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I principi della danza moderna / 5: la forza

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Alvin Ailey American Dance Theatre

Il concetto di forza è parte dei principi a posteriori da cui si muove la danza moderna. Principi a posteriori poichè li possiamo dedurre oggi, dopo che questo processo si evoluto nel tempo significandoci alcuni dei punti di ricerca da cui ha iniziato il suo viaggio come la respirazione, l’importanza del bacino e della colonna vertebrale,il movimento, il rapporto con la forza di gravità.

Il concetto di forza è un concetto molto ampio e discusso da fisici, filosofi, matematici, medici, perchè non solo è relativo ad una attitudine puramente fisica o della fisica, ma è una combinazione molto più complessa di elementi che comprendono la meccanica, la fisiologia, il sistema neuromuscolare umano. Ed anche la stessa forza muscolare non è una sola: forza massimale, forza resistente, forza rapida, elastica, esplosiva ed altro ancora. In alcuni casi la forza viene introdotta come un concetto intuitivo, disgiunta dai concetti fisici e legata alle impressioni connesse allo sforzo muscolare, una impostazione proveniente in larga misura dall’esperienza e dalla percezione di sè. In linea generale possiamo dire che la forza è la causa del cambiamento del moto dei corpi. Può mettere in moto un corpo che si trova in uno stato di quiete, può modificare il movimento di un corpo già precedentemente in moto, o riportare il corpo in stato di quiete.

Inferno di Emiliano Pellisari Compagnia No Gravity

Da un punto di vista più propriamente fisiologico la forza muscolare è la capacità, l’attitudine di un muscolo a sviluppare una tensione utile al superamento od alla opposizione rispetto a resistenze esterne, a compiere un lavoro, un movimentoLa forza e la velocità, due parametri prodotti dal muscolo scheletrico, sono alla base di qualsiasi movimento che l’uomo compie. Apparentemente questi due  sembrano molto dissimili tra loro ma in realtà, essendo prodotti dallo stesso sistema, la dinamica della contrazione muscolare è la stessa: è la dimensione del carico esterno a determinare con quale velocità e forza deve essere spostato il carico. Il sistema che produce forza e velocità è definito sistema neuromuscolare. Esso è composto dal sistema nervoso definito anche sistema neurale e dalla parte muscolare o sistema miogeno. Il muscolo si contrae e produce movimento in quanto viene eccitato da uno stimolo che parte dall’area motoria del cervello e si trasmette attraverso il midollo spinale, da qui attraverso un motoneurone arriva sulle fibre muscolari. (1)

Per compiere un qualsiasi movimento c’è bisogno che il corpo umano produca una forza. Anche il più piccolo, anche il più lieve. Anche l’immobilità richiede un grado di forza ed il movimento non può essere scisso dalla forza che lo compie in accordo/disaccordo con le forze del mondo esterno. Esiste sempre un motivo, conscio od inconscio, per cui ci muoviamo ed è per questo che la forza non può essere considerata solo fisica o muscolare ma anche mentale ed emozionale, così come è impossibile dividere ed  esercitare separatamente questi “differenti” aspetti della forza.

Molte volte nel linguaggio comune parole come forza, energia, potenza, sforzo vengono usate come sinonimi, ma non è così. Se la forza è la capacità di un muscolo a superare una tensione, una opposizione, la potenza è il tempo di azione della forza, il tempo necessario a compiere il movimento, mentre l’energia è il carburante che alimenta il muscolo a compiere il movimento e lo sforzo è l’ impegno di forze fisiche e psichiche superiore ,per entità o durata, ai limiti di una normale attività.

Empty Floor1-coreografia Walter Matteini – ImPerfect Dancers Company – ph-Carla Falconetti-

