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I principi della danza moderna / 4: la forza di gravità

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Abbiamo mai riflettuto sul fatto che ogni giorno sul nostro corpo agisce costantemente la forza di gravità?

La gravità è una forza fondamentale che influenza fortemente la vita quotidiana dell’uomo. I corpi celesti (e non) si attraggono perché dotati di massa e tale attrazione è tanto più forte quanto più grande è la massa dei corpi stessi e tanto più debole quanto più i corpi si allontanano. Quindi due stelle a distanza molto grande non percepiscono la gravità reciproca. E un oggetto è attratto dalla gravità terrestre e tende a cadere verso il centro della Terra. E’ quello che le cadute ci hanno insegnato fin da piccoli. (1)

La forza di gravità è come un peso che ci spinge verso il basso, sempre, quando camminiamo, quando ci alziamo, quando ci alleniamo e contemporaneamente il nostro corpo per potersi muovere e rimane eretto è costantemente impegnato ad attivare e ad organizzare il suo apparato muscolo-scheletrico, in un continuo sforzo posturale che gli consenta di stare in piedi e muoversi. Grazie alla forza dei muscoli che spingono dalla base dei piedi luongo tutta la colonna vertebrale, il corpo umano sprigiona una forza dal basso verso l’alto e quindi contraria a quella gravitazionale che gli consente di alzarsi, stare seduto, stare in piedi, muoversi. Ogni individuo è soggetto alla forza di gravità che è determinante nella fisiologia del corpo umano non solo in quanto forza in sé, ma anche perché richiede di essere bilanciata dall’azione di una forza contraria avente la stessa intensità e direzione, ma con il verso opposto. Se pensiamo ai movimenti fondamentali della danza come il demi-plié ci accorgeremo che tutti, anche se non esplicitamente, sono stati pensati per controbilanciare la forza di gravità e che l’allenamento di un danzatore ha come obiettivo fondamentale quello di sviluppare una postura, un allineamento ed una resistenza adeguati a questo compito.

La forza di gravità o forza peso è stata scoperta e definita da Isaac Newton nel libro Philosophiae Naturalis Principia Mathematica del 1687 ed in cui viene definita la legge di gravitazione universale. Newton inoltre scoprì che per cambiare la velocità o la direzione del moto di un oggetto è necessaria una forza. Si rese anche conto che la forza chiamata “gravità” è responsabile della caduta di una mela dall’albero, così come di ogni corpo presente sulla terra e del fatto che uomini e animali vivono sulla superficie del nostro pianeta in rotazione senza esserne scagliati via. Dedusse quindi che l’attrazione gravitazionale esiste fra tutti i corpi.

Il corpo umano segue, come tutti i corpi, le leggi della fisica e della gravità, in cui lo scheletro è un sistema di leve messe in azione dalla forza dei muscoli capaci di produrre il movimento. E non potrebbe essere diversamente. Infatti oltre a contrastare costantemente la forza di gravità con una serie di aggiustamenti automatici per mantenere l’equilibrio, e’ necessario che il corpo umano produca forza per spostarsi nello spazio come per produrre movimenti. Così come ogni cambio di dinamica varia a seconda della distribuzione dei pesi all’interno della massa corporea.

Il corpo umano è stato progettato per muoversi e per contrastare ogni giorno la forza di gravità, sia nella statica che nella dinamica, grazie ad un sistema tonico posturale fatto di recettori ed effettori periferici sotto un controllo centrale. I muscoli posturali antigravitari si attivano e aumentano la loro funzionalità per opporsi alla forza di gravità. Ed allo stesso tempo la forza di gravità è una forza buona, anzi indispensabile, vitale per il corpo umano. In assenza o in condizione di scarsa incidenza come in acqua, a letto oppure nello spazio, la nostra muscolatura regredisce e si indebolisce. Il corpo umano ha bisogno della gravità, ne hanno bisogno le ossa, i muscoli, i legamenti perché siamo stati progettati a vivere sotto resistenza, a controbilanciare la gravità. La forza di gravità regola la funzionalità di tutti gli apparati dell’organismo umano. L’effetto di compressione che essa ha sulle articolazioni e di carico sui dischi intervertebrali della colonna, il mantenimento del tono muscolare e della densità ossea, il controllo del volume della massa muscolare e della forza muscolare sono solo alcune delle funzioni vitali. (2)

