NAPOLI – Mercoledì 27 marzo (ore 21) al Teatro Nuovo di Napoli prende il via Quelli che la Danza 2019, ottava edizione della rassegna organizzata dal Teatro Pubblico Campano, che quest’anno proporrà cinque allestimenti, fra nuove e ricercate proposte della scena coreutica.

L’avvio della rassegna è stato preceduto, lunedì 25 marzo alle ore 11.00, sempre al Teatro Nuovo, dall’incontro Danza: i linguaggi del contemporaneo, un momento di confronto tra coreografi, performer, danzatori e operatori. Presenti Alfredo Balsamo, direttore del Teatro Pubblico Campano, Mario Crasto De Stefano, responsabile settore danza del Teatro Pubblico Campano, Alessandro Pontremoli, Presidente Commissione Consultiva Danza del MiBACT, Gabriella Stazio, Claudio Malangone, Annamaria Di Maio, Nyko Piscopo.

Dal 2015 Quelli che la danza rientra nelle attività multidisciplinari del Teatro Pubblico Campano per incrementare, attraverso la rete territoriale dei Comuni Associati, la programmazione di spettacoli coreutici.

Per l’anno 2019, con l’obiettivo di rendere più forte il rapporto fra le discipline della danza e il territorio, la rassegna Quelli che la Danza offrirà al pubblico la possibilità di assistere a performance d’importanti compagnie e coreografi italiani di lungo corso, Enzo Cosimi, Monica Casadei, Anna Redi, accanto a giovani coreografi e compagnie di nuovo corso, Daniele Albanese e Chiara Bersani (vincitrice tra l’altro del Premio Ubu per la danza 2019), toccando temi sensibili e delicati dei nostri tempi, come la disabilità, la teoria gender e l’universo femminile, per citarne alcuni.

Ad aprire la rassegna la Compagnia Stalker_Daniele Albanese con Von, idea e realizzazione di Daniele Albanese, che sarà anche in scena con i danzatori Marta Ciappina e Giulio Petrucci.

L’orizzonte degli eventi delimita in un buco nero un’immaginaria superficie di spazio-tempo che separa i punti da cui i segnali possono fuggire da quelli per cui ciò non è più possibile. Questa zona immaginaria di confine e di passaggio, tra ciò che è chiaro e leggibile e ciò che è oscuro e misterioso, è la zona d’indagine di Von.

Una riflessione sulla danza intesa come continua mutazione e trasformazione in rapporto con le forze che agiscono sui corpi e sullo spazio in una coreografia di movimento, luce e suono.

Giovedì 28 marzo sarà la volta di Chiara Bersani in scena con Gentle Unicorn, di cui firma anche ideazione e creazione, presentata da Associazione Culturale Corpoceleste_C.C.00#, Santarcangelo Festival, CSC – Centro per la Scena Contemporanea.

L’Unicorno, creatura senza patria e senza storia, è stato usato e abusato dall’essere umano, privato del diritto di parola. Ora Chiara Bersani desidera risarcirlo dei torti subiti. Regalargli una storia, un amore, una scelta.

Artista attiva nell’ambito delle arti performative e visive, la Bersani prosegue la sua ricerca sul corpo politico, con un ruolo sociale visto e interpretato, consacrando il proprio – carne, muscoli e ossa, cuore, occhi e respiro – all’unicorno, per risarcirlo dei torti subiti, regalargli una storia, una scelta.

La programmazione proseguirà, venerdì 29 marzo, con la Compagnia Enzo Cosimi in I love my sister, ideazione, regia, coreografia Enzo Cosimi, performer Egon Botteghi. E’ un’indagine sulla transessualità dei corpi che reinventano modalità inedite per abitare lo spazio fisico, urbano e sociale e che pagano il peso di un’invisibilità inflitta che relega ai margini le loro storie. I love my sister parla di persone in transito FtoM, ovvero transessuali dal femminile al maschile, storie che riverberano nuovi paesaggi dell’animo umano. La performance conclude la trilogia “Ode alla Bellezza – 3 creazioni sulla diversità”, una riflessione su figure emarginate nella società contemporanea, e coinvolge nel lavoro persone appartenenti a delle minoranze o interpreti non professionisti, rendendole protagoniste.

La giornata di sabato 30 marzo vedrà in scena la Compagnia Artemis Danza con Butterfly: Colori Proibiti, coreografia, regia, luci, scene e costumi di Monica Casadei.

