Altamira

NAPOLI – Sold out per Altamira 2042, in scena alla Sala Assoli per il Campania Teatro Festival, domenica 3 e lunedì 4 luglio alle 19:00. Lo spettacolo, debutto nazionale, è ideato, diretto e interpretato dalla performer brasiliana Gabriela Carneiro de Cunha.

Fiume o strada?

Il pubblico riunito in attesa all’ingresso della Sala Assoli – lo spettacolo è iniziato con qualche minuto di ritardo – è stato accolto da Gabriela Carneiro de Cunha.
L’artista, donna di antica bellezza, parlando in portoghese ha chiesto la collaborazione di sette volontarie tra il pubblico, ponendo a ciascuna donna la stessa domanda: “fiume o strada?”
Poi ha invitato le volontarie a seguirla e solo in un secondo momento ha accompagnato il resto del pubblico in sala. 

La sala in completa oscurità ha accolto gli spettatori, che hanno trovato posto non in platea, bensì sul palco stesso, sedendosi anche per terra al centro della scena. 
De Carneiro, con movenze lente e solenni, ha quindi disposto tra gli astanti alcune casse, da cui provenivano luci colorate e suoni della natura. Un tacito invito a chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dal dolce scroscio di un fiume. Ma un inaspettato rumore di seghe a motore ha distrutto l’incantesimo, lasciando lo spettatore straniato e angosciato

Sensibilizzare l’opinione pubblica

Altamira 2042 è infatti una denuncia sociale, un manifesto politico.  
L’artista attraverso la performance intende sensibilizzare l’opinione pubblica circa la crisi climatica. Racconta in particolare la vicenda di Altamira, comune dello Stato di Pará in Brasile. E del fiume Xingu, tagliato in due dalla diga Belo Monte che sta uccidendo flora e fauna locale. Un vero e proprio genocidio che, sottolinea l’artista, non riuguarda solo la popolazione locale ma coinvolge tutto il mondo.

Noi, che siamo uniti al centro del mondo, chiediamo:
Di fronte all’emergenza climatica, siamo tutti sulla stessa barca?
E dichiariamo: no

La de Cunha sostiene infatti che i primi che soffriranno gli effetti del cambiamento climatico saranno i più poveri. Pagando le conseguenze di azioni compiute dai paesi più ricchi del mondo. 

La shamana 2.0

Per trasmettere il proprio messaggio, l’artista ha messo in scena uno spettacolo che intreccia tra loro performance, happening, danza, canto, musica. E ancora black theatre, ombre cinesi, proiezioni, luci al led. Un coro polifonico di voci narranti, testo scritto a computer e immagini digitali

Il risultato è stato un moderno rito sacro di cui la de Carneiro è la shamana 2.0.
Mescolando con saggezza la tecnologia digitale con la cultura primitiva del paese di origine, l’artista ha dato vita a un essere ibrido. Un’erma bifronte metà proiettore e metà sacerdotessa. 
Proprio come una shamana, la performer ha saputo incarnare in sé una simbologia potente e arcana. Nuda, il volto coperto da una cassa come una maschera, una mannaia nella mano e una cintura di led in vita, la de Cunha è un guerriero indigeno. 

Attraverso il racconto mitologico di un leggendario serpente – lo Spirito del Fiume evocato da cavi di led luminosi – la danzatrice ha indicato la soluzione: saranno le donne a salvare l’Amazzonia. Le donne, che proprio come il Fiume, danno la vita.
E infatti, alle sette volontarie tra il pubblico – sette è un arcaico numero femminile – la shamana affida il compito di rompere un blocco di pietra, metafora della diga che soffoca lo Xingu. 

In Altamira 2042 il pubblico è appunto parte integrante dell’evento: non solo perché seduto al centro della scena. Al pubblico l’artista affida il compito di gestire le casse luminose, invita gli astanti a seguirla in alcune movenze e suonare con lei strumenti a percussioni
Solo chi ha avuto la fortuna di essere presente a questo straordinario evento può dire di aver partecipato a un tecnologico rituale sacro.

Noi, che siamo uniti al centro del mondo, chiediamo:
Cosa vogliamo?
E dichiariamo: 
Vogliamo amazzonizzare il mondo e noi stessi. Guidati dal popolo delle foreste, vogliamo ristabilire e ricostruire ciò che chiamiamo umano ed immaginare di nuovo un futuro in cui possiamo vivere.

Per sottoscrivere l’adesione al Manifesto per l’Amazzonia, Centro del Mondo: https://bityli.com/y3JId

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