TORINO – Tutto pronto per la ventiduesima edizione di Interplay, Festival Internazionale di Danza Contemporanea ideato e diretto da Natalia Casorati e a cura dell’Associazione Culturale Mosaico Danza. Dal 21 maggio al 14 giugno: ventinove compagnie e trentadue spettacoli tra cui quindici creazioni italiane, undici europee, tre provenienti da fuori continente e undici prime nazionali.
La metropoli si fa palcoscenico
Dopo la formula digitale del 2020 e quella ibrida dello scorso anno, il Festival vuole innanzitutto tornare a vivere nel tessuto urbano della città. Da sempre, infatti, Interplay esplora esperienze site specific: la metropoli si fa palcoscenico, anche e soprattutto nei luoghi più “scomodi” e nelle sue periferie.
Non è un caso che l’inaugurazione del 21 maggio coinvolga lo spazio multidisciplinare di Via Baltea e i Bagni Pubblici di Via Agliè nel cuore di Barriera di Milano. Si tratterà di un evento a ingresso gratuito aperto al quartiere, ai cittadini e al pubblico della danza, pensato per unire con una grande festa un momento di riflessione, spettacolo e enogastronomia solidale. Interplay, che per quattro dei suoi tredici appuntamenti verrà ospitato nelle Case di Quartiere o spazi multidisciplinari delle periferie della città, si pone come obiettivo proprio il coinvolgimento di realtà già attive in certe zone in modo da creare sinergie fra artisti, spettatori della danza e chi nel quartiere lavora e vive da anni.
Il focus sulla Spagna e gli ospiti di respiro internazionale
La giornata di domani vedrà in scena una carrellata di opere di origine spagnola: Lo invisible della compagnia No Bautizados; Azzurro della Marcat Dance e Dye Dye della Ertza. Si continuerà poi con la perfomance itinerante dei coreograf toscani Sara Sguotti e Nicola Simone Cisternino.
E così con questa edizione il Festival ha deciso di dedicare un piccolo focus alla Spagna accogliendo alcune compagnie sostenute dalla rete A Cielo Abierto, che ogni anno seleziona i migliori lavori che mescolano il linguaggio del contemporaneo con la break dance e l’hip hop.
Ma la Spagna non sarà certo l’unico ospite di respiro internazionale. Dalla Francia multietnica della compagnia Viadanse fino all’Israele di Gil Kerer per arrivare a B.Dance, una delle realtà più affermate di Taiwan, e al duetto Talk about death di Nanhee Yook, una delle coreografe più interessanti della nuova scena sudcoreana.
Gli ospiti nazionali
Il programma si arricchisce sempre più con numerosi ospiti maggiormente vicini: il coreografo Jacopo Jenna con la danzatrice Ramona Caia, la MM Contemporary Dance Company con due lavori, uno firmato dal giovane coreografo emergente Roberto Tedesco e l’altro dal noto coreografo inglese Thomas Noone, Ambra Senatore e il suo A Posto, Carlo Massari con Right, libero adattamento da Le Sacre du printemps di Igor Stravinsky, Manfredi Perego che presenterà in anteprima la creazione Totemica e Giselda Ranieri con il suo Re-Play.
Inoltre, nel progetto Swans Never Die del 10 giugno verranno coinvolte alcune compagnie torinesi tra cui Egribiancodanza con Raphael Bianco, Codeduomo con Daniele Ninarello, Zerogrammi con Simone Zambelli e il Balletto Teatro di Torino con Silvia Gribaudi. L’intento è quello di presentare diversi punti di vista, nuovi e personali, partendo dall’immaginario legato al cigno.
Ma accanto alle compagnie più affermate, Interplay, ancora una volta, da spazio anche ai giovani artisti come Lorenzo Morandini, Adriano Bolognino, il Collettivo Mine, Emanuele Rosa e Maria Focaraccio.
Pare che il Festival torinese voglia restituire alla danza tutto ciò che non ha avuto negli ultimi due anni e tanto altro. Punto di riferimento per la visibilità e lo scambio, offre l’opportunità ad artisti, pubblico e operatori di incontrare la creatività nazionale e internazionale. E anche in questa ventiduesima edizione sembra attento al lavoro sul territorio, alle nuove generazioni e all’attualita, ponendo l’attezione su temi quali le disuguaglianze sociali e le discriminazioni di genere. Insomma un’esperienza che vale la pena non perdere.
