FIRENZE – Arriva a Firenze Paradiso, creazione di Virgilio Sieni che ha visto il suo debutto in prima assoluta il 25 e 26 settembre a Napoli nell’ambito del Campania Teatro Festival per poi essere presentato in questi ultimi mesi del 2021 in diversi teatri e festival italiani. Adesso tocca alla città natale del coreografo. Dal 6 al 14 novembre Paradiso sarà ospitato da CANGO Cantieri Culturali Goldonetta inserendosi nel progetto La Democrazia del corpo.

Tra sospensione e gesto manipolato

Due parole ricorrenti nel lavoro di Sieni: sospensione e gesto.

La performance parte dalle Celebrazioni dantesche ma non si tratta di semplice traduzione del testo in movimento.

«Il Paradiso di Dante ricompone il corpo secondo una lontananza che è propria dell’aura, un luogo definito dal movimento, da ciò che è mutevole. Un viaggio che si conclude nello spazio senza tempo della felicità.»

I cinque danzatori – Jari Boldrini, Nicola Cisternino, Maurizio Giunti, Andrea Palumbo e Giulio Petrucci – costruiscono un giardino instaurando un originale rapporto con l’elemento vegetale. La coreografia si sviluppa portando, sollevando e depositando le piante. Ed è proprio questa materia naturale a definire i gesti, stabilendo una nuova forma di tattilità dove il tocco non tange la pelle ma le energie che circondano i corpi e da essi sono sprigionate. Così “la danza del Paradiso” si pone sulla soglia di una sospensione che tramite un contatto quasi impercettibile riesce a cogliere e trasmettere il gesto primordiale, liberatorio e vertiginoso dell’amore.

Le piante come cosa alta che restituisce il vero senso della danza

«Questo passeggiare insieme a loro, sentirne chiaramente il peso e il volume, ci ha istruito sul senso della lentezza e dello scorrimento: canali gestuali e “amorosi”.» Spesso Sieni mette in relazione i danzatori con entità altre, che siano oggetti o cittadini principianti. Stavolta ad essere state chiamate per un’esperienza di relazione e convivenza sono appunto le piante, guardate come cosa alta, che riesce a restituire il vero senso della danza. La forma è quella di un respiro che organicamente ritrova un contatto diretto con la tenuità delle foglie e il loro riferirsi costantemente alla luce, accudendola.

Insomma pare che Firenze debba prepararsi all’arrivo di un’intensa esperienza tra sospensione e gesto manipolato, materia umana e vegetale, Paradiso dantesco e amore.

«È un cammino dall’umano al divino, dal tempo all’eterno.»

www.virgiliosieni.it

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