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BERLINO – Dopo il debutto al festival Tanz im August 2018, presso l’HAU è tornato in scena l’ultimo lavoro di Constanza Macras dal titolo Chatsworth.

I protagonisti di questo spettacolo, in cui si fondono generi musicali e stili di danza molto diversi tra loro, ci raccontano di Chatsworth, un villaggio in Sud Africa, dove intorno agli anni ’50, a causa dell’apartheid, vennero trasferiti gli indiani che risiedevano a Durban.

Attraverso immagini proiettate sul fondale, racconti, canzoni, recitazione, musiche e balli folcloristici, vengono narrate e rappresentate, in una chiave gioiosa ed ironica, storie di sfruttamento, di violenza, di inganni e di soprusi.

Nonostante i temi trattati, le esibizioni – che spaziano dal musical tipo Broadway a quello in stile Bollywood -, sono una esplosione di colori e di energia.

Molto belli i momenti di danza tradizionale indiana e africana, un po’ meno quelli in cui i performer si cimentano con stili moderni e contemporanei. Tante le scene divertenti grazie agli espressivi interpreti protagonisti della serata. Molto bella anche la musica dal vivo. Un po’ ingombrante, invece, l’impianto scenografico.

Chatsworth è uno spettacolo il cui pregio principale, a dispetto dei contenuti grevi, è di essere leggero, pieno di una vitalità dirompente e contagiosa!

Last week, after the debut at Tanz im August 2018, the latest work by Constanza Macras entitled Chatsworth was on at the HAU.

The protagonists of this show, in which they mix musical genres and dance styles very different from each other, tell us about Chatsworth, a village in South Africa, where around the 50s, due to apartheid, the Indians – who used to live in Durban – were transferred.

Through images projected on the backdrop, stories, songs, recitation, music and traditional and folk dances, stories of exploitation, violence, deceit and abuse are narrated and represented in a joyful and ironic key.

Despite the topics covered, the performances – ranging from Broadway to Bollywood-style musicals, are an explosion of color and energy.

There are few beautiful moments of traditional Indian and African dance, but I found the parts in which the performers dance modern and contemporary styles less good. There are also many entertaining scenes, thanks to the expressive interpreters, protagonists of the evening. Live music is very beautiful too. The scenography, instead, was rather cumbersome.

Chatsworth is a show whose main value, in spite of its heavy contents, is to be light, full of a disruptive and contagious vitality!

Nicola Campanelli

 

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Danzatore per la Compagnia di danza contemporanea “Connecting Fingers”, di base a Berlino, dove collabora con coreografi e direttori artistici di fama internazionale. E’ inoltre istruttore di Pilates.