Dal 10 al 18 luglio al Teatro Grande dell’Accademia Nazionale di Danza di Roma sull’Aventino, avrà luogo il primo festival delle istituzioni del settore AFAM di Roma. AFAM è l’acronimo che comprende le istituzioni di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica del nostro sistema universitario. Per la prima volta gli studenti dell’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, gli allievi dell’Accademia Nazionale di Danza e i giovani musicisti del Conservatorio di Musica di Santa Cecilia si esibiranno in successione in un Festival dedicato a loro. Il 10 e l’11 luglio inizia l’Accademia d’Arte Drammatica che dedica un omaggio a William Shakespeare, in occasione dei quattrocento anni dalla morte, dal titolo Tradire Shakespeare. Si tratta di uno studio delle riscritture moderne condotto dal M° Arturo Cirillo con il III anno del Corso di Regia: la prima sera l’allievo registaLorenzo Collalti presenta UBU da Jarry, l’11 luglio l’allievo regista Mario Scandale presenta NON ESSERE dall’ “Amleto”. Citando Cesare Garboli, per cui tradurre è sempre tradire, Arturo Cirillo ha lavorato sulla consueta tematica novecentesca della messa in scena e della traduzione come riscrittura del testo drammatico e non solo come reinterpretazione. UBU Tratto da “Ubu Roi” di Jarry , già a sua volta riscrittura farsesca di un Macbeth surrealista, è interpretato da Maria Alberta Bajma Riva, Daniele Boccarusso, Alfredo Calicchio, Luca Carbone, Gloria Carovana, Alessia D’Anna, Eletta Del Castillo, Cosimo Frascella, Marina Occhionero, Giorgio Sales, Luca Tanganelli. L’agire imprevedibile di re Ubu, ancora oggi evoca l’inquietante scelleratezza dell’uomo al potere. NON ESSERE, tratto da “Amleto”, adattamento di Michele Mazzone e Mario Scandale, è interpretato da Giulia Bartolini, Matteo Cecchi, Anna Chiara Colombo, Andrea Ferrara, Flavio Francucci , Massimo Leone, Lorenzo Parrotto, Maria Giulia Scarcella, Pavel Zelinskiy, Zoe Zolferino. La riscrittura affronta la non-azione di Rosencrantz e Guildenstern, sul non essere parte determinante delle vicissitudini di Amleto, e quindi colpevolmente incapaci di proteggerlo. E’ una riflessione sulle responsabilità dell’incuria, dell’ignoranza, dell’ignavia.
Dal 13 luglio inizieranno tre serate dedicate alla danza: nella prima andrà in scena Coreograf’AND in cui saranno presentate coreografie ideate e realizzate da giovani allievi dell’Accademia Nazionale di Danza. Il 14 luglio saranno presentati Viaggio a Napoli, di Paola Scelzo, Mozart, di Vladimir Derevianko e Sogno di una notte di mezza estate di Alessandra Delle Monache per gli allievi dei corsi di danza classica dell’Accademia. Il 15 andrà in scena un articolato programma di brani di danza moderna e contemporanea dedicato agli studenti dell’indirizzo contemporaneo dell’Accademia, tra cui Panorama, coreografia di Martha Graham, raramente rappresentata, Open fire, di Antonin Comestaz, Riders di Lenka Vagnerova, The water project: thirst” di Suzanne Miller.
Nei giorni conclusivi della rassegna il 16, 17 e 18 luglio sarà la volta del Conservatorio Santa Cecilia con tre serate in cui la musica sarà ovviamente protagonista portando alla ribalta sia giovani compositori ed interpreti, che grandi nomi del passato. Il 16 un quintetto di fiati ci condurrà tra memorie lontane e vicine, il 17 la Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio propone un concerto con strumenti dal vivo e live electronics all’insegna dell’innovazione e il 18 concluderà il festival un ensemble di percussionisti coordinati dal M° Gianluca Ruggeri, docente presso il Santa Cecilia, con un roboante e coinvolgente repertorio. Nel corso dell’ultima serata nel magnifico spazio del Gran Teatro all’aperto ci sarà una installazione a cura del Dipartimento di Fashion moda dell’Accademia di Belle Arti di Roma. La grafica dell’intero progetto è a cura dell’ISIA di Roma.
Il Festival ha il merito di iniziare ad avvicinare su un unico palco realtà artistiche e formative che dovrebbero dialogare in maniera coordinata e sistematica per rispondere alle più innovative tendenze del teatro, della musica e della danza che nella scena contemporanea oggi si fondono in maniera assolutamente interdisciplinare.
Roberta Albano