Marta Bellu

LIVORNO – Sarà un’esplorazione musicale e visiva degli ecosistemi al limite tra ambiente terrestre acquatico a concludere, martedì 18 aprile (ore 18.00) al Teatro Nardini di Rosignano Marittimo (Livorno, via dei Lavoratori 23), la stagione 2022/2023 di incontri, spettacoli e prove aperte firmata Fondazione Armunia, con la direzione di Angela Fumarola e il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Toscana e Comune di Rosignano Marittimo.

Prima assoluta per lo spettacolo che chiude la stagione della Fondazione Armunia

Nato a seguito di un periodo di residenza negli spazi della Fondazione, lo spettacolo firmato Collettivo Trifoglio sarà una prima messa in scena con protagonista la danzatrice Marta Bellu. Il luogo di incontro tra acqua e terra è la superficie liminale dove ha luogo il riflesso, uno spazio bucato del linguaggio che contiene la compenetrazione di mondi simultanei. L’acqua incrocia le immagini, interroga la visione e la rigenera aprendo nuovi piani del possibile: possiamo vedere a piacimento il fondale immobile o la corrente, la riva o l’infinito. Abbiamo il diritto ambiguo di vedere e non vedere. Acquitrini, con le musiche di Donato Epiro e le luci di Andrea Sanson, è ricerca all’interno del linguaggio, dove la liquidità è principio costitutivo e compositivo. È elemento generativo della forma che permette a un’espressione fluida di attraversare la struttura spazio-temporale della composizione, diventando luogo dove è possibile far coesistere una simultaneità di presenze (ingresso 3€).

Il Collettivo Trifoglio è composto da Donato Epiro, Marta Bellu e Andrea Sanson

Il Collettivo Trifoglio è composto da Donato Epiro, biologo, compositore e musicista polistrumentista la cui ricerca è incentrata sul rapporto fra suono e ambiente naturale intrecciando tematiche ecologiche, antropologiche e fantastiche; Marta Bellu, danzatrice, coreografa e psicologa che pone il lavoro coreografico in dialogo col linguaggio e la composizione musicale, soffermandosi in particolare sulla relazione tra corpo, suono e luce come oggetti contemplativi, visivi e spaziali; Andrea Sanson, light designer e scenografo che indaga un sistema non solamente visivo ma anche sonoro/coreografico, un linguaggio legato alle componenti meccaniche e alla fluidità della tecnologia led che porta alla creazione di tessuti viventi, costellazioni di fonti luminose in movimento in costante rapporto di azione/reazione con il suono.

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