Se ci rilasciamo completamente distesi a terra senza contrastare in alcun modo la forza di gravità, ci renderemo conto di quanto questa operi sul nostro corpo. Qualsiasi movimento cercheremo di compiere da questa posizione dovrà opporre alla forza di gravità una resistenza. La consapevolezza della forza di gravità, del peso del corpo e di quanta e quale resistenza ci sia bisogno per superare la forza di gravità è uno studio di fondamentale importanza nella danza moderna ed essendo la forza una spinta caratterizzata da una grandezza (durata) e da una direzione, ne possiamo dedurre che cambiando la durata e la direzione della spinta si cambia anche il suo effetto. Inoltre la forza di gravità (spinta verso il basso) deve essere compensata, come abbiamo già detto, dal supporto del pavimento (spinta verso l’alto) e dall’attrito sul pavimento (trasversale).

 

Nella danza

Queste scoperte come la forza di gravità e il concetto di forza come agente capace di cambiare direzione e velocità ad un moto, sono state fatte quasi contemporaneamente alla creazione dell’ Académie Royale de Danse , scuola fondata nel 1661 a Parigi da tredici fra i più celebri maestri di danza dell’epoca per volere del re Luigi XIV, ma non hanno trovato spazio tra i principi del balletto classico che si andava sistematizzando. Sebbene il corpo di un ballerino classico, come il corpo di ogni individuo, animale od oggetto esistente sulla terra sia sottoposto alla forza di gravità, la tecnica classica non ha dedicato alla forza di gravità uno specifico campo di ricerca ed indagine.

Vancouver School of Arts and Academics senior Sariah Hayford, performs a “hinge” movement . Master dancexercises by Denise Vale -Martha Graham Dance

Al contrario la danza moderna sin dai suoi esordi pone l’attenzione sulla forza di gravità o forza peso – gravity, sul peso del corpo, sulla forza come motore del movimento umano e del movimento danzato facendone uno dei punti focali su cui si basare la sua ricerca sin dagli inizi ‘900 e facendone uno dei suoi principi fondamentali ed imprescindibili. Le differenze tra le tecniche e gli stili della  modern dance risiedono in speciale misura proprio sull’uso che si fà di questa forza. Invece di sfidare la gravità, come nel balletto, i danzatori moderni hanno sempre sottolineato la sua incidenza ed il suo valore.

Basti pensare alle cadute della tecnica Graham, in cui la forza di gravità viene sfruttata per arrivare al suolo e risalire come in una unica forza dinamica ed in cui, grazie alla contraction – release, si riesce a controllare il centro di gravità del corpo sia nei tempi che nelle direzioni. La tecnica Graham ha una chiara relazione con il pavimento e con la gravità. Come in tutte le tecniche moderne anche la Graham sente che la danza ed il corpo appartengono alla terra e nella sua tecnica è evidente il riconoscimento del potere della forza di gravità non solo da un punto di vista fisico, ma anche psicologico. Molti degli esercizi della tecnica Graham richiedono che il danzatore cada in modo energico sul pavimento. Esistono infatti una serie ben codificata di Graham falls che prendono una parte considerevole dello studio della tecnica Graham incluse le cadute in piedi o viaggiando nello spazio, ed ogni caduta può essere diretta in avanti, indietro, di lato. In ognuna di esse il danzatore esercita una forte forza verso l’alto per neutralizzare la forza di gravità e sospendere il corpo nello spazio. Cadute come avvitamenti o ostacoli improvvisi, lentissime o rapidissime, sempre con un forte senso drammatico. Falling is not a literal representation of reality, but instead an embodiment of inner experience; not a reductive language, but a poetic language that derives its meaning from the layering of the physical and psychic.
Former Graham dancer Ellen Graff, 2004 (3)

