Riceviamo e pubblichiamo una lettera della Professoressa Anna Maria Galeotti docente dell’Accademia Nazionale di Danza.

“Gentile Dott.ssa Tramontano, 

Le scrivo nella sua qualità di direttore della rivista WEB meglio specificata in indirizzo tenuto conto del fatto che in linea di principio anche la rivista online è un prodotto editoriale normalmente con una propria testata identificativa, diffuso con regolarità in rete; che commenta e critica notizie di attualità dirette al pubblico; che ha un direttore responsabile, iscritto all’Albo dei giornalisti; che è registrato presso il Tribunale del luogo in cui ha sede la redazione; che ha un hosting provider, quale stampatore, e un editore registrato. 

Trova in altri termini piena applicazione il diritto di rettifica e ogni disposizione volta a disciplinare la stampa periodica.  

Ebbene nel “pezzo” firmato da Eleonora Tempesta dal titolo “No alla nomina del Direttore AND, Dino Verga “Modalità fumose”, dalla sua rivista pubblicato in data 26 maggio 2023 (all. 1), che ha già avuto migliaia di visualizzazioni, vengo chiamata in causa e sono formulate una serie di considerazioni che ritengo quantomeno inesatte e che sollecitano, malgrado la mia estrema ritrosia a intervenire pubblicamente sul tema, una risposta dettata dalla necessità quantomeno di riportare dei fatti oggettivi non suscettibili di margini di apprezzamento personali. 

Si legge in apertura del pezzo che “Il 18 maggio 2023 è arrivata l’ordinanza del Consiglio di Stato sul ricorso fatto dalla professoressa Galeotti che è la neoeletta direttrice dell’Accademia Nazionale di Danza alle elezioni del 3 aprile”. 

Questa affermazione non è corretta ed è anzi manifestamente erronea. 

Con ordinanza n. 1998/2023, la Settima Sezione del Consiglio di Stato si è pronunciata sull’appello cautelare proposto dall’Accademia Nazionale di Danza e dal Ministero dell’Università e della Ricerca nei confronti della Direttrice Prof.ssa Maria Enrica Palmieri nonché nei confronti della scrivente. Il ricorso in appello è stato dunque proposto dall’Amministrazione e non dalla scrivente che è stata invece chiamata in giudizio quale semplice “controinteressata”.  

Tale informazione si ricava dalla  consultazione del sito web della giustizia amministrativa inserendo, nella sezione “decisioni e pareri”, anche il solo nome delle parti (non trattandosi di decisione oscurata per ragioni di privacy). 

Invero, per amore di verità e precisione, si evidenzia che la decisione cautelare del Consiglio di Stato aveva ad oggetto un’ordinanza resa del giudice di primo grado (e cioè il TAR Lazio) non nei confronti della scrivente bensì del Prof. Alfredo Verga (detto Dino). 

Anche tale informazione avrebbe potuto essere facilmente accertata per effetto della sola consultazione del sito internet della giustizia amministrativa (nella sezione di cui sopra) e del testo dell’ordinanza del TAR per il Lazio n. 1869/2023 (è sufficiente come detto conoscere il nome delle parti). 

Gli errori sono comunque numerosi. Si legge ancora “La recente sentenza rinvia l’entrata in vigore della nuova direzione a novembre 2023”. Magari è un puro lapsus , ma in materia non è intervenuta a mia conoscenza nessuna sentenza bensì delle semplici ordinanze e il TAR Lazio è chiamato il prossimo 14 giugno, come ancora una volta facilmente verificabile via web e poi anche detto nell’articolo stesso, a decidere nel merito sul ricorso proposto dall’attuale direttrice. Ricorso che, si ricava dalla semplice lettura dell’ordinanza del TAR Lazio, è stato proposto contro l’Amministrazione e contro lo stesso Prof. Alfredo Verga essendo la scrivente stata chiamata in causa soltanto successivamente alla stessa decisione del TAR Lazio. 

Il virgolettato nel titoletto circa presunte “modalità fumose” appare manifestamente contraddetto proprio dall’ordinanza del Consiglio di Stato che l’articolo vorrebbe in qualche modo commentare. Nella decisione del Supremo Organo della giustizia amministrativa si legge che: “(l)’ingresso in carica in corso d’anno del nuovo Direttore, la legittimità della cui elezione non è revocata in dubbio…”. 

Contrarie affermazioni, circa una qualche irregolarità sostanziale del decreto di indizione delle elezioni tale da pregiudicare per effetto del giudizio in corso la mia nomina, ventilate nell’articolo (e in particolare laddove si legge che “Si, aspettiamo la sentenza del TAR prevista per il 14 giugno sul ricorso fatto dal direttore Enrica Palmieri. Questa sentenza potrebbe decretare l’irregolarità del decreto direzionale, invalidando quindi l’elezione del nuovo direttore. In questo caso, si dovrebbero rifare le elezioni e comunque il nuovo direttore non potrà entrare in carico prima del nuovo anno accademico, a novembre”) non trovano pertanto conferma alcuna nella richiamata decisione interinale del giudice amministrativo. 

Peraltro sia che nel 2017 che nel 2020 il direttore eletto è entrato in carica ben prima dell’inizio dell’anno accademico, prassi quindi consolidata dell’Accademia nonché espressamente contemplata dalle regole che reggono l’ente.

Alla luce di quanto premesso, vi invito a  provvedere nel più breve tempo possibile alla pubblicazione della rettifica di cui sopra”. 

Cordialmente

Ringrazio 

Anna Maria Galeotti

La replica di Campadidanza

Pubblichiamo la lettera della professoressa Anna Maria Galeotti, perchè siamo una testata giornalistica che, come lei ci ha ricordato con molta precisione nell’incipit della suo scritto, ha come qualsiasi “prodotto editoriale” la missione di dare voce a tutti e di fare informazione. Per questo accogliamo il suo intervento come abbiamo accolto le dichiarazioni di Dino Verga. Come testata giornalistica ci poniamo l’obiettivo di dare spazio a tutti riportando fedelmente le dichiarazioni di chi intervistiamo, e questo abbiamo fatto con Dino Verga. Lo stato dei fatti è che lei è stata eletta ma ancora non nominata e si aspetta il 14 giugno che il TAR si pronunci sul ricorso fatto dal Direttore in carica Enrica Palmieri che, come lei scrive, potrebbe invalidare “il decreto direzionale”. La notizia è questa.

Da parte mia, dell’editore e di tutta la redazione c’è una unica speranza che si trovi velocemente soluzione a una vicenda che sicuramente non fa bene all’immagine dell’Accademia Nazionale di Danza, unico istituto di Alta Formazione italiano. Non fa bene all’Accademia ma soprattutto ai suoi allievi costretti a studiare in un clima di incertezze e di confusione. E forse prima di tutto bisognerebbe pensare a loro.

Raffaella Tramontano

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Le vicende dell’AND

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