NAPOLI – Sold out per Una sera ascoltando un vecchio tango mi sono addormentato e ho sognato Pina Bausch. Lo spettacolo, ideato e diretto da Giuseppe Sollazzo, ha fatto il tutto esaurito per due sere di seguito, venerdì 18 e sabato 19 giugno 2021. Beatrice Libonati si è esibita in un cammeo nell’incantevole cornice della Reggia di Capodimonte, Praterie della Capraia.
Uno spettacolo ironico e irriverente
Dopo una settimana dall’inizio del Campania Teatro Festival, si registra un primo soddisfacente sold out. Lo spettacolo che rievoca la grande danzatrice tedesca, Pina Bausch, è stato applaudito da una calorosa platea per due sere di seguito.
Ironico e irriverente, Una sera ascoltando un vecchio tango mi sono addormentato e ho sognato Pina Bausch ha incantato il pubblico. Ironia che diventa disarmante nel momento in cui è messa in scena per denunciare alcuni dei mali della società contemporanea: l’odio razziale e il femminicidio. Uno spettacolo, dunque, giocoso e profondo allo stesso tempo; malinconico nel rievocare Pina Bausch.
Lo spettacolo è un omaggio alla danzatrice: ne ripercorre infatti, in ordine sparso, gli episodi fondamentali della sua vita, come l’infanzia trascorsa nel ristorante dei genitori, e i lavori che l’hanno resa celebre.
Tanti i riferimenti agli spettacoli di Pina Bausch: suggestivo, tra tutti, il momento in cui calano dall’alto alcuni abiti bianchi e risuonano le prime note del Sacre du printemps che lei ha ricoreografato nel 1975. Ma ci sono anche chiari riferimenti a Café Müller e Kontakthof (entrambi del 1978).
Grazie all’utilizzo di registrazioni audio, è stato possibile dare voce alla grande danzatrice tedesca declamando numerose sue citazioni. La più famosa di tutte è sicuramente: «Danziamo, danziamo altrimenti siamo perduti».
Sulla scena, Giuseppe Sollazzo vestito da clown ha poi evocato Pina Bausch in maniera molto pirandelliana: ponendo un soprabito e un cappello su di un appendiabiti.
Una riflessione sull’esistenza umana
Ma Una sera ascoltando un vecchio tango mi sono addormentato e ho sognato Pina Bausch non è semplicemente un omaggio alla danzatrice: è una riflessione metateatrale sull’importanza del teatro che, proprio come diceva la Bausch, ha lo scopo di raccontare la vita. In scena ci sono infatti persone comuni: borghesi, casalinghe, uomini e donne con i loro difetti e le loro contraddizioni.
Lo spettacolo appare infatti come una profonda riflessione sull’esistenza umana: dalla nascita fino alla morte, attraversando tutti gli eventi salienti di questo percorso che è la vita, e ricordando che negli anni possiamo raggiungere vette altissime ma che alla fine il destino è uguale per tutti. Un triste Pinocchio, vestito di bianco, si aggira tra date di nascita e morte, in una perfetta fusione di ironia e pathos.
Gli interpreti, danzatori e attori professionisti e non, si sono mossi sulla scena come frammenti di ricordi, echi di voci lontane, perse nella memoria.
Beatrice Libonati, che ha curato i movimenti scenici, è apparsa in un nostalgico cammeo regalando al pubblico un momento di pura poesia.
Gli spettatori hanno applaudito molto anche il regista che ha saputo regalare questo intenso spettacolo.