TORINO – Café Müller, un piccolo gioiello nel centro di Torino dall’atmosfera un po’ bohemienne. La Fondazione Cirko Vertigo è una realtà che negli ultimi anni in Piemonte sta rinnovando e innovando il concetto di arte performativa, da un lato salvaguardandone i valori costitutivi, ossia la capacità di essere e farsi comunità; dall’altro, svolgendo una continua attività di ricerca artistica. In questo contesto si inserisce la rassegna Solo in teatro, e lo scorso weekend il pubblico ha incontrato Sergio Antonino con il suo assolo EQUIVOCO.

Il patto di fiducia con il pubblico

Gli spettatori vengono invitati nella galleria del teatro ad assistere alla proiezione di una video intervista e di alcune immagini del dietro le quinte. Un atto di sensibilizzazione che non si può dire sia frequente nel sistema italiano.

Ci si sposta poi nella platea dove non vi è differenza di livello con “il palco”: viene così già sussurrata l’intimità dell’evento. È lo stesso danzatore a chiudere le porte della sala, suggellando un patto di fiducia con il pubblico e creando uno spazio ideale in cui l’artista può esprimersi davvero liberamente. Questo gesto iniziale è come se affermasse “adesso è un una questione tra me e voi”. Il teatro è tale nel momento in cui si fa metafisica comunione senza tempo tra sensibilità convergenti. E l’altra sera al Café Müller pare che questo intento sia stato raggiunto.

Il sentimento contraddittorio, non univoco

Il coreografo parte infatti da una riflessione maturata durante il periodo di chiusura e di immobilità causato dalla pandemia. O meglio da quel sentimento contraddittorio, non univoco appunto: da un lato la frustrazione, dall’altro una sorta di leggerezza data dalla liberazione dall’occhio logorante del fruitore. Un logoramento non maligno, ma sicuramente violento che qualsiasi bravo artista percepisce. Così Antonino decide di fermarsi, di riflettere e di tornare sulla scena più consapevole. È arrivato il momento di un assolo, di un confronto diretto, faccia a faccia, con il pubblico.

Da un lato la forma e l’intellettualismo dall’altro l’energia e la passione

Nella prima parte della performance il danzatore esplora una coreografia che generalmente è abituato a fare con il suo compagno d’arte Avi Kaiser. Elabora, quindi, uno studio sull’assenza, sullo spazio vuoto e sull’effetto che suscita tutto questo nello spettatore. Da subito mostra movimenti e gesti attenti e precisi.

Inizia poi ad essere lui a guardare, scrutare e giudicare il pubblico. Ma, allo stesso tempo, gradualmente si espone sempre di più. Se inizialmente lo sguardo dell’osservatore è riflessivo e ancora giudicante, in un secondo momento si fa completamente emotivo e autentico. Fino ad arrivare al culmine delle tensioni messe in campo: l’artista si mette totalmente a nudo in tutta la sua individualità ed interiorità.

Antonino si definisce come la componente intellettuale e formale della Kaiser-Antonino Dance Ensemble, completata, appunto, da quella istintiva ed energica di Avi Kaiser. Certamente in Equivoco si nota la tecnica, la forma, l’attenzione al dettaglio ed un certo intellettualismo, testimoniato anche dalle efficaci citazioni a Carmelo Bene. Ma dall’altro lato c’è anche tutta l’energia, la passione e l’amore in questo necessario e ben riuscito dialogo con lo spettatore.

Café Müller, insieme agli artisti con cui collabora, non si è dimenticato, come altre realtà stanno facendo, della chiusura forzata appena trascorsa ed è ancora possibile vedere Equivoco, come le altre performance di Solo in teatro, on demand su NicePlatform.

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