foto: Fabrizio Sansoni-Teatro dell'Opera di Roma

ROMA – La Bayadère è il titolo che debutta il 25 febbraio al Teatro dell’Opera di Roma nella nuova versione firmata da Benjamin Pech, danseur étoile dell’Opéra di Parigi che dal 2016 ha lasciato le scene per dedicarsi alla coreografia.  Protagonisti Jacopo Tissi e Maia Makhateli. Si tratta del balletto che nel 1877 venne rappresentato a San Pietroburgo con la firma di Marius Petipa, le musiche di Ludwig Minkus e il libretto curato dallo stesso coreografo e da Sergej Khoudekov.

Come scrive Tiziana Leucci nel suo bel saggio, la diffusione del mito della bayadèra, o devadasi, ha molteplici sfaccettature in letteratura e nei diari dei viaggiatori europei ad iniziare da Marco Polo. Ma la fonte in ambito coreutico più vicina all’opera di Petipa è nel 1858 il balletto Sacountalâ, Ballet-Pantomime en deux actes, con libretto di Thèophile Gautier e le coreografie di Lucien Petipa, fratello maggiore di Marius attivo all’Opéra come ballerino e poi maître de ballet. Il libretto è ispirato al dramma indiano Calidasà e testimonia l’interesse per l’India di Gautier e dell’ambiente artistico parigino conquistato già nel 1830 dal successo di Maria Taglioni in Le Dieu et la Bayadère, di Filippo Taglioni e successivamente ravvivato dall’arrivo a Parigi di cinque danzatrici del tempio del dio Visnu nel 1838.

La trama

La Bayadère di Petipa racconta l’amore infelice di Nikia, devadasi destinata alla castità e alla cura del tempio del dio Visnu, e Solor, giovane guerriero promesso in sposo alla figlia del Rajah, Gamzatti. Il conflitto tra le due fanciulle si risolve con la morte per avvelenamento di Nikia che ricomparirà in sogno a Solor durante l’Atto delle Ombre, la sezione più nota del balletto, spesso rappresentata da sola come esemplare del ballet blanc ottocentesco. La trama, rievoca la storia di Giselle, del suo amore impossibile, della sua follia e morte e del ritorno dall’oltretomba con un Solor che, come Albrecht, si pente della mancata fedeltà alla promessa d’amore. In Bayadère nel IV atto, eliminato dalle riprese del balletto per quasi tutto il Novecento (ad eccezione della versione curata da Natalia Makarova per l’American Ballet Theater), Nikia ottiene la sua vendetta con la distruzione del tempio durante le nozze di Solor e Gamzatti ad opera di un terremoto provocato dal suo dio tutelare Visnu e con il ricongiungimento con l’amato in un’apoteosi finale. Sappiamo, invece, quanta importanza abbia avuto, nel successo di Giselle, il suo perdono cristiano ad Albrecht che riesce a salvarlo dalla punizione delle Willi.

L’estetica più moderna dell’allestimento di Pech

La versione di Benjamin Pech, per sua stessa ammissione, è debitrice in parte del balletto allestito per l’Opéra di Parigi nel 1992 da Rudolf Nureyev, pochi mesi prima della sua morte, con l’aiuto dell’amica e collega del periodo sovietico Ninel Kurgapkina. Pech ne propone un nuovo allestimento con scene di Ignasi Monreal, le luci di Vinicio Cheli e i costumi di Anna Biagiotti. L’orchestra del teatro è diretta da Kevin Rhodes. La compagnia diretta da Eleonora Abbagnato, con la partecièazione degli allievi della Scuola di ballo, sarà protagonista di una prova tecnica e artistica che sfida la capacità di assieme e la perfezione stilistica di chiunque voglia interpretare il balletto. La Bayadère contiene gli elementi tematici del primo balletto romantico ma anche le dilatazioni strutturali e coreografiche dei grandi momenti di danza pura, costituita dai ballabili e dalle numerose variazioni, che costituiscono il balletto tardoromantico tipico di Marius Petipa.   Lo spettacolo segna il debutto al Teatro Costanzi di due guest come Olga Smirnova e Victor Caixeta, lei russa e lui brasiliano, entrambi approdati all’Het Nationale Ballet di Amsterdam, dopo aver lasciato la Russia in seguito all’attacco all’Ucraina. Protagonisti anche Jacopo Tissi e Maia Makhateli, già apprezzati dal pubblico romano, e l’ étoile di casa, Susanna Salvi, nel ruolo di Gamzatti.

Dopo il debutto di sabato 25 febbraio ore 20, La Bayadère verrà replicato domenica 26 febbraio ore 16.30, martedì 28 febbraio ore 20.00, mercoledì 1° marzo ore 20.00, giovedì 2 marzo ore 20.00.

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