Amore a Roma
Maschere del Chhau Purulia adoperate nello spettacolo Amore a Roma di Carlo Lizzani con le coreografie di Maria Grazia Sarandrea

ROMA – Domenica 25 ottobre si è concluso lo spettacolo al Teatro Vittoria Amore a Roma a cui Maria Grazia Sarandrea ha preso parte come coreografa. Una commedia scritta e diretta da Carlo Lizzani.

Amore e metempsicosi

L’opera teatrale Amore a Roma, è ambientato appunto a Roma, la città eterna, carica di eventi, fatti realmente accaduti e leggende. Uno sguardo nel tempo dal 1300 ai giorni nostri.
È la storia di una coppia di innamorati che, attraverso la metempsicosi, si rincontra di vita in vita. È, quindi, la storia di una metamorfosi incentrata sull’amore, il sentimento umano che tutto può cambiare.

Il perno dello spettacolo è Mefistofele, un buon diavolo, come si dice nella commedia. La sua essenza è metafora dello spirito del teatro: luogo che rimanda a storie e personaggi di ogni epoca. Uno spazio in cui gli attori si trasformano per rappresentare emozioni, passioni, vita e morte.

Maschere del Chhau Purulia adoperate nello spettacolo Amore a Roma di Carlo Lizzani con le coreografie di Maria Grazia Sarandrea

Danza e teatro

Nel mettere in scena questa commedia, brillante e divertente, Carlo Lizzani ha coinvolto Maria Grazia Sarandrea.

Mentre scrivevo la commedia, alcune scene le ho pensate sapendo già che Maria Grazia mi avrebbe affiancato per le coreografie. Avendo visto i suoi spettacoli, conoscendo il suo lavoro teatrale. Era già nei miei pensieri che il mio spettacolo fosse pervaso dal suo stile, dalle atmosfere tipiche che lei riesce a creare. Il suo è uno gusto che si sposa molto bene con la mia idea di teatro. Il teatro che amo, infatti, ha a che fare con il rito, con il movimento, il ritmo e Maria Grazia in questo ha dato un apporto essenziale e significativo. (Carlo Lizzani)

Sono felice di aver trovato in questo lavoro con Carlo Lizzani un’apertura verso il linguaggio del corpo. Che il teatro recuperi questa forma di comunicazione è di fondamentale importanza. La frattura creatasi tra teatro e danza in occidente non corrisponde al rapporto sviluppatosi nelle civiltà orientali in cui le due arti convivono da sempre. Il linguaggio del corpo è una forma di comunicazione profonda e per esprimerla in scena è necessario svilupparla attraverso un training specifico, allenando l’attore a lavorare su nuovi equilibri, gesti, movimenti e ritmi per apportare una diversa energia. (Maria Grazia Sarandrea)

Maschere del Chhau Purulia adoperate nello spettacolo Amore a Roma di Carlo Lizzani con le coreografie di Maria Grazia Sarandrea

Il training con gli attori

Il training rivolto agli attori di Maria Grazia Sarandrea è basato sulle tecniche innovative da lei create, il Nataraja Yoga e il Tribal, danza e tamburi. Maria Grazia ha lavorato con numerosi attori tra cui: Caterina Vertova, Sabina Guzzanti, Margherita Buy. Ha svolto training per attori in diverse scuole di teatro tra cui la SPAS (Scuola Propedeutica Arti dello Spettacolo), diretta dal regista Stefanio Sabelli. Ha lavorato per l’Accademia del Cinema di Acerra e per il Teatro Cristallo di Bolzano. Ha seguito, inoltre, sul set Marianna Fontana per la serie TV Romulus di Matteo Rovere, in uscita a Novembre su Sky.

Il lavoro sul corpo consente all’attore di trovare nuovi strumenti per appropriarsi della propria fisicità, liberando muscoli e articolazioni dalle resistenze, realizzando un lavoro sulla consapevolezza, sulla coordinazione e sul ritmo. Si sviluppa così un corpo più presente e attivo, un corpo scenico capace di rendere più vivo il testo e più intense le azioni.
In particolare, la tecnica del Nataraja Yoga mira al riequilibrio di energie, allo sviluppo di una maggior consapevolezza corporea, all’eliminazione delle tensioni, al raggiungimento di una vera padronanza di sé. Il Tribal è una danza liberatoria e creativa che sviluppa forza, senso del ritmo e coordinazione.

Maschera del Chhau Purulia adoperata nello spettacolo Amore a Roma di Carlo Lizzani con le coreografie di Maria Grazia Sarandrea

Le maschere del Chhau Purulia

In questo spettacolo Maria Grazia ha utilizzato le maschere del Chhau di Purulia, una danza tribale che ha studiato in India. Gli attori e le attrici hanno indossato le maschere dei demoni, messi in scena da Maria Grazia come a voler riflettere l’aspetto demoniaco di Mefistofele in un’atmosfera carnevalesca.

La danza crea colori e trasmette uno spirito leggero di gioia e di divertimento. La maschera evoca una magia unica, antichi riti, simbologie archetipiche. Il teatro è il luogo degli incontri, uno spazio di comunicazione di linguaggi e culture diverse; il teatro è un mezzo per trasmettere insegnamenti e creare cultura, è un luogo di unione e arricchimento reciproco.

Maschera del Chhau Purulia adoperata nello spettacolo Amore a Roma di Carlo Lizzani con le coreografie di Maria Grazia Sarandrea

Il Teatro è un luogo sicuro

Il teatro è un luogo sicuro perché lavora nel rispetto delle regole per accogliere il suo pubblico. Anche il lavoro con gli attori si è svolto nel massimo rispetto delle regole e tutto è andato bene.

Certo è faticoso fare le prove con la mascherina, igienizzare spesso mani, mantenere le distanze. Ma queste sono le regole che tutti, per qualsiasi lavoro, sono tenuti a rispettare. Col nuovo decreto si è stabilito che i teatri rimarranno chiusi al pubblico.

Io spero che dalle ceneri di questo periodo possa rinascere una nuova realtà per l’arte, le artiste e gli artisti in Italia. E mi auguro, come accade sempre nella danza Chhau di Purulia, che il demone venga sconfitto per riportare la pace e l’armonia in tutto il paese. (Maria Grazia Sarandrea)

Maschera del Chhau Purulia adoperata nello spettacolo Amore a Roma di Carlo Lizzani con le coreografie di Maria Grazia Sarandrea

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Laureata magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II" nell'ottobre del 2019. Dal 2022 è giornalista pubblicista e socia di AIRDanza - Associazione Italiana per la Ricerca sulla Danza. Si occupa di Comunicazione dello Spettacolo e Servizi Editoriali.