TORINO – Prosegue SOLO IN TEATRO al Cafè Müller di Torino, rassegna di assoli di danza, circo, teatro e musica ideata da Caterina Mochi Sismondi e prodotta da Fondazione Cirko Vertigo e Associazione blucinQue. Anzi si può dire che ormai sia un atteso e abitudinario appuntamento. Stavolta si tratta di SOLO AL FEMMINILE – MONOLOGO CIRCENSE PER DONNA SOLA di e con Alessandra Simone.

Una riflessione autobiografica che si fa universale attraverso un’audace ironia

Come sempre gli spettatori vengono accolti nella Galleria per assistere ad un’intervista video realizzata durante la settimana di residenza in teatro. In quest’occasione Alessandra Simone appare subito come un’artista eclettica, di un’energia e una passione coinvolgenti.

Il pubblico, poi, prende posto in sala e dopo pochi minuti già comincia a ridere, forse erano anni che non rideva in questo modo. Pochi minuti sono bastati alla performer per trovare la chiave di connessione con chi le è seduto di fronte.

Alessandra Simone parte da una riflessione autobiografica ma fin troppo diffusa e universale per sembrare autoreferenziale. La dipendenza affettiva, i rapporti tossici, gli stereotipi e i paradossi legati al femminile e più in generale l’amore verso se stessi sono i temi che tocca attraverso un’audace ironia e un efficace prendersi in giro.

A partire dallo studio di alcuni testi quali il Codice di Hammurabi, l’Antico Testamento, il Manifesto di Rivolta Femminile, il Manifesto per l’eliminazione del maschio dalla società di Valerie Solanas, oltre che da frammenti di Schopenhauer, Nietzsche e Bukowski, l’artista avvia un lavoro di scrittura autobiografica che presenta con un monologo attraversato da contaminazioni circensi.

Sulla scena Alessandra è accompagnata da un pupazzo Big Jim, una frusta e una rete aerea. “Il mio vuole essere un approccio ironico a un tema in realtà molto serio e delicato: parto da una riflessione autobiografica senza nessuna presunzione ideologica ma raccontandomi con il sorriso”.

Un cammino non ancora concluso

La performance è il frutto di un lungo cammino, personale e artistico, e tuttora la protagonista la definisce “work in progress”, per la prima volta di fronte ad un pubblico. Da un lato una recitazione spontanea, energica ma attenta e precisa, dall’altro frammenti circensi che interrompono il monologo ed il tempo. Frammenti di una vita, di una trasformazione.

Sicuramente è un percorso non ancora concluso, nè per la performer, nè per gli spettatori, nè per la società. Tuttavia, MONOLOGO CIRCENSE PER DONNA SOLA ha colpito nel segno. È riuscito in ciò per cui il teatro e l’arte devono combattere: la creazione di uno spazio di condivisione, in cui nessuno, donne e uomini, si senta escluso e solo. Mai come ora sono necessari lavori come quelli di Alessandra Simone, capaci di scendere in prima linea in questa lotta.

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