Naturalmente l’attività motoria animale e umana (cioè la contrazione muscolare) risponde alle stesse leggi. Le cellule muscolari (chiamate anche fibre muscolari) sono cellule specializzate nel variare la propria lunghezza; riescono cioè a contrarsi e rilasciarsi, ovvero ad accorciarsi ed allungarsi; quando le fibre di un muscolo si contraggono assieme, determinano un accorciamento complessivo del muscolo, che in questa maniera avvicina tra loro le sue due estremità. E poiché tali estremità sono solitamente (e solidamente) collegate a due diverse ossa, la contrazione muscolare altro non fa che promuovere il movimento delle componenti dello scheletro e, in definitiva, del nostro corpo. In altre parole, ci fa muovere; ed anche questo tipo di attività richiede energia. Un muscolo (che è, per intenderci, quella sostanza che chiamiamo carne quando la troviamo nel nostro piatto sotto forma di bistecca o hamburger) è costituito da diverse migliaia di fibre muscolari, solitamente parallele tra loro. I sistemi viventi sono molto, molto complessi……..Per la sua contrazione, la cellula muscolare utilizza un carburante rappresentato da una molecola dal nome piuttosto altisonante, l’adenosintrifosfato. Tale nome deriva dal fatto che questa molecola è costituita da una parte detta adenosina, e tre gruppi atomici più piccoli a base di fosforo. Solitamente il nome della molecola viene abbreviato in ATP. (2)

Cosa vogliamo dire quando parlando di un danzatore, di uno stile o di una tecnica di danza utilizziamo parole come forza, potenza, energia? Certamente non pensiamo a quanta ATP è in grado di produrre. Probabilmente ci stiamo rapportando alla forza in maniera empirica, intuitiva ed empatica cioè alle impressioni, alle emozioni che la forza di un movimento, lo sforzo muscolare ci trasmettono, cui sicuramente non è estraneo il sistema dei neuroni specchio.

Nella danza e nel balletto

Sylvie Guilleme – Autoritratto – Vogue 200

Il concetto di forza è apparso estraneo alla danza fino agli inizi del ‘900. Nel balletto classico di repertorio le prerogative richieste di portamento, grazia, equilibrio, eleganza, raffinatezza, sembravano mal conciliarsi con il concetto di forza e di sforzo.La maggior parte dei balletti si incentrava sulla tecnica e sui passi in punta eseguiti dalle ballerine, dove senz’altro c’è bisogno di forza, ma che deve essere dissimulata in una aurea di evanescente delicatezza ed armonia. Inoltre la tecnica maschile non si era ancora evoluta come poi è successo negli anni a venire. E’ ovvio che non si vuole sostenere che la trattatistica classica non abbia individuato nella forza muscolare, resistenza, velocità, allineamento, energia i requisiti fondamentali di un ballerino, però allo stesso tempo tale strenuo allenamento, molte volte ottenuto sotto sforzo, deve essere poi “nascosto” , dissimulato durante l’azione danzata.

La modern dance al contrario rivendica l’uso della forza che non è solo quella muscolare che serve ad eseguire il movimento, ma è anche e soprattutto la forza espressiva, creativa, rivoluzionaria, la forza delle nuove idee. E non vuole certo nascondere la forza e lo sforzo che il danzatore deve compiere nel movimento, neanche in scena, secondo quel principio di verità del movimento che muove tutta la ricerca della modern dance. Ed ecco che il concetto di forza si amplia e si amplifica a seconda della ricerca, del punto di vista espressivo e coreografico di ciascuno dei suoi pionieri.

Saper graduare, cambiare, mutare e variare l’intensità della forza muscolare

Miki Orihara costumed for Martha Graham’s Errand into the Maze. Photo: John Deane

mentre si compie un movimento attraverso una scala di intensità sempre diversa, diviene quindi uno degli obiettivi di ricerca della danza moderna che trova in ogni corrente, stile, tecnica una diversa possibilità di soluzione, dando vita ancora una volta ad una diversità di linguaggi e dinamiche che invece di parcellizzare la ricerca la tengono unita nel medesimo focus. Ogni movimento può avere una qualità diversa, un sapore diverso, una sfumatura diversa dall’altro.

Pensiamo alla forza energica della contraction- release di Martha Graham  o della spirale che percorrono tutto il corpo del danzatore ed in cui lo sforzo è reso finalmente visibile. Così come alla sua forza espressiva, creativa, vitale, dirompente. Secondo Marian Horosko, “the body had to appear to be pushing through a heavy mass, much like the pressure confronted when walking through water” (3)

Doris Humphrey crea la coreografia  The Water Study (1928) senza accompagnamento musicale, perché “sound arises from muscular effort” (4). Questa immagine bellissima del suono prodotto dal muscolo, dello sforzo muscolare che crea la musica di una coreografia, che crea il ritmo stesso del movimento, ci fa comprendere ancora meglio come la forza, o lo sforzo, abbiano un valore intrinseco e poetico al tempo stesso per i coreografi della modern dance. 

