ROMA – Una giornata emozionante ieri a Roma nell’Aula dei Gruppi Parlamentari dove è stata celebrata Vittoria Ottolenghi, scrittrice, saggista e soprattutto critico di danza, che proprio ieri avrebbe compiuto 100 anni. “Festa tra terra e cielo” il titolo che si è voluto dare all’incontro, che è anche il titolo di un suo evento. In molti sono intervenuti a ricordarla: coreografi, danzatori, direttori di teatro e chiaramente la famiglia, le figlie e i nipoti. Al tavolo istituzionale Claudio Barbaro Presidente ASI, associazione che ha organizzato la manifestazione con il contributo del Ministero della Cultura e Sottosegretario al Ministero dell’ambiente e della sicurezza, l’On. Federico Mollicone (Presidente VII Commissione Camera dei Deputati), Mvula Sungani (Consigliere per la Danza del Ministero della Cultura) Francesco Giambrone (Sovrintendente dell’Opera di Roma). A moderare il bravissimo Nino Graziano Luca, conduttore radiofonico e direttore artistico della Compagnia Nazionale di danza Storica.

Tanti i ricordi personali e gli aneddoti che sono stati raccontati. “Prima di Vittoria Ottolenghi la danza non era riconosciuta come genere autonomo – ha detto il Sovrintendente Giambrone – Veniva chiesto a noi critici musicali di occuparci anche di danza. Con lei la situazione è cambiata e la danza è stata riconosciuta”. “Ero un ragazzo difficile – ha raccontato invece Mvula Sungani – avevo un caratteraccio, ma grazie ai suoi consigli ho trovato la mia strada. E di lei mi è rimasta impressa soprattutto una frase ‘L’unica cosa da fare quando c’è un ghetto è buttare giù le mura’”.

Il messaggio di Vittoria Cappelli: “Siamo state le due Vittorie per 25 anni”

Assente ma presente con un appassionato messaggio Vittoria Cappelli che per anni ha collaborato con la Ottolenghi. A leggerlo Mvula Sungani: “Quello di stamattina è un omaggio dovuto – ha scritto – indispensabile. Siamo state le 2 Vittorie per 25 anni. Abbiamo portato la danza in luoghi sconosciuti e straordinari. Ci ha unite la voglia di promuovere la danza, arte sublime. Ci ha unita un amore: la danza”.

Particolarmente commossa Simona Marchini che alla Ottolenghi era legata da una profonda amicizia. “Era una donna che sapeva starti accanto, ti donava amicizia. Indimenticabile il suo humour inglese, la sua ironia sottile”.

“Piacere sono Vittoria Ottolenghi, noi siamo della stessa razza antropologica”

Toccante anche il ricordo di Donatella Bertozzi, storica, giornalista e critico di danza: “Vittoria era una autentica intellettuale – ha detto – per lei la danza era una forma di militanza politica. Ci siamo incontrate la prima volta a un convegno, io era giovanissima e, nonostante ci fossero tante persone autorevoli a parlare, ad un certo punto ebbi la sfrontatezza di intervenire con il mio entusiasmo giovanile. Alla fine della giornata Vittoria mi fermò e guardandomi dritta negli occhi mi disse: ‘Piacere sono Vittoria Ottolenghi, noi siamo della stessa razza antropologica’. Una frase indimenticabile”.

“Una volta mi ha scritto una recensione cattivissima stroncando un mio spettacolo – ha ricordato invece Luciano Cannito coreografo, regista e Presidente del Teatro Stabile di Napoli – Decisi di scriverle una lettera ‘piccata’ alla quale lei rispose dandomi una lezione di vita: ‘Luciano ricordati non devi mai preoccuparti di una recensione negativa, ma quando nessuno scrive di te”.

“Prima di altri ha capito che avevo le potenzialità per farcela – ha detto commosso Giuseppe Picone ètoile internazionale – La mia fortuna è stata incontrare lei, e poi Carla Fracci e Beppe Menegatti”.

