Il trasferimento del peso del corpo #  4 

 

Il trasferimento del peso del corpo rappresenta uno dei problemi fondamentali della danza. Infatti il movimento si attua solo attraverso lo spostamento del corpo e quindi del suo peso,o di una parte di esso. Se lo scambio, il passaggio di peso da una gamba all’ altra e quindi dalla gamba libera che invertendo la sua funzione all’ interno del passo diviene asse portante, se tale passaggio di peso non è accurato, preciso, senza sbavature o tentennamenti e nello stesso tempo naturale, il passo, il movimento perderà in leggerezza ed agilità, nonché in ampiezza, espressività, credibilità.

Un ballerino non dovrebbe mai avere esitazioni o paure nel trasferimento di peso e dovrebbe avere la capacità di decidere con rapidità e precisione in quali casi lo spostamento di peso debba risultare ampio e profondo, oppure limitato e circoscritto, poiché è attraverso la capacità di spostare il peso del corpo che il ballerino ha il controllo dello spazio che lo circonda, dello spazio scenico ed il controllo del rapporto che instaura con gli altri ballerini presenti sulla scena e con il pubblico.

Lo studio del trasferimento del peso occupa una parte fondamentale e preponderante nello studio della tecnica classica poiché è attraverso il trasferimento del peso del corpo che il ballerino fraseggia all’interno dei passi espressi da questo codice,ed è attraverso questa capacità e dalla sua piena padronanza che si esprime e si comprende la levatura artistica di un interprete.

L’equa distribuzione delle parti del corpo, degli arti rispetto al centro, ovvero il principio del contrappeso che si sviluppa agli inizi dell’800, è anch’esso una delle possibili applicazioni del peso al movimento coreutico. Il principio del contrappeso in cui l’equilibrio del corpo deriva non solo dall’ allineamento dei segmenti corporei lungo l’asse verticale, ma anche dal bilanciamento del tronco rispetto alla direzione che prende l’arto libero,soddisfa sia l’esigenza di simmetria propria della tecnica accademica, sia la statica delle posizioni che il corpo del ballerino assume.I contrappesi si sviluppano principalmente in base alla posizione di opposizione che il tronco assume rispetto alle gambe, ed in alcuni casi anche delle sole spalle o della testa. Lo studio del contrappeso è di fondamentale importanza nell’ esecuzione degli arabesques così come dell’ attitudes, ma non è estraneo alle grandi pose. Il contrappeso inoltre può avere una funzione espressiva come per la sola testa o statica, come per il tronco.  Alcuni atteggiamenti della tecnica accademica, dovuti ad esigenze stilistiche, sono costituiti al contrario da una distribuzione delle parti del corpo tronco-arti che si sviluppano nella stessa direzione.

Nello studio del trasferimento del peso si inserisce anche lo studio delle cinque posizioni dei piedi. Il mantenimento dell’equilibrio dopo un passaggio particolarmente complesso dipende dalla padrona che il ballerino ha di queste posizioni e dalla sua capacità di passare attraverso il baricentro del corpo.

I passi propri della tecnica classica accademica sono espressione del trasferimento del peso del corpo, così come i salti, in cui il peso del corpo si sospende in aria.

Il termine passo, pas,è una delle espressioni più complesse  della terminologia della danza accademica e che ha subito variazioni di significato nelle epoche e nelle scuole. Oltre a poter essere considerato come la forma semplice di movimento dal punto di vista tecnico-stilistico, nella sua prima codificazione data dall’ Académie Royale de Danse – 1661- il pas si suddivide in pas simple e pas composé.

Per pas simple si intende il singolo movimento completo di una gamba nell’atto di camminare o di danzare e per estensione si intende inoltre anche il trasferimento del peso del corpo da una gamba all’altra, quindi è la struttura portante dell’intero impianto coreografico di questa tecnica. Il pas simple si può sviluppare in una delle direzioni fondamentali, avanti, indietro, di lato, e con cinque movimenti diversi che la gamba può effettuare prima dello spostamento di peso: droit, in linea retta ,ouvert quando il piede descrive un arco prima si spostare il peso, rond quando il piede descrive un cerchio en dehors oppure en dedans, tortillé quando il piede ruota prima en dehors poi en dedan, battu quando il piede batte contro l’altro.

