NAPOLI – Si è svolta ieri sera la finale del bando di sostegno per giovani coreografi under 35 “Residanza – La casa della nuova coreografia” indetto da Movimento Danza – Organismo di Promozione Nazionale di Gabriella Stazio che ha visto premiare il duo Vidavè, Noemi dalla Vecchia e Matteo Vignali.
L’iniziativa, giunta alla sua della 10° edizione, è finalizzata a favorire il ricambio generazionale nell’ambito della danza ed è parte del progetto “New Dance Box – scouting, promotion and more 2022/24” che gode del sostegno del MiC e della Regione Campania, in collaborazione con Teatro di Napoli – Teatro Nazionale.
La serata è stata moderata da Elisabetta Testa, docente e critica di danza alla presenza di una giuria eccezionale riunitasi per l’occasione a Napoli: Mimmo Basso, direttore operativo Teatro di Napoli / Teatro Nazionale, Anna Cremonini, direttrice Torinodanza Festival, Nicola Galli, danzatore e coreografo under 35, Matteo Negrin, direttore Fondazione Piemonte dal Vivo, Cristina Kristal Rizzo, coreografa e dancemaker toscana e presieduta da Gabriella Stazio stessa,
quest’ultima senza diritto di voto.
Dopo una breve introduzione sulla storicità del bando, la sua evoluzione nel tempo (un afflusso di oltre 90 candidature!) e alcune considerazioni di Gabriella Stazio sulla creatività di ieri e di oggi – tematica quella della creazione molto cara a Gabriella e che ricollega intimamente alla biologia della natura umana – la serata ha offerto al pubblico le 3 performance finaliste selezionate da un doppio processo di scrematura.
“Wood” del Collettivo Funa con Maria Anzivino
Si è iniziato con “Wood”, installazione performativa / primo studio, coreografia del collettivo FUNA danzata dalla bravissima Maria Anzavino che ci ha condotti in un’esplorazione di un elemento difficile da domare: delle tavole di legno. La difficoltà non viene celata ma, anzi, è proprio la durezza del materiale e l’instabilità della sua forma ad essere base di partenza della ricerca che offre linee, sguardi e soluzioni inattese.
“Spoken Dance/Figure coreografiche”
Il successivo lavoro che va in scena è “Spoken Dance / Figure coreografiche” del duo Vidavè, secondo step di un progetto di ricerca più ampio che indaga sul dialogo tra linguaggio parlato e quello danzato, su uno score sonoro di interventi musicali e parlati, tratti dalla cultura letteraria e popolare da cui trae origine e ispirazione la composizione del movimento. Noemi dalla Vecchia e Matteo Vignali offrono al pubblico una qualità e un’intensità di movimento densi e materici.
“Icaro” di Rocco Summo danzata con Salvatore Sciancalepore
Ultimo, in senso temporale, è “Icaro”: una coreografia di Rocco Summo danzata insieme a Salvatore Sciancalepore sui temi della libertà e del coraggio che ricolloca il mito di Icaro e il suo folle volo verso il sole in un ambient distopico futurista dal sound design, dai costumi e dalla coreografia che trasmette furia, orgoglio e forza.
Dopo aver attribuito un punteggio individuale, i membri della giuria si sono riuniti in plenaria per identificare il primo classificato, mentre Elisabetta Testa e il pubblico del Ridotto hanno potuto godere di un interessante momento di approfondimento con i giovani finalisti.
Scopriamo quindi che il collettivo FUNA di Napoli è tutto al femminile e di recente creazione, e che “Wood” nasce in una versione per 3 interpreti che si confrontano con l’elemento del legno. La ricerca del duo Vidavè trae origine da una grande passione condivisa per l’Hip Hop e la Street da cui traggono il fascino della relazione tra gesto e parola.
Rocco Summo e Salvatore Sciancalepore, residenti a Bologna ma pugliesi di origine, avevano invece immaginato “Icaro” come trio con la danzatrice Sofia Zanetti, che per un’imprevisto dell’ultimo minuto, non è riuscita ad arrivare a Napoli (un plauso ai performer che sono riusciti a non far sentire la mancanza del terzo
corpo in scena).
Ritirano il 1° premio gli emozionatissimi Noemi Dalla Vecchia e Matteo Vignali. La giuria proclama infatti “Spoken Dance / Figure coreografiche” come vincitore, sulla base (citando Nicola Galli). dell’accuratezza della ricerca che i due coreografi stanno portando avanti nella relazione tra senso, significato, semantica, gesto. Anna Cremonini ringrazia l’occasione di confronto che è sempre ricca e fertile, a cui si aggiunge anche Cristina “Krystal” Rizzo, che rinnova i complimenti a tutti i finalisti. Mimmo Basso sottolinea infatti che questo è solo un inizio e l’importanza risiede nella vetrina più che nel premio. Matteo Negrin, sollecitato dalla presentatrice, conclude il giro di interventi dei giurati raccontando la necessità delle iniziative sul suo territorio – e non solo aggiungiamo – per preservare la danza. Gabriella Stazio tira le somme della serata intensa, ringraziando coreografi, giuria e teatro e invitandoci alla prossima edizione.
Foto Pasquale Ottaiano