Charles Weidman c. 1960

Da Charles Weidman a Josè Limon la modern dance inizia a parlare di effort – sforzo, impulso dinamico, momentum slancio, quantità di moto,  energy – energia, forza, counter tension – uguale energia di due parti opposte del corpo, e da come queste diverse  forze influenzino il movimento e lo rendano ogni volta unico.

Per Merce Cunningham la questione è molto semplice “I am interested in how to put a step together” poichè  I attempt, in my technique, to use the back, the spine, the torso and the legs (5).Merce Cunningham è principalmente interessato alla valenza ritmica e cinestetica del movimento senza troppe “complicazioni”. Dance provides somethings – an amplification of energy – that is not providedin any other way, and that’s what interests me. L’importante è muovere un corpo perchè secondo Cunningham l’energia è qualcosa che è presente, pervade, tutto ciò che fanno i danzatori. (6)

nikolaisying.blogspot.com

Anche Alwin  Nikolais incentrata la sua ricerca più che sui contenuti emozionali della modern dance, sul principio della motion che qualifica la natura del movimento, generato dalla motivazione del danzatore e dalle energie fisiche impiegate nel compiere il passaggio da una posizione all’altra. Secondo Alwin Nikolais l’energia che utilizziamo per un movimento come ad esempio estendere un braccio nello spazio può avere tre diverse possibilità di esprimersi con tension, relaxtion , release.  Con Tension, questa energia rende il movimento rigido, inanimato, teso e l’energia del movimento risulta bloccata. Con Relaxation, questo tipo di energia rende il movimento privo di forma poiché perdendo tensione, cade verso il basso sotto l’effetto della forza di gravità. Con l’energia release, a volte erroneamente considerata come un relax, il movimento è vitalizzato da un flusso di energia interna che circola all’interno del movimento stesso. Quando questa energia release raggiunge un equilibrio tra l’energia interiore e il design, la forma del movimento e del corpo nello spazio, senza indebolire o irrigidire l’energia,siamo di fronte alla forza “necessaria” a compiere il movimento.

Le molteplicità di “interpretazioni” che la danza moderna ha dato alla forza trovano una spiegazione nel fatto che definire il concetto di forza può essere possibile solo se messa in relazione con le tipologie di manifestazioni della forza e che la forza non si presenta mai in forma “pura”, astratta, ma sempre in una combinazione od in forme miste più o meno sfumate dei fattori organico-muscolari (cioè condizionali) della prestazione fisica.(7) Sarà Rudolf Von Laban a svelarne i segreti.

(vai al link per la seconda parte)

 

Gabriella Stazio

 

Foto di copertina : Alvin Ailey American Dance Theatre

Fonti e citazioni

marche.coni.it – LA FORZA MUSCOLARE – Prof. Nicola Silvaggi (1)

www.performanceengineering.org- L’energia muscolare facile – 1 – Gianfranco Di Mare – 2010 (2)

Wikipidia – Martha Graham tecnique (3)

mikaylaschoreography.wordpress.com – The story of Doria Humphrey and Charles Weidman – 2015 (4)

Anna Kisselgof – Merce Cunningham the Maverick of modern dance – The New York Times Magazine – 1982 (5)

Robert e  Janet V Denhardt – The Dance of Leadership :The Art of Leading in Business, Government, and Society – Routledge 2015 – (6)

Jurgen Weineck – L’allenamento ottimale – Calzetti /mariucci editore – 2001 (7)

 

A. Nikolais, M. Louis – The Nikolais/Louis Dance Tecnique – 2005

Treccani – Sforzo

Wikipidia – Forza

www.ilpadiglionrdoro.wordpress.com – Il nuovo formalismo americano: Paul Taylor, Alwin Nikolais, Murray Louis

 

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Direttore artistico, manager ed insegnante del centro internazionale "Movimento Danza”, fondato a Napoli nel 1979 ed accreditato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come "Organismo di Promozione Nazionale della Danza”. Coreografa e direttore artistico della pluripremiata "Compagnia Movimento Danza" e del "Performing Arts Group". Direttore artistico ed event manager di rassegne, festival, eventi e bandi di danza contemporanea. Promotrice italiana e direttore artistico della "Giornata Mondiale della Danza". Editore di "Campadidanza Dance Magazine". Presidente di "Sistema MeD - Musica e Danza Campania", associazione aderente all’Unione Regionale Agis Campania.