MILANO – Dal 12 luglio al 10 settembre Milano è Viva al Castello propone una rassegna di 58 performance live, tra musica pop, elettronica, jazz e classica, teatro, danza e spettacoli per bambini. Il programma, sostenuto dal Comune di Milano, è messo su nel meraviglioso Cortile delle Armi del Castello Sforzesco. E qui il 31 luglio torna Visioni in danza, appuntamento ormai conosciuto a cura della Compagnia Lost Movement e del Centro di Alta Formazione per la Danza ArteMente. È una serata in quattro tempi in cui i coreografi coinvolti insieme ai danzatori della Compagnia e del Centro riflettono sul tema dell’identità, delle relazioni e del limite.

Un evento atteso da molto

Ad aprire le danze è la coreografia di Giovanni Careccia e Christian Consalvo, After All. Performance, con Giovanni Careccia e Arianna Cunsolo, selezionata per la Vetrina della giovane danza d’autore – Anticorpi XL e Strabismi 2021. È un cerchio che non riesce a chiudersi, una relazione che si evolve, ma che in fondo rimane sé stessa e torna alla ricerca delle proprie origini.

A seguire, un evento atteso da molto: Charade di Riccardo Buscarini. Creata nel febbraio 2020 per il tour internazionale di EDGE, compagnia londinese, non è mai stata presentata a causa della pandemia. La coreografia ora prende nuova vita in un allestimento cucito addosso ai danzatori del Centro ArteMente. Tributo all’era impressionista, sia pittorica che musicale, Charade si articola in un gioco ironico dove individuo e collettività dialogano insieme.

Identità e comunità

Ma la serata è arrivata solo a metà delle sue proposte. Si continua infatti con Teseo di Nicolò Abbattista e Christian Consalvo. La Nave di Teseo è un manufatto in un museo. Quando le sue tavole di legno marciscono vengono rimpiazzate. Quando non ce ne sono più di originali, è ancora la Nave di Teseo? La creazione, interpretata da Enrico Luly, è stata scelta per il Solo Dance Contest all’interno del Gdansk Festival Tanca.

Visioni in danza termina poi con Sehnsucht, ancora di Nicolò Abbattista e Christian Consalvo. “Sehnsucht” è un termine quasi intraducibile che ha le sue origini nel romanticismo tedesco. Qui rappresenta il desiderio di raggiungere il limite che divide dal prossimo, di scovarlo, di mostrarlo, di toccarlo. In scena corpi soli ma dipendenti reciprocamente che indagano, in uno spazio comune, i propri limiti in relazione a se stessi, allo spazio, al tempo e all’altro. I danzatori entrano all’interno di un sistema di movimento in cui ogni elemento delinea le coordinate di partiture coreografiche sempre nuove. Così si cercano, si trovano ed esplorano il contatto.

Insomma una serata dedicata sicuramente alla danza, ma anche alla riflessione e alla ricerca. Vengono poste domande sull’identità, la relazione. Interrogativi che forse si tende a dimenticare ma che oggi più che mai appaiono fondamentali. In un mondo in cui l’individuo ha perso punti di riferimento solidi è necessario un lavoro di riscoperta e conoscenza del sé, dell’identità per arrivare a costruire un nuovo senso di comunità.

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