Doris Humphrey, contemporanea della Graham, ed il suo movimento chiave di fall end recovery – caduta e recupero, come di balance e unbalance, è stata capace di dare vita ad una sperimentazione sull’uso della gravità i cui risultati sono ancora oggi alla base della ricerca della danza contemporanea, basti pensare alla tecnica release. La Humphey concepisce il movimento umano come lo spazio-tempo esistente tra la caduta (quando il corpo è fuori equilibrio) e il recupero (quando ritorna in uno stato di equilibrio) poichè è in questo spazio-tempo che si crea la sospensione del corpo e del movimento attratto dalla terra. …..technique, however, did have a clear set of principles that Humphrey articulated and that came to be known as “fall and recovery.” Starting with basic physical resources like breath, weight, balance, and spatial orientation, the dancer moves between the “death” of stasis and the activity of maintaining balance. As the body approaches an extreme of off-balance, it reverses or rebounds into another risky trajectory. The resulting vocabulary of swings, suspensions, falls, leaps, and turns, with variations of energy and threedimensional sculpting effects, produces exciting, viscerally expressive movement.(4)

Doris Humphrey (outdoors) in “New Dance”. Fonte: Jerome Robbins Dance Division, The New York Public Library

Il suo principale campo di interesse è stato proprio l’esplorazione delle dinamiche e della reazioni del corpo umano alla forza di gravità, secondo forze opposte di caduta e recupero (fall and recovery), equilibrio e disequilibrio (balance and unbalance), oscillazioni da una parte all’altra (swing and sway). Secondo la Humphrey i movimenti naturali dell’uomo, come camminare, correre, saltare, su cui compie una specifica ricerca, sono la prova della capacità dell’uomo e del corpo umano di sopravvivere ed agire in un mondo dominato dalla gravità in cui tutta la nostra vita oscilla tra resistenza e cedimento alla gravità

 

Il suo sistema di movimento (Doris Humphery), si basa essenzialmente su quella che lei considera essere la dialettica stessa  dell’uomo: il conflitto tra l’istinto di autoconservazione, corrispondente al mantenimento dell’asse d’equilibrio, e la spinta verso l’ignoto, verso la scoperta delle leggi che regolano la natura cioè verso quel punto morto cui tende la caduta.….Il corpo umano è per lei una complessa struttura di piccolissime “mozioni” che si oppongono alla forza di gravità ed hanno la funzione di compensare tutti quei moti che tendono a distruggere l’equilibrio. Ponendosi di fronte allo specchio, lei osserva che, quando esegue un movimento oscillatorio, si realizza automaticamente la tensione verso l’alto di piccole “mozioni” compensatorie e che, durante la caduta, forti correnti di energia attraversano il corpo nella direzione opposta, verso il recupero. Ogni movimento nella sua ottica si può considerare semplicemente come una serie di cadute e di recuperi ed essere definito come “the arc between two deaths” ovvero l’arco fra due punti morti. Questi ultimi sono rappresentati dall’inazione come negazione del movimento nell’equilibrio verticale di un corpo immobile e dalla staticità come distruzione del movimento al termine della caduta. I processi vitali ci agitano fisicamente di pulsioni continue, anche se minime cosicché, per la Humphrey, l’inazione e la staticità totali sono impossibili; il movimento è nella traiettoria fra le due.Il danzatore deve quindi creare sempre l’effetto di una riconquista del proprio asse di equilibrio, opponendo la propria energia alla caduta. La protagonista della scena è quindi proprio la forza di gravità ed esplicita è la lotta ad essa, in antitesi alla fuga verso l’alto del ballerino classico. (5)

Come non pensare alla Small Dance di Steve Paxton. 

Appare in tal senso particolarmente interessante la ricerca di Rudolf Von Laban che mette in relazione la forza di gravità – gravity, il peso del corpo – weight e la forza come vettore, come sforzo – effort. In Laban for All, si dice che il peso sia “la forza esercitata su un corpo da un campo gravitazionale” e che “la nostra capacità di stare in piedi dipende dalla tensione tra la forza del corpo e l’attrazione della gravità quindi, come già detto da Doris Humphrey, sembra che alcune persone ” cedano” alla gravità mentre altri “resistano”. Il principio ordinatore del sistema labaniano è l’azione – movement che si può ottenere solo con lo spostamento del peso corporeo.

