Venerdì 5 maggio alle ore 18 nel Teatro Ruskaja dell’Accademia Nazionale di Danza di Roma verrà presentato il libro Mary Wigman e la danza tedesca del primo Novecento di Susanne Manning. Si tratta del secondo appuntamento della rassegna Librindanza 2017 incentrato sulla traduzione ad opera di Maria Grazia Bosetti di Ectasy and the Damon: Feminism and Nationalism in the dances of Mary Wigman, una ricerca che è da considerarsi un classico degli studi storici sulla danza del Novecento. Scritto nel 1993 dalla Manning, docente di English Theatre and Performance Studies alla Northwestern University di Evanston nell’Illinois, è documentato in maniera preziosa ed accurata ed affronta la vita e la personalità artistica di Mary Wigman (1886-1973), esponente geniale e controversa della danza tedesca durante gli anni della Repubblica di Weimar, prima, del nazismo poi ed infine della Germania nell’età della Guerra Fredda . La presentazione del libro sarà arricchita dalla presenza della curatrice, la studiosa Patrizia Veroli, ricercatrice indipendente specializzata in particolare sulla danza del Novecento; da Roberta Ascarelli, presidente dell’Istituto Italiano di Studi Germanici che ha edito nel 2016 il volume, e da Laure Guilbert, ricercatore associato al Centre Marc Bloch di Berlino e responsabile curatore per l’editoria di libri sul Balletto all’Opera di Parigi.
Lo sguardo della Manning punta a ricostruire come nacquero le coreografie della Wigman, come furono rilette in seguito attraverso i filtri delle memorie della stessa autrice e come sono considerate dalla storiografia della modern dance. Il suo debutto come Solista si ebbe nel 1914 con la prima versione della danza della strega (Hexentanz), assolo danzato interamente da seduta, con una maschera che tendeva a cancellare l’individualità alla ricerca dell’universalità dell’essere umano. In seguito verrà riproposto in diverse versioni e diverrà il suo emblema.
Ad Amburgo, all’età di 33 anni, fu consacrata dal pubblico come una delle più grandi danzatrici tedesche, anche se spesso nei suoi confronti non c’era un consenso unanime. Fondò nel 1920 a Dresda una scuola innovativa di danza moderna che nel 1930, dopo una trionfale tournée negli Stati Uniti, si ampliò con una sede a New York. Fu grazie alla sua allieva e assistente Hanya Holm, designata a dirigere detta sede, che il metodo della Wigman si diffuse oltreoceano fino ad influenzare in modo considerevole uno dei maggiori coreografi americani: Alwin Nikolais.
Altro aspetto importante per la Manning è l’assenza della danza negli studi sulla cultura nazista che invece affascinò la creatrice dell’ ausdruckstanz, sistema di insegnamento basato sulla respirazione e sul principio della tensione/distensione (Anspannung/Abspannung).
La serata si concluderà con una performance di Annarita Fadda, dal titolo Omaggio a Mary Wigman, coreografia di Enrica Palmieri su musiche di Anthony Gonzalez e Marco Melia con voce della stessa Wigman.
La sesta edizione di Librindanza, curata da Natalia Gozzano, Storico dell’Arte e da Marco Ariano, Percussionista, entrambi docenti dell’And, seguirà con altri due appuntamenti: Il 20 maggio si parlerà di Luciana Savignano. L’eleganza interiore di Emanuele Burrafato (Gremese editore, Roma 2016). Parteciperanno l’étoile Luciana Savignano, Alberto Testa, storico della danza, Claudia Celi, docente di Storia della danza dell’And, introdurrà Clarissa Mucci, docente di Tecnica accademica all’And, sarà presente l’autore. A novembre si presenterà Memoria e materia della danza: Problemi conservativi di un patrimonio culturale immateriale di Elisa Anzellotti, Edizioni Accademiche Italiane 2016; e il 24 novembre Recherches en Danse, la rivista dell’Associazione Chercheurs en Danse, n. 5 Ramificazioni. Metodologie negli studi della danza (Italia-Francia), a cura di Federica Fratagnoli, Marina Nordera e Patrizia Veroli.
Roberta Albano