_ 1. Dolce Vita _ di Virgilio Sieni copia

Dopo lo spettacolo firmato da Anne Terese de Keermaeker, la rassegna di danza contemporanea del Teatro Gesualdo di Avellino, curata dalla coreografa irpina Adriana Borriello, propone sabato 15 novembre ore 21 un altro appuntamento di grande interesse: Dolce vita-Archeologia della passione, l’ultima creazione di Virgilio Sieni, coreografo e danzatore fiorentino conosciuto e apprezzato a livello internazionale diventato nel 2013 direttore della Biennale di Venezia settore danza. “Tra i pochissimi capaci tramite il movimento di dar vita a composizioni che parlano ancora dell’ ’umano’, delle sue debolezze e fragilità” ha scritto di lui Goffredo Fofi e “le cui opere si offrono come un pensiero in forma di danza e sulla danza” è il pensiero di Roberto Giambrone.
Lo raggiungiamo telefonicamente a Firenze, nella sede nella quale nell’83 ha fondato la Compagnia Parco Butterfly e nel ’92 la Compagnia che porta il suo nome.

Partiamo dalla sua ultima coreografia, che ha debuttato a Romaeuropa in ottobre e che vedremo ad Avellino: Dolce vita-Archeologia della passione. Cinque quadri ispirati al Vangelo. Come nasce questa idea?

Non è la prima volta che lavoro sulle sacre scritture. Qualche tempo fa ho realizzato un altro spettacolo ispirato al Vangelo con 27 quadri interpretato da 200 persone, molti amatori e un certo numero di danzatori. Dolce vita vede in scena solo 8 danzatori e prende vita da una riflessione sull’iconografia del dolore. Il corpo come fonte di ricerca ci conduce in una sorta di viaggio emozionale in cui la danza narra il presente attraversando il racconto evangelico della passione di Cristo.
I cinque quadri sono Annuncio, Crocifissione, Deposizione, Sepoltura, Resurrezione. Si è ispirato a una iconografia particolare?

Sono partito dal ‘300, dal tardo gotico, fino ad arrivare al contemporaneo a Francis Bacon e a Gerhard Richter. La mia è sempre una danza di ricerca che, in quanto tale, è in grado di attraversare i secoli.

Ma lei è credente?

Ho fede nel gesto. Credo che esista qualcosa che va aldilà di noi, una forza cosmica che attraversa le epoche e i mondi. E credo nella oralità che si ritrova nella storia di Cristo. Diciamo, quindi, che non sono credente ma non sono indifferente alla storia che ha influenzato e influenza tuttora la nostra vita.

Nei suoi spettacoli la musica è quasi sempre dal vivo. In questo caso, addirittura, un musicista è sempre in scena.

Un bravissimo musicista, Daniele Roccato, contrabbassista solista e compositore. Con me ha collaborato, prima che per Dolce vita, in altri due spettacoli: CORPUS – Deposizioni e visitazioni e Vita-Nova. Insieme stiamo anche lavorando a una Sagra della Primavera che prossimamente a Bologna. Amo molto il suo modo di lavorare e sono molto in sintonia con lui.

E’ per lei un periodo frenetico, di grande creatività…

Si, è vero, non posso negarlo. Nonostante la crisi che ci circonda, e il periodo di difficoltà che il nostro Paese attraversa vivo un momento di creatività e positività che sono felice di condividere con tante persone. Non è un caso se ho avviato tanti percorsi creativi diversi e in città diverse.

Insieme alla sua Compagnia affianca alla creazione di spettacoli un programma di ricerca, studio, diffusione del linguaggio coreografico contemporaneo articolandolo in progetti di residenza, produzione e formazione.

Un percorso cominciato oltre dieci anni fa e mai interrotto. Dal 2003 dirigo a Firenze Cango Cantieri Goldonetta e nel 2007 ho creato l’Accademia sull’arte del gesto in cui ho messo insieme performers amatori e danzatori professionisti in una condivisione che è soprattutto una condivisione di esperienze legate all’ arte, ma anche alla fragilità, all’ insicurezza di ognuno. Questo tipo di ricerca ha avuto una ottima risposta non soltanto a Firenze, ma anche in altre città dove ho creato gruppi simili di lavoro. Investo molto sui giovani, com’è giusto che si faccia. Ho dato vita anche a un progetto dal titolo ‘Cerbiatti del nostro futuro’. A differenza di altri paesi, in Italia si studia danza soprattutto nelle scuole private, mondi chiusi su se stessi. Io cerco di aprire le porte e di far colloquiare mondi diversi perché credo che questo faccia crescere tutti.

Com’è lo stato di salute della danza italiana?

Pessimo. Siamo in perenne urgenza ed emergenza. In Italia si è molto distratti dalle cliniche del benessere e dalle trasmissioni televisive… Bisognerebbe cercare di concentrarsi sulla propria energia e coltivarla. Lo Stato fa poco per la cultura o meglio non fa abbastanza, ma nonostante ciò ci sono esempi che funzionano e che andrebbero sostenuti perché fanno il lavoro del pubblico e del privato. Il problema dell’Italia è l’organizzazione. Il nostro Paese è incapace di organizzarsi forse proprio perché frammentato territorialmente. Da questa diversificazione bisognerebbe trovare energia, ma non è così.

Dal 2013 lei dirige la Biennale di Venezia, settore Danza. Come sta vivendo questa esperienza?

E’ una esperienza magnifica ed importante anche perché internazionale. E il mio programma artistico guarda soprattutto all’estero e a fare di Venezia una sorta di agorà in cui far incontrare e lavorare su più livelli i coreografi del mondo. Venezia non è Disneyland come a volte vogliono farla apparire e a me piace vederla e farla vedere in maniera diversa.

Il Ministero francese le ha dato una prestigiosa onorificenza nominandola Chevalier des arts et des Letteres. Forse anche l’Italia dovrebbe darle una onorificenza per tutto il lavoro svolto.

Qualche istante di silenzio che sembra imbarazzato, e poi esplode in una risata
Diventare direttore della Biennale è importante come una onorificenza. Mi basta questo!

Una ultima domanda. Ma ha un sogno nel cassetto che ancora non ha realizzato?
Vorrei far danzare tutta l’Italia!

Raffaella Tramontano

DOLCE VITA – Archeologia della passione

Compagnia Virgilio Sieni / Coreografie Virgilio Sieni

Interpretazione e collaborazione Giulia Mureddu, Sara Sguotti, Jari Boldrini, Ramona Caia, Maurizio Giunti, Giulio Petrucci, Claudia Caldarano, Marjolein Vogels

Musiche Daniele Roccato eseguite dal vivo

Luci Fabio Sajiz, Virgilio Sieni

Costumi Giulia Bonaldi

Maschera Giovanna Amoroso&Istvan Zimmermann, Plastikart Studio

Allestimento Viviana Rella

Produzione 2014 Compagnia Virgilio Sieni

Collaborazione alla produzione Romaeuropa Festival, Ert Emilia Romagna Teatro, Associazione Teatrale Pistoiese

La Compagnia è sostenuta dal Ministero dei beni e delle attività culturali del Turismo, Regione Toscana, Comune di Firenze

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