Lo studio di Laban si concentra sulla coscienza che il danzatore deve avere del proprio movimento che gli permetta di creare delle mappe mentali spazio-temporali dell’area che il corpo attraversa. Le trace-forme, le tracce lasciate dalla forma che implicano sempre un disegno del movimento nello spazio, si creano modificando il centro di gravità del corpo e quindi producendo movimento. Tra le tante eccezionali scoperte di Laban è certamente quella dello spectrum, inteso cole la gamma di possibilità dello stesso elemento. Ed è così che scopriamo la possibilità di modulare i gradi della forza, come del peso, in una scala di possibilità che arriva sempre al suo opposto, come quello dal weight light – peso leggero ,al weight strong – peso forte.

 

Mary Wigman – Vibrato

Mary Wigman, che autodefisce la sua danza New German Dance per differenziarla dal balletto, sviluppa il suo stile espressionista collegando il movimento, più di quanto avesse fatto il suo maestro Laban o Dalcroze, ai significati più espressivi e tragici dell’uomo. Spostò il centro dell’energia cinetica dalle gambe alla schiena per enfatizzare la lotta contro la gravità piuttosto che una fuga verso l’alto. Spesso le sue coreografie erano vicine alla terra o proprio al suolo, portando il corpo a sentire ancora di più la forza di gravità come una forza preponderante. Si inginocchiava, si sedeva, si trascinava, si sdraiava o si accucciava. Her technique and choreography often consisted of “sliding, bouncing, vibrating, falling/dropping, and tensions. 

 

Gabriella Stazio

(vai al link per la seconda parte)

 

Foto

In Copertina – David Parson Dance Company

Citazioni e fonti

Crescenzo Tortora – Astrofisica in 1 minuto – La gravità è cattiva e pericolosa – agosto 2015 – (1)

Roberto Travan Blog – Attività fisica e forza di gravità – febbraio 2018 (2)

Wikipedia – The free encyclodedia – Graham tecnique (3)

Dance Heritage Coalition.org – Doris Humphrey by Marcia B. Siegel (4)

Università degli studi di Roma “La Sapienza” -Facoltà di Medicina e Psicologia
Tesi di Laurea Cattedra di Psicofisiologia Clinica –Esperienza della danza: spazio personale statico,e dinamica postural – corporea – Laureanda: Erica Venturi – Relatore Prof. V. Ruggieri – Correlatore  Prof. L. De Gennaro – Anno Accademico: 2010-2011 – (5)

www.contemporary-dance.org/mary-wigman.html (6)

www.britannica.com

www.home.hccnet.nl/j.w.nijenhuis/artikel/TheSpaceoftheFallonDancea.html

www.savannahindigo.wordpress.com

www.humankinetics.com

Doris Humphrey – The Art of Making Dance – 1959

www.junewygant.com

KennethLaws – Physics and Dance – Professor of Physics Emeritus at Dickinson College

Limon.org

Dalby Newlove- Laban for All, Nick Hern Books, United Kingdom-  2004

www.publishing.cdlib.org/ucpressebook

Wikipidia – edizione italiana ed inglese

 

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Direttore artistico, manager ed insegnante del centro internazionale "Movimento Danza”, fondato a Napoli nel 1979 ed accreditato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come "Organismo di Promozione Nazionale della Danza”. Coreografa e direttore artistico della pluripremiata "Compagnia Movimento Danza" e del "Performing Arts Group". Direttore artistico ed event manager di rassegne, festival, eventi e bandi di danza contemporanea. Promotrice italiana e direttore artistico della "Giornata Mondiale della Danza". Editore di "Campadidanza Dance Magazine". Presidente di "Sistema MeD - Musica e Danza Campania", associazione aderente all’Unione Regionale Agis Campania.