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Emozioni che arrivano dall’Africa in “Without Color” di Gruppo e-MOTION

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In foto, un momento di Without Color del Gruppo E-Motion di Francesca La Cava.
In foto, un momento di Without Color del Gruppo E-Motion di Francesca La Cava.

ALGHERO – Mercoledì 13 ottobre, al Teatro Civico di Alghero, debutta Without Color, trilogia sull’abitare ideata da GRUPPO e-MOTION, con il contributodel Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo, della Regione Abruzzo, del Comune dell’Aquila e Operazione RESTART.La compagnia di danza abruzzese dà vita a una performance introspettiva e contemporanea sulla bellezza della diversità, in residenza presso lo spazio Torretta del Teatro Si ‘e Boi di Selargius e in scena nei teatri della Sardegna il 14 ottobre al Teatro Civico di Ozieri, il 15 alle Caserme Mura di Macomer e il 16 al Teatro Tonio Dei di Lanusei.

Emozione, gesto e comunicazione

Without Color racconta l’universalità delle espressioni emozionali e l’efficacia del linguaggio del corpo. Quattro performer appartenenti a culture diverse si confrontano sulla scena, scoprono le loro differenze e manifestano il proprio stupore attraverso i meccanismi dell’improvvisazione. La partitura gestuale degli interpreti si muove alla ricerca di espressioni vitali, movimenti naturali e dialoghi che costruiscono una narrazione tra il reale, il grottesco e il trascendentale, riscoprendo gli spazi nascosti della mente.

L’esistenza degli universali culturali è spiegabile, secondo molti antropologi, con le costanti fisiologiche che caratterizzano la specie umana: l’esistenza di due sessi, la debolezza fisica dei bambini o il bisogno di cibo. Le differenze fra i corpi vengono rappresentate attraverso la spontaneità dei danzatori che raccontano la loro storia dalla spensieratezza dell’infanzia fino alle consapevolezze dell’età adulta, ironizzando su alcuni stereotipi del pensiero occidentale.

Francesca La Cava: “Lo spettacolo è inserito in una Trilogia dell’abitare”

Si tratta di un progetto pensato e concepito in tanti anniafferma la regista Francesca La Cavae nasce dal desiderio di lavorare con dei danzatori di diverse etnie, considerando il mio grande amore per l’Africa. Lo spettacolo è inserito in una Trilogia sull’abitare, inteso anche come dimorare nel proprio corpo. È un approfondimento sul nostro essere e stare nel mondo che comincia proprio dall’epidermide: abitare la propria fisicità significa conoscere e approfondire quello che siamo. Non vuole essere un percorso guidato, non è un lavoro contro un luogo comune o sul razzismo, non ne voglio parlare perché per me è un fatto superato. Vorrei mettere a confronto tutti gli universali, ciò che appartiene a tutti gli esseri umani, i tratti comuni che caratterizzano qualsiasi etnia per arrivare a una contaminazione”.


Without Color: genesi

Without color si concretizza dopo l’esperienza di insegnamento della regista Francesca La Cava all’Accademia Nazionale di Danza a Donko Seko e al Conservatorio di Bamako (in Mali). L’idea e la necessità artistica di lavorare con performer appartenenti a culture diverse si sono fortificate nel corso del tempo e nonostante gli impedimenti legati alla pandemia, nel 2020 si sviluppa un lavoro che approfondisce lo studio del corpo e i meccanismi dell’improvvisazione.

La regia e le coreografie sono di Francesca La Cava e la collaborazione artistica è affidata agli interpreti Timothé Ballo, Sellou Blagone, Stefania Bucci e Antonio Taurino. La musica originale di Flavio Pescosolido parte da suoni tradizionali per evolversi in una chiave totalmente elettronica, una “non musica”, un qualcosa che non può essere descritto e che inizia dalla contrazione del respiro, atto di nascita della vita stessa.

L’aiuto alla drammaturgia è affidato ad Anouscka Brodacz, e Stefania Bucci è assistente alla coreografia. Le scene e costumi sono di Elisabetta Falqui, il disegno luci di Michele Innocenzi e le foto di Paolo Porto.

Per seguire la compagnia o prenotarsi per uno degli spettacoli, visitare il sito www.gruppoemotion.net .

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Danzatore, docente di danza e chinesiologo. Opera come performer e giovane autore in Borderline Danza di Claudio Malangone e collabora come danza-educatore con enti e associazioni. Attivo nel campo della ricerca pedagogico-didattica, porta avanti un'indagine sui vantaggi della danza come dispositivo di adattamento cognitivo e sociale.