12 Marzo 2016, Auditorium Centro Sociale di Salerno. Va in scena Alcesti ( o del suono dell’addio) della compagnia Zerogrammi, ospite alla rassegna Quelli che la danza 2016.
L’Alcesti di Euripide è una tragedia antica, in cui sono narrate le gesta di una donna che sceglie di sacrificare la propria vita per amore. Admeto, re della Tessaglia, è condannato agli Inferi salvo che qualcuno si scarifichi al suo posto; l’unica pronta al sacrificio è Alcesti, sua moglie.
Alcesti (o del suono dell’addio) mette in scena la storia intima e privata di un legame sull’orlo dell’abisso; Il viaggio di Alcesti e Admeto verso il confine ultimo, quel confine invalicabile dai vivi se non nel momento a loro concesso. Pesantemente affonda Alcesti nell’oblio, ella porta con sé una pietra, presagio del futuro, che lascia cadere. È il suono dell’addio. Dietro le sue spalle, mentre raccoglie le sue rinunce, si staglia una porta, un confine che viene ridefinito di volta in volta durante tutto lo spettacolo; lo spazio delimitato da quella soglia viene re-immaginato durante la narrazione: una camera, uno specchio, un limite, una casa, uno spazio vuoto, il baratro.
Nella molteplicità dei danzatori si intuiscono le sfaccettature del rapporto tra Admeto e Alcesti, la metamorfosi del loro legame. Vengono evocate le distanze, i desideri, la solitudine, l’alienazione. Attraverso una danza terrena, che cade, e vorticosa, che suscita il vento della memoria, si viene invitati a compiere un viaggio scandito dal tempo del cuore.
Un coro danzante accompagna i protagonisti, un coro che è tra loro e dentro loro, rendendo ancor più evidente il dualismo tra esterno e interno.
Alcesti e Admeto
Alcesti e Admeto
La dolcezza del ricordo infine sigilla l’amore tra i due protagonisti, in un duetto in cui la gestualità, ancora fisica e reale, affonda in un morbido affetto, velato di nostalgia e disdegnoso dalla sorte futura. È a questo punto che si manifesta la donna che durante tutta l’opera si è esortati a vedere: Alcesti che vive in una dimensione sottile, Alcesti che cammina sul bordo dell’essere e del non essere, Alcesti sulla soglia dell’abisso.
Con una poetica rivolta all’essenziale, tramite una danza fisica, di contatto e interazioni tra uomini e limiti, Stefano Mazzotta crea simboli che svelano la dimensione intima e vera delle cose, mostra la fragilità dietro il sacrificio, la pena dietro la virtù.

Progetto, regia e coreografie Stefano Mazzotta con la collaborazione all’allestimento Chiara Guglielmi

Danzatori: Chiara Michelini, Chiara Guglielmi, Stefano Roveda, Tommaso Serratore, Giuseppe Muscarello, Simone Zambelli, Arabella Scalisi, Miriam Cinieri, Roberta De Rosa, Gabriel Beddoes

Costumi e progetto scenografico Stefano Mazzotta

Scenografia Fulvio Casacci

Luci Stefano Mazzotta, Alberta Finocchiaro

Fotografie di G. Di Bello

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