Tiziana Petrone
Tiziana Petrone in una foto di Alessandra Rosa

AVELLINO – A Ra.I.D. Festivals Tiziana Petrone è di casa, e non solo perché vive e svolge la propria attività a Solofra. Danzatrice, coreografa, direttrice di una scuola di danza, Petrone ha preso parte a diverse edizioni del Festival con la sua compagnia Arte Danza.

Sensualità, femminilità e ricerca costante sono cifre stilistiche del suo modo di fare danza. In qualità di insegnante, coglie ogni occasione per mettere alla prova le sue giovani interpreti, stimolandole a proseguire un percorso che sa essere tutto in salita. Dopo aver presentato – per citarne alcune – Creatura infedele e In-Itinere in edizioni precedenti, lo scorso 8 settembre Tiziana Petrone ha portato in scena a Ra.I.D. una delle sue ultime creazioni: Mala Tempora. Un’indagine sul tempo, il tempo libero, il tempo sprecato.

Tiziana Petrone, qual emozione suscita tornare a Ra.I.D. Festivals?
È come tornare in famiglia. Sono stata spettatrice ingorda delle serate di Ra.I.D. Festivals sin dalle sue origini. Ritengo che questo Festival sia l’unica possibilità nel nostro territorio per poter assistere a spettacoli di danza contemporanea. Catapultata poi nell’organizzazione da Malangone e Scarpa, sono adesso felicissima di aver fatto da ponte per la realizzazione del Ra.I.D. nella mia città.

Il suo spettacolo è andato in scena al Chiostro di Santa Chiara, quale energia trasmette quel luogo?
Il Chiostro di Santa Chiara è pregno di storia e cultura; uno dei posti più belli di Solofra che si presta benissimo ad eventi culturali di questo genere. Si è immersi nella storia ma contornati da una splendida natura, da monti che svettano alti. È un concentrato di energie positive.

Il tema di Ra.I.D. è Dance Space Subjectivity: in che modo secondo lei questo Festival fa danzare lo spazio?
In quanto partner del Ra.I.D. con la mia scuola di danza, abbiamo occupato lo spazio con una performance che ha sfruttato le altezze, l’acustica e la natura del posto. La danza che invade lo spazio arricchisce il pubblico e valorizza ancora di più i luoghi.

Per questa edizione, Ra.I.D. Festivals ospita il progetto speciale Come as you are: l’arte nuda da ogni pregiudizio. Cosa ne pensa dell’abbinamento della danza con le altre arti? Nella sua serata, per esempio, c’era la presentazione del fumetto Fratelli di libertà scritto da Antonio Mondillo.
Il progetto speciale messo in piedi da Borderline Danza ha affiancato le serate del Festival dando la possibilità di osservare, capire e fruire forme d’arte diverse tra loro. Pittura, scultura, fumetto, fotografia, letteratura, danza hanno tutte un punto in comune: nutrono lo spirito attraverso la cultura. Un valore che oggi non apprezziamo più quanto dovremmo.

Nella sinossi dello spettacolo, Tiziana Petrone racconta di luoghi nell’universo dove il tempo decelera e un secondo equivale a centinaia di anni sulla Terra, ogni attimo ha l’intensità di un’intera vita. A quali luoghi naturali si è ispirata per creare Mala tempora?
Mala tempora è un progetto in crescita. Quello presentato a Ra.I.D. infatti è la restituzione del primo studio di un work in progress. La piccola parte presentata attraversa i luoghi e il tempo di oggi.

Nella sinossi si legge dell’immortalità degli Dei, di buchi neri e di industrie e catene di montaggio. Come confluiscono queste immagini nel duo tutto al femminile andato in scena a Ra.I.D.?
Come dicevo Mala tempora è un progetto laborioso che vorrei sviluppare in seguito in varie parti… e come il nostro tempo è incastrato con quella che è la nostra vita. Dal tempo naturale che dettava il ritmo della vita contadina, al tempo sfuggente imposto dall’Era industriale, al tempo perso di oggi.

Gli spettatori di Ra.I.D. che hanno ammirato Mala tempora, hanno assistito al contrasto tra le due interpreti. Tanto sofisticata e controllata l’una, quanto sciatta e disinibita l’altra. Cosa rappresenta questo contrasto per Tiziana Petrone?
Il duo femminile portato in scena è uno spaccato di come si può usare lo stesso tempo in maniere diametralmente diverse.

Entrambe impiegano il tempo libero in attività che rispecchiano i gusti del relativo personaggio. Ma la verità è che tutt’e due stanno sprecando il loro tempo in attività che non accrescono l’essere umano. È dunque una perdita di tempo, un tempo che si ferma al nulla.

Al di là di questa diversità tra i due personaggi in scena, non c’è nulla che differenzia le interpreti: indossano lo stesso vestito, siedono su poltrone identiche. Vuole forse simboleggiare che il tempo scorre allo stesso modo per tutti gli esseri umani?
Le danzatrici in scena indossano lo stesso abito perché sono lo specchio della stessa società. Una intenta a sprecare tempo perché non riceve stimoli, l’altra fin troppo stimolata ma da falsi ideali e stereotipi imposti.

Siamo tutti uguali se ricerchiamo un tempo nullo, un tempo senza senso.

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