Possono avere dinamiche diversificate come pas pliè con l’arto portante piegato, oppure pas élevé, se le ginocchia sono tese ,pas sauté quando è saltato, pas battu quando vi è una battuta dei piedi, pas glissé,dove si presenti uno scivolamento della punta del piede a terra, pas tombé quando il corpo simula uno spostamento di peso in caduta, pas tourné quando sia presente una rotazione del corpo. Tale suddivisione dinamica del pas non subirà radicali cambiamenti se si pensa che nel 1894 Enrico Cecchetti definisce i sette movimenti fondamentali della danza in plier, étendre, rélever, sauter, tourner, glisser, élancer.

Per pas composé  è la combinazione di diversi pas simples che si sviluppano e collegano all’interno della medesima misura musicale, che sia binaria o ternaria. La denominazione di tali passi può essere di natura ritmica come contretemps, di natura dinamica come lo chassé, oppure prendono il nome dalla danza di cui solo il passo caratterizzante ,come ad esempio il pas de Bourre. Nell’ Ottocento poi pas diviene anche un termine coreografico che indica anche una delle parti di cui è composta la coreografia come ad esempio passo a due. Oggi l’uso del termine pas si differenzia nelle varie scuole. Per la scuola francese il pas è un esercizio formato da più tempi mentre nella scuola sovietica per pas si intendono le forme saltate sulle mezze punte o sulle punte contraddistinte da un trasferimento del peso.

I passi codificati della tecnica accademica sono circa un centinaio, ed ognuno di loro è definito sia nella sua terminologia che nella sua perfetta esecuzione spazio-temporale. I passi vengono poi riuniti, assemblati tra di loro in legazioni, variazioni, che seguono una logica sia tecnica che stilistica che artistica, per diventare il codice, il linguaggio attraverso il quale esprimersi.

Gabriella Stazio

BOX

I cinque salti  – La suddivisione dei salti tiene presente lo spostamento del peso del corpo sulle gambe ed in base a questo vengono definiti. Esistono cinque diversi tipi di salto: spinta su due piedi e caduta su due piedi; spinta su due piedi e caduta su un piede; spinta su un piede e caduta su due piedi; spinta su un piede e caduta sull’altro; spinta e caduta su una sola gamba. All’ interno di questa suddivisione di base si individuano poi i grandi, medi e piccoli salti che tengono invece conto del grado di potenza e di elevazione necessari alla loro effettuazione. Le regole del salto variano a seconda della tipologia del salto stesso, sempre tenendo conto che qualsiasi salto deve esprimere leggerezza, elevazione, balzo, elasticità, potenza, velocità. Il salto riassume in sé un insieme di movimenti con tre caratteristiche diverse: elevazione, trasferimento del peso, discesa.

 

Foto

Natalia Osipova e Vladimir Vasiliev – in copertina

Giselle – Marianela Nunez- Royal Ballet-credit Tristram Kenton ROH -2011

Igor Kolb e Anastasia Matvienko in Grand Pas Classique. Photo © Mariinsky Theatre

Svetlana Zakharova

Antonino Sutera -Le prove di Notre – Photo credit: Rudy Amisano Teatro alla Scala

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Direttore artistico, manager ed insegnante del centro internazionale "Movimento Danza”, fondato a Napoli nel 1979 ed accreditato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come "Organismo di Promozione Nazionale della Danza”. Coreografa e direttore artistico della pluripremiata "Compagnia Movimento Danza" e del "Performing Arts Group". Direttore artistico ed event manager di rassegne, festival, eventi e bandi di danza contemporanea. Promotrice italiana e direttore artistico della "Giornata Mondiale della Danza". Editore di "Campadidanza Dance Magazine". Presidente di "Sistema MeD - Musica e Danza Campania", associazione aderente all’Unione Regionale Agis Campania.