DANZE, VOCI, SUONI DEL FUTURISMO ITALIANO

Martedì 13 Dicembre 21:00 Teatro Comunale di Ferrara

CIVICA SCUOLA DI TEATRO PAOLO GRASSI
UCCIDIAMO IL CHIARO DI LUNA 1997/2015
coreografia SILVANA BARBARINI
direttore del coro EMANUELE DE CHECCHI
danza DIPLOMATI DEL CORSO DI TEATRODANZA – CIVICA SCUOLA DI TEATRO
PAOLO GRASSI

Riallestimento nell’ambito del Progetto RIC.CI Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni Ottanta/Novanta
Ideazione e direzione artistica Marinella Guatterini, organizzazione Silvia Albanese Produzione 2015 Fondazione Milano-Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi in collaborazione con AMAT – Associazione Marchigiana Attività Teatrali, TPP – Teatro Pubblico Pugliese, Fondazione Fabbrica Europa per le Arti contemporanee, Fondazione Ravenna Manifestazioni, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Torinodanza festival / Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale / Rassegna Evoluzioni e Prospettiva Danza Teatro.
Le danze di Uccidiamo il chiaro di luna di Silvana Barbarini decollarono alla Scuola Paolo Grassi nel 1997. Silvana era stata allieva di Giannina Censi, danzatrice scoperta da Filippo Tommaso Marinetti quando, appena sedicenne, danzava i versi del poeta comasco Escodamè e del “parolibero” Gioia. In lei – ex ballerina sulle punte, stanca dell’accademia – Marinetti intravvide non a caso l’ideale corpo della sua “Danza dell’aviatrice”. Oggi Uccidiamo il chiaro di luna ha una nuova vita e nuovi interpreti. Per questo il lavoro è – in parte – cambiato proiettandosi sempre, con rigenerata e fresca vivacità, nel futuro.
 e inoltre,
MARTEDÌ 13 DICEMBRE alle ORE 17 presso il Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara  METTIAMO IN MOTO LA MEMORIA presentazione di MARINELLA GUATTERINI della collana editoriale dedicata al progetto RIC.CI pubblicata da Fondazione Milano.intervengono MARINELLA GUATTERINI e MARINO PEDRONI

 

RIC.CI reconstruction italian contemporary choreography anni ‘80-’90
nasce come progetto nel 2010, e si mette in moto nel 2011, affidando ad
un pool di organizzatori il tutoraggio di opere coreografiche
appartenenti agli anni ’80 e ’90. Questo periodo rappresenta per la
danza contemporanea la nostra “tradizione del nuovo”, spesso dimenticata
a causa della mancata abitudine, tipica di quegli anni – pensiamo alla
disattenzione delle istituzioni, alla mancanza di una vera circuitazione
per i nuovi gruppi di allora – e di conseguenza a non conservare, o
documentare il proprio repertorio artistico da parte delle compagnie,
proiettate comunque, secondo lo “stile” del tempo, verso una ricerca
sempre cangiante.
Riscoprire questo creativo passato prossimo, permette invece di
identificare il contemporaneo non come azione senza storia o di
derivazione straniera, bensì come parte della nostra eredità
coreutica, talvolta di alto spessore e sempre rivelatrice delle poetiche
dei diversi autori. Gli anni ’80 sono stati un crocevia straordinario
di incontri artistici. I lavori presentati sono il frutto delle
intersezioni di linguaggi assai diversi. Era abitudine, forse molto più
di oggi, per danzatori e coreografi, collaborare con importanti artisti
visivi e musicisti. Anche la narrazione apparteneva alla creatività di
quel tempo, con o senza l’influsso del famoso Tanztheater. Vigeva
un’idea di esplorazione di tendenze e ricerche molto ampia. Pertanto,
le opere recuperate hanno, ciascuna a suo modo, segnato un tempo, dato
degli input e creato proseliti per le generazioni a venire. Gli artisti
e le compagnie prescelte spesso non provenivano dall’ambito coreutico,
ma si sono avvicinati alla danza dopo studi architettonici, teatrali,
acrobatici; sono ancora oggi artisti attivi e di fama internazionale.
Per ciascuno di loro, essersi riavvicinati ai loro primi “vagiti” ha
significato uno sguardo “allo specchio”, un lavoro di osservazione
delle proprie origini, e conferito spesso uno slancio nuovo alle
ricerche che da lì in poi ne sono da loro stessi scaturite.

In ogni caso il recupero della memoria permette anche agli spettatori di
essere presenti al nostro tempo con consapevolezza, con la capacità
critica di approfondire, ma anche con uno sguardo molto più libero e
aperto e non arroccato al presente, senza possibilità di confronti. In
questo senso, la serie di volumi pubblicata da RIC.CI ha una sua
utilità storico-culturale poiché, oltre alla memoria visiva dello
spettacolo, traccia il percorso di ricreazione delle varie opere
inserite nel progetto, con interviste ai coreografi, documentazioni
fotografiche e saggistiche di particolare interesse.

FOTO DI VIOLA BERLANDA

RIC.CI
reconstruction italian
contemporary choreography
anni ’80-’90

ideazione MARINELLA GUATTERINI
comunicazione e organizzazione Silvia Coggiola, Matteo Rinaldini

Teatro Comunale di Ferrara – Corso Martiri della Libertà 5

Images © Alberto Calcinai 2016 All rights reserved

IN COLLABORAZIONE CON

AMAT – Associazione Marchigiana Attività Teatrali, TPP – Teatro
Pubblico Pugliese, Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee,
Fondazione Milano – Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, Fondazione
Ravenna Manifestazioni, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara “Claudio
Abbado”, Torinodanza festival | Teatro Stabile di Torino – Teatro
Nazionale, Fondazione Teatro Grande di Brescia, Fondazione Toscana
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