Alice
"Alice - Down the Rabbit Hole" dei Momix in una foto di Andrea Chemelli

NAPOLI – Poetico, onirico, delicato. Ma anche seducente, ironico, inquietante: Alice – Down the Rabbit Hole dei Momix ha stregato il pubblico, mercoledì 26 ottobre. Una spettacolare apertura di stagione per la sezione danza del Teatro Bellini.

Il ritorno dei Momix al Bellini di Napoli

Numerosi gli spettatori che hanno animato l’esterno del Teatro e il foyer nell’attesa di assistere all’ultima creazione dei Momix. La compagnia diretta da Moses Pendleton – e da lui fondata più di 40 anni fa – è tornata a esibirsi al Bellini 4 anni dopo Viva Momix Forever

Prima dell’inizio della performance, però, il Teatro Bellini ha presentato la sua nuova mascotte: si chiama Bellina ed è un faro parlante con le gambe. È stato poi proiettato il trailer degli spettacoli in programma questa stagione. Solo dopo ha avuto finalmente inizio Alice – Down the Rabbit Hole. 

Capovolgendo un enorme libro, sulla cui copertina si legge a caratteri cubitali “Alice”, il pubblico è stato da subito invitato a entrare in un mondo di sovversione. L’ispirazione al romanzo di Lewis Carroll, infatti, è solo uno stimolante pretesto per mettere in scena le visionarie metamorfosi create dall’ingegnosa mente del coreografo americano. 

In Alice la narrazione procede per quadri, episodi a sé stanti che sono lo spunto per mettere in scena acrobatiche coreografie e stupefacenti effetti scenici. Caduti nella tana del Bianconiglio, gli spettatori hanno incontrato personaggi come il Cappellaio Matto, il Brucaliffo, la Regina di Cuori. E anche personaggi meno famosi come: la Duchessa e il suo neonato-porcellino, le Ostriche del poemetto nonsense scritto da Lewis Carroll e pubblicato nel 1871 in Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò. 

Uno spettacolo ricco di costumi ed effetti illusori

Alice – Down the Rabbit Hole è uno spettacolo ricco di costumi e scenografie, un susseguirsi di rapidi e non semplici cambi. Il tutto eseguito con sincronia perfetta e senza sbavature. Effetti ottici e proiezioni nascondono l’apparizione e la scomparsa degli interpreti sulla scena senza mai rivelare i loro segreti.

Specchi, palle, corde, scale, skateboard, ombrelli, tubi, maschere sono solo alcuni degli innumerevoli oggetti di scena adoperati dai danzatori in quasi due ore di performance. Oggetti, costumi, luci, proiezioni, e danza diventano strumenti mutaforma nelle abili mani degli interpreti. Nascono così esseri misteriosi, fantasiosi, figure del tutto immaginarie. 

Come nel quadro delle ostriche: le danzatrici indossano ciascuna due gonne in crinolina, una rossa e una nera. Con questo espediente i loro corpi si trasformano in ostriche, in clessidre, in boccioli di rosa e persino in vulve. 

Eccezionale la sincronia raggiunta tra gli interpreti sulla scena, e soprattutto tra i danzatori e le proiezioni alle loro spalle. Incantevoli Heather Conn, Seah Hagan, Elise Pacicco, Jade Primicias, Aurelie Garcia, Sean Langford, Nathan Davis e Adam Ross, si sono distinti per grande espressività e virtuosismi fuori dal comune. Un equilibrio perfetto tra leggerezza e vigore, caratteristica distintiva dei Momix.

Pubblico stregato

La scenografia e i costumi non sono mai sovrabbondanti, non eclissano la danza che anzi è sempre molto presente. Nulla è lasciato al caso, neanche le musiche. Alcune sono pure melodie, altre martellanti beat, altre ancora canzoni pop anche piuttosto famose – come White rabbit  di Airplane – il cui testo rimanda ai personaggi che stanno agendo sulla scena in quel momento. 

I vari quadri che compongono Alice – Down the Rabbit Hole si susseguono uno dopo l’altro, numerosi, colorati, differenti e originali ma piuttosto brevi. Giusto il tempo di esplorare il pretesto scenografico o il costume senza annoiare, ripetersi o diventare banali. Sono tutte coreografie che nascono a partire da un oggetto o un costume, non esisterebbero senza. Ciononostante non smettono di meravigliare.

E quando il Bianconiglio recupera il libro di Alice e lo capovolge, pone fine alla sovversione e dunque allo spettacolo stesso. Sorpresi gli spettatori nel constatare che uno spettacolo così ricco, elaborato e con numerosi cambi di scena e costumi sia stato portato avanti da soli otto interpreti. Con Alice – Down the Rabbit Hole lo spettatore può tornare a vivere per due la condizione di infantile stupore.

“Alice – Down the Rabbit Hole” dei Momix in una foto di Andrea Chemelli

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