Alce, coordinate per esplorare il confine tra umano e animale
Compagnia Le Supplici

BOLOGNA – Sul palco del Teatro Duse, la sera del 21 marzo, Fabrizio Favale e la compagnia Le Supplici presentano Alce, un lavoro che detta le coordinate per esplorare il confine tra umano e animale indagandone i rapporti e le contaminazioni.

Danzatori come creature di un altro mondo

Animali antropomorfi, creature a cavallo di mondi, a tratti lunari a tratti telluriche. Ora slanciati e affusolati abitanti del cielo, ora pesanti e striscianti esseri della terra. Per Alce, il nuovo lavoro di Fabrizio Favale, i danzatori della compagnia Le Supplici diventano tutto questo e tanto altro. In un paesaggio rarefatto, si muovono tra sogno e realtà, ispirati nel corpo e nelle intenzioni dal mondo non-umano in tutte le sue manifestazioni.

Passi come falcate, piedi come zoccoli, andature diagonali e goloppate, slanci e scatti istintivi, braccia come tentacoli. Sulle teste antenne ricettive e robuste corna cheratinose, schiene invertebrate e zampe arcuate di insetto, mani come becchi o chele di granchio. Sul palco, i corpi avvolti in strette tute nere si raggruppano e si dileguano a ondate, diventando branchi di lupi, mandrie di cavalli, stormi di uccelli, sciami di formiche o creature indefinite di un mondo ultraterreno.

Ora sono un unico corpo collettivo, un grande polmone i cui moti di contrazione e rilassamento ritmano lo sviluppo dell’azione. Fulmineo è poi l’innesco che disperde l’insieme e ne scompiglia l’ordine: ogni corpo asseconda il richiamo di un organo diverso e assume il linguaggio di un’altra specie.

Leggerezza e potenza in una danza fatta di intrecci

Rituali di corteggiamento, battute di caccia, pinne a pelo d’acqua, piume variopinte che solcano l’aria: i duetti e gli assoli servono a queste creature proteiformi come pretesti per mettersi in mostra sullo sfondo di una storia del mondo in cui svariate popolazioni si incontrano e si intrecciano senza soluzione di continuità.

Fabrizio Favale affronta il tema del rapporto tra umano e non-umano con una dovizia di momenti coreografici impressionanti e una complessità tecnica ripetutamente costruita e stravolta. Le sequenze dei movimenti funzionano come coordinate per esplorare il confine tra umano e animale. “Stranamente più prossima a noi via via che allentiamo la nostra presa sul mondo, essa si rivela delicata, sottile, evanescente, eppure così densa di suoni, nuovi sensi dello spazio e del tempo, nuovi linguaggi, nuove proposte di relazione fra tutte le creature. Accende la fantasia umana ponendosi misteriosamente in relazione con il sogno”, dichiara in un’intervista.

La bellezza di una danza che serve a far riflettere

Sorgono spontanee le riflessioni sulla contrapposizione tutta umana tra civiltà e bestialità, sulla qualità delle relazioni che ci legano al mondo animale – sempre subordinato in una scala di specie sulla quale il sapiens svetta incontrastato, sull’usanza tutta nostra di antropomorfizzare l’alterità eterospecifica per rimarcare lo stesso ordine cosmico che ci vede padroni di ogni cosa. Alce detta le coordinate per esplorare il confine tra umano e animale: la bellezza e fluidità dei passaggi coreografici vi si appoggia sopra, ne smussa gli angoli più spigolosi e permette al pubblico di attardarsi sui dettagli e, forse, cogliere e immaginare multiformi intrecci multispecie.

Guarda qui il trailer.


Alce
Compagnia Le Supplici
con DANIELE BIANCO, DANIEL CANTERO, PIETRO CONTI MILANI, GIACOMO DE LUCA, CLAUDIA GESMUNDO, MIRKO PAPARUSSO, ANDREA RIZZO, DANIEL TOSSEGHINI, PO-NIEN WANG
coreografia FABRIZIO FAVALE
musiche di FENNESZ, JAMES HOLDEN, DARK MORPH, NATHAN FAKE, TEAM GHOST, JÓNSI & ALEX
scene, luci, costumi FIRST ROSE.
Con il contributo di MIBAC, REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Con il supporto di ATER / H(ABITA)T – RETE DI SPAZI PER LA DANZA / SEMENTERIE ARTISTICHE, CREVALCORE; TEATRO CONSORZIALE DI BUDRIO; REGIONE LOMBARDIA E FONDAZIONE CARIPLO PER IL PROGETTO NEXT
Si ringrazia TEATRO DUSE BOLOGNA E DAS BOLOGNA, PER LA GENTILE CONCESSIONE DEGLI SPAZI PROVA

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Laureata in Letterature comparate e postcoloniali all'Università di Bologna, combina la passione per la lingua e l'interesse per la danza scrivendo e conducendo ricerche nell'ambito della scena performativa contemporanea. Parallelamente all'impegno accademico e a quello giornalistico, porta avanti collaborazioni come dramaturg della danza e percorsi di ricerca personali come performer. Si occupa inoltre di organizzazione e promozione culturale collaborando con enti del terzo settore che si muovono tra danza e comunità.