Sulla possibilità di introdurre una regolamentazione nell’ambito dell’attività coreutica si discute già da qualche tempo. Il dibattito è quanto mai vivace ed in parte è stato alimentato dalla campagna dell’Aidaf Federdanza AGIS “Mi sono diplomato in danza”. A partire dalla Presidente Amalia Salzano, l’Aidaf sostiene che si tratta di una campagna di informazione per portare l’attenzione di tutti sul fatto che a norma di legge qualunque diploma, titolo, brevetto venga rilasciato da un qualsiasi ente o associazione in ambito danza non ha valore legale. L’obiettivo, come si legge dai comunicati, è quindi di permettere a chi si avvicina alle discipline coreutiche di scegliere con consapevolezza il proprio percorso, senza che corra il rischio di essere abbagliato dalle promesse di “falsi titoli”, inutili ai fini di legge e spesso rilasciati a costi elevatissimi. Ad essersi schierati a favore di questa campagna sono stati numerosi coreografi e danzatori, da Liliana Cosi a Luciano Cannito, che auspicano nell’ambito della formazione tersicorea una regolamentazione, ritenendola sinonimo di tutela e qualità dell’insegnamento. Come accade per tutte le grandi battaglie, anche in questo caso si è levata qualche voce fuori dal coro, secondo cui mettere divieti in ambito artistico potrebbe significare limitare la libertà di espressione. Su questo punto fa chiarezza la Salzano, che sottolinea che la sua campagna non mette in discussione la libertà dell’arte, ma punta a mettere ordine nell’ambito della didattica, che necessita di regole.

 

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