BERLINO – Nella suggestiva cornice della Sophiensaele a di Berlino, è andato in scena Formen Formen di Julian Weber.

Il lavoro nasce da un’idea del giovane coreografo, nella quale è centrale la giustapposizione ‘corpo umano’ e ‘corpo oggetto’, nonché la relativa possibilità di sagomatura reciproca.
Il coreografo, selezionati cinque danzatori di diverse generazioni e con differenti backgrounds, ha personalmente costruito per ognuno di essi – a seconda della loro corporatura e del loro carattere – una scultura geometrica con la quale i performers hanno dovuto interagire.
I danzatori, come confermato dagli stessi alla fine dello spettacolo, hanno “convissuto” per diversi mesi con il loro oggetto personale, rendendolo parte della vita quotidiana. In particolare, durante questo periodo di studio, hanno dovuto cercare le possibili interazioni con la propria scultura per creare un ‘solo’ che includesse l’utilizzo e che, al tempo stesso, ponesse al centro dell’attenzione dello spettatore proprio l’oggetto loro assegnato.
Il risultato interessante è stato una danza in cui i movimenti erano quelli imposti dalla geometria dei corpi, dal riempimento dei vuoti e dal calco dei volumi delle sculture stesse.

IMG_0480

Al termine dello spettacolo, resta spazio per congetture circa un eventuale significato, oltre quello tecnico-estetico, della coreografia.
Quei corpi geometrici che ci limitano e ci condizionano, rappresentano il nostro inconscio?
Oppure sono le difficoltà con cui bisogna convivere e per risolvere le quali bisogna trovare sempre soluzioni differenti?
Magari sono quella parte della nostra vita che solo minimamente dipende dalle nostre scelte?
A ognuno la risposta che più piace, o anche altre al posto di queste.

Nicola Campanelli

Iscriviti alla Newsletter

Danzatore per la Compagnia di danza contemporanea “Connecting Fingers”, di base a Berlino, dove collabora con coreografi e direttori artistici di fama internazionale. E’ inoltre istruttore di Pilates.