Marika Di Remigio

NAPOLI – Marika Di Remigio è una giovane autrice, classe 1996, nata e cresciuta a Milano. Dopo lo studio di diverse discipline coreutiche si avvicina alla danza contemporanea mediante il Centro di Alta Formazione per la Danza ArteMente che frequenta dal 2016 al 2019 nella sua città. Durante gli anni di formazione viene a contatto con differenti linguaggi: Batsheva Dance Company, NDT, Sidi Larbi Cherakoui, Tanztheater Wuppertal, AkramKhan Company, Sasha Waltz & Guests, ICK, Ultima Vez, MK. Ha danzato in A Place Between di Lukas Timulak del Netherlands Dance Theater, in #Oggièilmiogiorno di Silvia Gribaudi e per il festival Radic’arte – azioni danzate per la comunità.

Si avvicina alla creazione coreografica nel 2019, debuttando con OMAGGIO al Teatro PimOff di Milano. Lo stesso lavoro viene presentato a YOUNGUP! dell’ Hangartfest di Pesaro.

Il 22 dicembre 2021 il suo lavoro Saturno II è tra i finalisti di Residanza – La casa della nuova coreografiabando di residenza coreografica indetto da Movimento Danza – Organismo di Promozione Nazionale e parte del progetto Gap! Change! Now! | Projects for the next dance generation 2018/2021, progetto che gode del sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Campania.

Abbiamo intervistato Marika Di Remigio nei primi giorni del 2022 per conoscere meglio il suo lavoro e i suoi progetti presenti e futuri.

Quando e in che modo è avvenuto il suo avvicinamento alla creazione coreografica?

Dopo una formazione in danza che mi ha permesso di avvicinarmi alla danza classica, modern e al tip-tap e terminato il Liceo Linguistico mi sono avvicinata quasi per caso al Centro di Alta Formazione per la Danza ArteMente a Milano, nella mia città. Il primo approccio alla danza contemporanea è stato un approccio di formazione intensa, in cui mi sono confrontata con diversi stili e linguaggi. Poi è stata la scuola stessa a stimolare in me, come nei miei compagni/colleghi di corso, la possibilità di creare in una direzione sperimentale.

La sua prima creazione Omaggio quindi è nata nel contesto di formazione e di studio. Poi cosa è successo? Ha deciso che era un percorso che le interessava?

Sì, in realtà forse dentro di me lo sapevo già da prima. Poi con una serie di strumenti di conoscenza e mediante lo studio ha iniziato ad interessarmi sempre di più. Omaggio ha rappresentato una presa di coscienza delle possibilità che il “creare” poteva offrirmi.

Cosa ha voluto raccontare in Omaggio?

Il progetto “Omaggio” nasce dall’osservazione della tendenza del dover lasciare il proprio paese. Il tema del “lasciare” e dell’affrontare qualcosa che si perde mi ha permesso di affrontare temi profondi e intimi sempre utilizzando il corpo come mezzo per raccontare.

Saturno II è il progetto selezionato per la finale di Residanza 2021. Qual è invece la genesi di questo progetto?

Inizialmente era un lavoro con 6 performer che rientrava nella sezione del progetto coreografico Starting Project creato dal Centro di Alta Formazione per la Danza “ArteMente” che ogni anno dà la possibilità ad un allievo diplomato di avere un proprio spazio creativo dove poter creare e ricercare con gli allievi della formazione. Ho strutturato il progetto partendo dal concetto di comunicazione tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020. Purtroppo il mio, come tantissimi altri progetti, è stato interrotto a causa della pandemia.

Cosa ha determinato la pandemia in lei rispetto al suo lavoro e al suo percorso?

Ho finito il percorso di formazione ad ArteMentre nel 2019 e quindi il 2020 per me avrebbe dovuto essere un anno molto importante, in cui continuare a lavorare sodo e cercare di andare un po’ oltre in termini di possibilità operative… purtroppo sappiamo tutti come è andata. Nei fatti per me, dopo 3 anni molto intensi di studio e opportunità, il 2020 si è rivelato l’anno di svuotamento e di digiuno. Sono stata attiva, come tanti, anche nella dimensione del lockdown e delle varie zone rosse/arancioni etc, ma sappiamo tutti che non è come essere attivi in una condizione di normalità. La ripresa, tuttora in corso, è molto dura e occorre avere molta forza su parecchi fronti.

Torniamo al progetto presentata a Residanza 2021. Saturno II ha avuto poi un suo sviluppo successivo. Come è andata?

Ho sviluppato il passo a due con Giaia Figini ed Enrico Luly. Oltre Residanza che mi ha permesso di presentarlo al Ridotto del Mercadante è stato selezionato per partecipare alla serata finale del bando “Call from the Aisle” e per prendere parte alla residenza artistica “the Workroom Vapore” presso la Fabbrica del Vapore di Milano.

Saturno II affronta il tema della comunicazione tra due unità differenti che si dividono la cena. Quali sono stati i suoi riferimenti tematici?

Dal punto di vista tematico ho voluto affrontare e analizzare la comunicazione mediante il suo ostacolo: l’incomunicabilità. Ho voluto mettere in scena due persone che pur interagendo non comunicano. L’ego di uno e dell’altra si sovrappongono e non riescono a disinnescare la loro stessa lotta nel cercare di trovare la chiave giusta per comunicare. I due protagonisti/performer arrivano a dimenticarsi dell’altro e viceversa. Questo tema mi interessava da prima che la pandemia scatenasse anche la crisi di una comunicazione “alterata” ma, nel mio piccolo, ho cercato di portare avanti questa ricerca partendo dalla mia esperienza personale.

Cosa c’è della sua esperienza personale – se vuole dirmelo – in Saturno II?

Il silenzio e l’uso che ne faccio quando riesco a condividerlo con un’altra persona.

Più in generale quali sono i suoi riferimenti culturali che determinano le sue ispirazioni?

Sicuramente Nicolò Abbattista e Christian Consalvo che sono stati i miei maestri in accademia sono dei riferimenti molto importanti per me. Poi in generale sono molto legata a tutte le esperienze che ho avuto come performer… e mi interessa molto l’arte visiva, la fotografia e il video. Sono tutti aspetti artistici che spero di approfondire sempre di più e con cui trovare una connessione creativa.

Quali sono i suoi progetti per il futuro?

Studiare, studiare sempre. Pensare al futuro è molto difficile e mi piace vivere e concentrarmi sul presente ma nell’immediato futuro vedo lo studio e l’applicazione pratica in progetti che mi possano permettere di trovare un mio spazio in cui posso far confluire i miei interessi e i miei desideri.

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