto di sensazioni, delle sue sensazioni che piano piano diventano le nostre,fino a  sentire il suo corpo sulla nostra pelle.Il pubblico viene trasportato in ambiente intimo, caldo ed accogliente quanto minimale , lucido, nitido nell’esplorazione della malattia, ma anche dolce, lieve in cui musiche,luci, uso dello spazio creano un tutt’uno con il corpo dell’artista. Bello. Molti e convinti gli applausi da parte di un pubblico numeroso,così come i commenti ed complimenti all’uscita del teatro fatti ad un artista che vorremmo vedere più spesso a Napoli ed Italia.

cosimi 2Con Sopra mi me il diluvio Enzo Cosimi ci trascina in un mondo abbacinato, netto , primitivo nella sua essenza del gesto, in cui non è necessaria una apertura di sipario. Quando entriamo tutto è già lì. L’ispirazione parte dal rapporto doloroso tra Uomo e Natura attraverso una danza scarna, ossuta, in cui la percezione è un vuoto che crea visioni  dalla luce bianca.Una performance art in piena regola in cui gli oggetti disseminati sul cammino della bravissima Paola Lattanzi, che sembra contenere nel suo corpo sia il femminile che il maschile, sono parte integrante del concept dell’opera e non un semplice pretesto da cui far scaturire la performance. Cosimi conserva la sua verità in scena e la elabora, la porta avanti con una visione chiara al di fuori di tendenze e facili ammiccamenti di stile. Con forza creativa ci impone il suo punto di vista di cui percepiamo l’urgenza. Belle le musiche, belle le luci, belle le scene tra vecchi televisori e poltroncine da salotto per bene. Ed altrettanto forti gli applausi di un pubblico convito di aver fatto proprio bene ad andare a teatro. Peccato per chi non c’era.

Lo spettacolo dal vivo è dove vivi le emozioni

Mary Martano

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