Sabato 24 giugno è andato in scena lo spettacolo di fine anno della scuola di ballo del Teatro di San Carlo diretta per il secondo anno da Stéphane Fournial. Si è confermata una vocazione classica,  elegante e rigorosa nella scelta del programma proposto: anche quest’anno gli allievi si sono presentati con un Défilé  su musica di Hector Berlioz e con la rielaborazione di Études,  un brano ispirato a quello creato da  Harald Lander nel 1948 su musiche di Carl Czerny  rielaborate dal compositore danese Knudåge Riisager. Se l’inizio di Études punta ad una “spersonalizzazione” con la focalizzazione delle luci solo sul movimento delle gambe in sincrono, la progressione della coreografia sviluppa invece le individualità e le capacità dei singoli man mano che progredisce il programma tecnico affrontato.

Nella seconda parte sono stati affrontati brani che richiedono precisione e stile quali l’entrata delle Ombre del II atto della Bayadére e il secondo atto del Lago dei cigni.  Si è dato spazio al lavoro d’insieme della compagine femminile della scuola che ha risposto con precisione e completa adesione alle direttive degli insegnanti soprattutto per quanto riguarda i movimenti della testa e del busto, idonei e nello stile giusto. L’Odette,  interpretata dalla diplomanda Sara Gison, è stata  corretta ma ha forse rappresentato un ruolo troppo elevato per una giovane danzatrice tecnica e  precisa ma con una fisicità poco idonea a quella  del cigno come lo immaginiamo oggi: linee lunghe e gambe elastiche come ali. Un po’ in secondo piano invece gli elementi maschili, in genere fiore all’occhiello della scuola napoletana, sia per tradizione storica che per i successi degli ultimi anni. Luigi Crispino, diplomato del 2015, vincitore di una borsa di studio all’America Ballet Theater, è oggi un’eccellenza dell’American Ballet Studio Company, la compagnia giovane dell’ABT che prepara i talenti del futuro, ma è pur vero che i talenti bisogna averli…

Nel Pas de trois da Paquita si sono esibiti gli altri diplomandi: Giorgia Cervone, Martina Prefetto e Gennaro Maffettone, espressivi e giusti nelle loro variazioni. Emozionante la scelta di diplomare in scena a sorpesa, secondo i risultati degli esami fatti ad inizio giugno,  Emanuele Ferrentino del VII corso, talento che vedremo forse sbocciare nel prossimo anno di perfezionamento.

Il lavoro complessivo della scuola denota  scelte indirizzate all’evoluzione della formazione tecnica complessiva degli allievi promossa dal rigoroso lavoro  delle docenti Antonina Randazzo, Rossella Lo Sapio e Soimita Lupu, secondo una metodologia che fonde maggiormente la tecnica russa e francese. Si spera che la danza contemporanea, quest’anno abolita insieme alla danza di carattere, possa ritrovare un posto di qualità nella formazione dei giovani allievi del San Carlo, sia per offrire a coloro che non dovessero rientrare perfettamente nei rigorosi canoni classici, una opportunità professionale in più, sia per arricchire la formazione tecnica di tutti i giovani ballerini, anche i più talentuosi, vista la programmazione delle principali compagnie mondiali che oggi si dirigono sulla scelta di conservare il repertorio dell’800, di esplorare e rivitalizzare quello del ‘900, e proporre nuovi coreografi dal linguaggio  sempre più multidisciplinare.

La scuola diretta da Fournial sembra comunque proiettata verso un futuro entusiasmante e pieno di prospettive visto che da settembre si arricchirà  di oltre ottanta elementi selezionati in due audizioni, promosse nella scorsa  primavera, che dovrebbero contribuire a stimolare il lavoro dei docenti e dei compagni e che avranno il compito di innalzare sempre più il nome della scuola di ballo più antica d’Italia.   La nascita della scuola del San Carlo (1812 sotto il regno di Gioacchino Murat), la sua storia ed i suoi protagonisti, infatti, saranno l’oggetto di un’importante  mostra documentaria realizzata  dall’Archivio  di  Stato di Napoli nell’ambito del Convegno Internazionale Danza e ballo a Napoli: un dialogo con l’Europa (1806-1861), organizzato da AIRDanza (Associazione Italiana per la Ricerca sulla  Danza) e dal Centro di Musica Antica Fondazione Pietà dei Turchini, che vedrà numerosi studiosi italiani e stranieri intervenire a Napoli dal 9 all’11 novembre 2017, con il compito di sottolineare e valorizzare l’importante  ruolo che la danza ha sempre avuto nella vita artistica e culturale della città.

 

Défilé della Scuola Musica di Hector Berlioz

Études Musica di Carl Czerny  rielaborate da Knudåge Riisager

La Bayadère Musica Ludwig Minkus Coreografia Marius Petipa,

Paquita pas de trois , Musica Ludwig Minkus, coreografia  Marius Petipa

Lago dei cigni – II atto Musica Piotr Ilič Čajkovskj coreografia Lev Ivanov

Danzano tutti gli allievi della scuola

Roberta Albano

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Docente di Storia della danza all’Accademia Nazionale di Danza di Roma è laureata al DAMS dell’Università di Bologna in “Semiologia dello Spettacolo”. Docente di danza classica abilitata all'AND, è critico di danza, studiosa e autrice di saggi e monografie sulla danza. Dal 1990 al 2014 è vicedirettrice dell’associazione Movimento Danza di Gabriella Stazio. E’ inoltre socio fondatore di AIRDanza - Associazione Italiana per la Ricerca sulla Danza.