Momix-Alchemy_4

Alchemy è il nuovo spettacolo creato da Moses Pendleton per la Compagnia dei Momix, i famosi danzatori-illusionisti che spopolano in tutto il mondo.

Martedì era la prima ed il pubblico era davvero numeroso ed anche rumoroso, per l’eccitazione ovviamente.

La danza e la coreografia sono matematiche, i danzatori forti tecnicamente ed emotivamente, gli effetti illusionisti sofisticati, delicati e sempre rispettosi del corpo. Lo spettacolo dal titolo Alchemy nasce da suggestioni dello stesso Pendleton in relazione ai quattro elementi e vuole riscoprire così il principio fisico dell’alchimia nell’arte e l’arte nell’alchimia, fisica ed emozione insieme.

Ed è proprio un mix di queste sensazioni che fanno scaturire al pubblico gli eccellenti interpreti.

Vedere i Momix e le idee di Pendleton significa assistere ad uno spettacolo completo: luci, effetti ottici, oggetti che si intersecano ai corpi, effetti ginnici e circensi. L’arte del movimento è sempre, però, la base di creazione dei lavori e di questo in particolare, in cui la coreografia non passa mai in secondo piano.

La prima parte comincia con un gioco dei corpi tra i pali, che simboleggiano la pioggia, l’acqua ed il varco, gli uomini e le donne con salti complicatissimi danzano intorno ai pali e ci si infilano dentro, muovendosi in cerchio e senza mai fermarsi. Alcuni movimenti sono scattosi e veloci, forti, ginnici, altri fluidi e legati. L’”illusionismo” comincia con una parte ironica (ogni quadro è diverso e simboleggia il richiamo agli elementi della natura) in cui le donne si presentano con seni e glutei enormi, ironici, come se fossero delle massaie nella cultura popolare.

Il rosso è il colore prevalente, soprattutto in questa prima parte.

Gli altri quadri, invece, sono delicati, magici, immettono in una dimensione onirica, i corpi sospesi si muovono in maniera aerea, leggera, e l’effetto, ovviamente, è reso in modo impeccabile.

Poi, le donne con delle lunghe gonne bianche danzano come se fossero oggetti mossi da calamite.

Le musiche sono molto evocative e si rifanno sempre ad effetti naturali e sono di autori che spaziano dai Liquid bloom ad Oreobambo ad Ennio Morricone e alcune sono anche colonne sonore di film.

Il contatto tra i corpi è molto valorizzato, forse la ricerca “alchemica” sta proprio in questo e nel rosso della passione che i costumi e la scenografia richiamano.

Illusioni che sperimentano passaggi da una dimensione all’altra, dove parti del corpo passano attraverso dei pannelli. Alcuni ingressi dei danzatori sono proprio dal fondale, cosa che, all’inizio, non si riesce proprio a capire, sembrano materializzarsi nel palco stesso.

Raffinatezza ed enorme sperimentazione sono alla base della visibilità dello spettacolo dei Momix, che, ogni anno, come una sorta di appuntamento fisso ed atteso, fanno emozionare e sbalordire il pubblico napoletano.

Questo spettacolo, credo, sia molto più umano e corporeo rispetto agli altri nonostante, appunto, la cura degli effetti è potente. Anche la corsa, il tempo, è uno dei temi trattati in una scena costruita in maniera sensazionale.

Credo che il tipo di lavoro svolto dal coreografo e dalla compagnia metta in azione una visionarietà ed un’immaginazione che toccano il mondo reale, non concetti filosofici o astratti ma immagini che rimandano ad emozioni e sensazioni molto umane, non distaccandosi, allora, dalla realtà, ovvero utilizzando gli effetti sempre all’interno di vari racconti.

Una “chicca” di cui, per fortuna, la città di Napoli può godere e di cui poterne approfittare per i tecnici del mestiere nel farsi ispirare da qualcosa che non perde mai il suo forte carattere di novità.

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