Empty Bodies
"Empty Bodies" di Karolina Kroczak per la Zawirowania Dance Theatre di Varsavia. Foto di Claudio Malangone

AVELLINO – Ra.I.D. Festivals si sposta nella sua location autunnale: Palazzo Ducale Orsini, sede del Comune di Solofra. In questo luogo dal fascino storico, sabato 30 settembre il pubblico ha applaudito le artiste polacche della compagnia Zawirowania Dance Theatre di Varsavia. Il trio tutto al femminile si è esibito in Empty Bodies, coreografia di denuncia ambientale-sociale firmata da Karolina Kroczak. Prima della performance l’innaugurazione della mostra di ceramica e la lecture demonstration dedicata a Marcel Marceau, entrambi parte del progetto speciale Come as you are.

Incursioni nelle arti

Mentre il pubblico prende posto in platea e le luci in sala sono ancora accese, una voce femminile risuona nell’aria. Sul palco appare Monica Palese, attrice della compagnia teatrale Abito in Scena. Pantalone nero, giacca bianca, Palese racconta la vita e la carriera di Marcel Marceau, mimo francese di cui quest’anno ricorrono i 100 anni dalla nascita.

Ispirato da Chaplin e Buster Keaton, Marceau sceglie per il proprio alterego il nome “Pip”, omaggio al protagonista di Great Expectations di Charles Dickens. Realizza così il desiderio di creare “metafore con le mani”, di rendere la pantomima un linguaggio universale. Ma ciò che molti non sanno è il ruolo svolto da Marceau nella Resistenza francese durante la Seconda Guerra Mondiale. Un aspetto della sua vita emerso solo nel 2001, quando l’artista francese è premiato con la medaglia Raoul Wallenberg per aver salvato tanti bambini ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale.

Con sapiente variazione di ritmo e pause ad effetto, Monica Palese ha commosso il pubblico. Un racconto che omaggia il mimo e l’eroe di guerra. Maria Teresa Scarpa, direttore artistico di Ra.I.D. Festivals, ha ringraziato l’attrice e salutato gli spettatori. “La performance a cui avete assistito fa parte del progetto speciale Come as you are. Un progetto che non sarebbe possibile senza il sostegno del MiC e che sposa la vocazione di Ra.I.D. di realizzare delle incursioni nelle arti”

Il direttore artistico è passato poi a presentare Empty Bodies della Zawirowania Dance Theatre di Varsavia, “una compagnia che abbiamo fortemente voluto, qui, questa sera”

Un susseguirsi di immagini dense

Sullo sfondo di una cascata che si tuffa nel verde, tre donne abbracciate sono sedute per terra. Jeans scuri, torso nudo, le danzatrici sembrano imitare i petali di un fiore che sboccia. Agiscono infatti sul palco assumendo sembianze di piante, animali, indefiniti esseri viventi.

La più grande delle tre – Elwira Piorun, co-fondatrice della compagnia – si distacca dal gruppo, indossa una veste, assume il ruolo di madre tanto amorevole quanto costrittiva. Passa il testimone alla seconda delle interpreti che a sua volta veste la più giovane, bambola di pezza nelle mani delle altre due. Carne da macello, la danzatrice è del tutto inerme mentre le altre la strattonano in giro per il palco commentando, in polacco, i prezzi di vari interventi di chirurgia estetica. Sullo sfondo sono infatti proiettati nudi perfetti.

In un crescendo di musica ossessiva e immagini in sequenza psichedelica – paesaggi naturali deturpati da rifiuti in plastica, produzione industriale di cibo, persone che vivono in condizioni di povertà – il trio conduce una lotta spietata. Ma quando lo scontro ha termine ciò che resta è solo devastazione.

Empty Bodies, coreografia di Karolina Kroczak, è un susseguirsi di immagini dense. Le tre artiste potrebbero rappresentare le tre età della donna, una simbologia archetipa che si specchia nell’uso dei colori – prevalgono appunto il nero, il rosso e il bianco. Le differenti età potrebbero anche alludere all’ineluttabile: il passare del tempo, il disfacimento del corpo. Da qui un parallelismo tra la “plastica” della chirurgia estetica e quella che inquina gli oceani, rappresentata in scena da un telo bianco, materiale per imballaggi.

Il telo assume sul palco molteplici significati: è coperta, abito da sposa, strumento musicale dal ritmo opprimente, corda con cui Piorun lega la più giovane delle danzatrici. Un altro tema che si potrebbe individuare è infatti quello delle “cattive madri“, come sembrano suggerire alcune foto che ricordano gli omonimi dipinti di Segantini.

“Non esiste un’interpretazione sbagliata”, rivelano infatti le danzatrici durante la chiacchierata col pubblico a esibizione terminata. Le interpreti di Empty Bodies sono state apprezzate per la notevole esecuzione tecnica oltre che espressiva interpretazione. Caratterizzate ciascuna dal proprio stile – manifestazione della diversa età, esperienza e background – le artiste sono state abili nel rendere omogenea e uniforme la danza nei momenti di insieme di Empty Bodies. Una sovrapposizione di situazioni che si svolgono in contemporanea in punti differenti del palco e si intrecciano in acrobazie, prese, floorwork dal ritmo incalzante che non lascia spazio a esitazioni.

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