Gabriella Stazio: “La mia carriera è esplosa dopo una sua recensione”

Commossa Gabriella Stazio coreografa napoletana, Presidente dell’Associazione Sistema MeD Musica e danza ed editore di Campadidanza dance magazine: “La mia carriera è esplosa dopo una recensione entusiasta di Vittoria Ottolenghi. In molti dobbiamo a lei il successo. Il nostro primo incontro fu traumatico. Venne a vedermi a teatro e a fine spettacolo mi fecero sapere che voleva parlarmi. Terrorizzata andai nel foyer e lei mi disse ‘Non ricevo comunicazione dei suoi spettacoli. Come mai?’. ‘Mi dispiace – le risposi mortificata – forse non abbiamo il suo recapito telefonico’. E lei ribattè secca: ‘Sono sull’elenco telefonico’. Negli anni siamo ci siamo legate moltissimo al punto che è stata anche testimone alle mie nozze e mi ha regalato per quella occasione un disegno che Lindsay kemp aveva fatto su un foglio di carta durante una cena. Un regalo prezioso e unico per chi ama la danza”.

La figlia Beatrice Corsini: “Amava i giovani ma considerava importante il passato”

A chiudere la mattinata di ricordi, la figlia della Ottolenghi, Beatrice Corsini: “La mamma era una donna molto intelligente. Non ha mai dimenticato le sue radici. ma ho sempre pensato che fosse ebrea per caso, ma antifascista per scelta. Aveva la grande capacità di mettersi in ascolto degli altri. E’ stata una mamma ingombrante e difficile da gestire che però ci ha trasmesso l’amore per l’arte e la cultura. Ha sempre amato i giovani, ed era sempre alla ricerca di nuovi talenti, ma considerava importante il passato dal quale secondo lei bisognava sempre apprendere. Ho portato questo Schiaccianoci di legno, un oggetto che amava molto, gli manca un braccio, l’ha perso negli anni. E’ un po’ scolorito ma la mamma lo ha amato fino all’ultimo e mi piacerebbe che fosse visto come un Testimone. Spero che qualcuno lo raccolga”.

Premio a Emanuela Bianchini e Raffaele Paganini e poi uno spettacolo all’Accademia Nazionale di Danza

La mattinata si è conclusa con la premiazione di Raffaele Paganini ed Emanuela Bianchini che hanno ricevuto la Medaglia della Camera per le Eccellenze.

A chiudere la giornata dedicata al compleanno di Vittoria Ottolenghi “Li Mejo Fiori” Serata di danza e parole nel suggestivo Teatro Ruskaja dell’Accademia Nazionale di Danza. Le parole sono state affidate a Cecilia Delle Fratte, nipote della Ottolenghi che ha recitato alcuni pezzi tratti da un suo spettacolo intitolato “Vittoria”. In scena si sono visti danzare Ivana Mastroviti e Clement Haenen di CCN Aterballetto che hanno presentato “O” coreografia di Philippe Kratz su musiche di Mark Pritchard; Daniele Iuliano e Riccardo Procacci della Compagnia Roma City Ballet che hanno presentato “Wonderboys” coreografia di Fabrizio Prolli, musiche Aiello; Sasha Riva e Simone Repele di Daniele Cipriani Entertainment in “Sinking” coreografia di Riva & Repele, Rebecca Rossi e Giuseppe D’Avanzo di UDA Company in “Pregiudizio”, coreografia di Ilenya Rossi; Giulia Strambini e Paolo Barbonaglia del Balletto di Roma in “Clair de lene” coreografia Valerio Longo, musiche di Claude Debussy; Federica Maine e Michele Satriano della Compagnia di ballo del Teatro dell’Opera in “Windgames” coreografia Patrick de Bana, musiche di Čajkovskij; Giuseppe Picone in “La danza nel piatto”, coreografia Giuseppe Picone su musiche di Carl Off; Emanuela Bianchini e Damiano Grifoni della Mvula Sungani Physical Dance in “Tra terra e cielo” coreografia di Mvula Sungani, musiche Nick Cave. Tutti bravissimi.

Al tavolo

Iscriviti alla Newsletter

Giornalista professionista dal 1987, è direttore responsabile di Campadidanza Dance Magazine, fondato nel 2015 con Gabriella Stazio. Dopo aver lavorato per quasi venti anni nelle redazione di quotidiani, ha scelto la libera professione. E’ stata responsabile Ufficio Stampa e pubbliche relazione del Teatro di San Carlo, del Napoli Teatro Festival Italia, dell'Accademia Nazionale di Danza, responsabile Promozione, e marketing del Teatro Stabile di Napoli/Teatro Nazionale. Ha curato numerosi eventi a carattere nazionale e internazionale. Con Alfredo d'Agnese, nel 2015 ha fondato R.A.R.E Comunicazioni società press & communication.