Lo spettacolo è la tappa 2019 del progetto Corpi(n)azione_opera, che indaga i personaggi, i temi cardine e gli archetipi dell’opera lirica in chiave coreografica contemporanea. Con la Butterfly di Giacomo Puccini, opera eterea e rarefatta, ma al contempo potente, Monica Casadei torna alla tragedia dopo aver affrontato l’ironia (Il Barbiere di Siviglia, 2018) e la follia (Donizetti into a rave, 2017).

La profondità dell’attesa, pura e colma d’illusioni, di fronte all’infrangersi delle speranze crea inesorabilmente una voragine tra la realtà e ciò che avrebbe dovuto essere. La spaccatura è talmente profonda e violenta da portare Butterfly a compiere il gesto estremo, l’Harakiri: muto ma dichiarato, talmente dirompente ed esplosivo da poter essere paragonato a una deflagrazione silenziosa.

La giornata conclusiva della rassegna, domenica 31 marzo, è affidata a Chiaradanza con la performance La conferenza degli uccelli, dal testo di Jean-claude Carrière ispirato al Poema di Farid Uddin Attar Mantic Uttair, con Souphiene Amiar, Elena Baroglio, Roberto Caccioppoli, Francesca Luce Cardinale, Andrea Caschetto, Tommaso De Santis, Manuela Fiscarelli, Carolina Patino, Valeria Sacchi, per la regia di Anna Redi.

Quest’antico racconto del 1200 ci parla di un gruppo di uccelli che partono alla ricerca del loro re, il Simorgh. È un viaggio iniziatico alla ricerca del proprio sé più profondo e autentico, dove solo un piccolo gruppo sopravvive agli ostacoli, alle sette valli, e arriva. Stremati, dopo anni, si rendono conto che “Il Simorgh non era altro che essi stessi ed essi stessi erano il Simorgh”.

Il viaggio ci impone di farci leggeri, di spogliarci dei fardelli inutili, delle attitudini esteriori, di tutto quello che alla narrazione non serve, e soprattutto dagli attaccamenti e dai narcisismi che inquinano il nostro teatro.

Quelli che la danza 2019

27˃31 marzo 2019 @ Teatro Nuovo Napoli

Inizio spettacoli ore 21.00 (da mercoledì a sabato), ore 18.30 (domenica)

Ingresso euro 15 (intero), euro 10 (ridotto), card tre spettacoli euro 24

Info e prenotazioni al numero 0814976267email  botteghino@teatronuovonapoli.it

PROGRAMMA

Mercoledì 27 marzo, ore 21.00

Compagnia Stalker_Daniele Albanese

presenta

VON

idea e realizzazione Daniele Albanese

danza Daniele Albanese, Marta Ciappina, Giulio Petrucci

disegno luci Alessio Guerra

musica originale Lorenzo Donadei, Luca Nasciuti (ultimo assolo)

tecnica Jan Olieslagers

assistenza artistica Yele Canali

co-prodotto da Torinodanza festival / Fondazione del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, CDC – Les Hivernales / Avignon, Halles de Schaerbeek

con il sostegno di Garage 29/Bruxelles, Associazione Stalk / Parma Progetto

sostenuto da CollaborAction#3 – azione del Network Anticorpi XL,

in collaborazione con festival, rassegne e stagioni a cura di Anticorpi e Ater, Interplay, Piemonte Dal Vivo, Amat, Arteven, Artedanzae20, Teatro Pubblico Pugliese, C.L.A.P. Spettacolodalvivo, Armunia, FTS Onlus, Centro Santa Chiara Progetto

ostenuto da: Fondo per la Danza d’Autore Regione EmiliaRomagna 2015/2016

L’orizzonte degli eventi delimita in un buco nero una immaginaria superficie di spazio-tempo che separa i punti da cui i segnali possono fuggire da quelli per cui ciò non è più possibile.

Questa zona immaginaria di confine e di passaggio tra ciò che è chiaro e leggibile e ciò che è oscuro e misterioso è la zona di indagine di Von.

Una riflessione sulla danza intesa come continua mutazione e trasformazione in rapporto con le forze che agiscono sui corpi e sullo spazio in una coreografia di movimento, luce e suono.

Forze naturali, forze fisiche e forze politiche che mutano, distorcono e muovono i corpi e il loro incedere nel tempo, onnipresente personaggio di questo spettacolo.

Giovedì 28 marzo, ore 21.00

Associazione Culturale Corpoceleste_C.C.00#, Santarcangelo Festival,

CSC – Centro per la Scena Contemporanea (Bassano del Grappa)

presentano

GENTLE UNICORN

ideazione, creazione e azione Chiara Bersani

musiche Fran De Isabella

luce Valeria Foti

direttore tecnico Paolo Tizianel

consulenza drammaturgica Luca Poncetta, Gaia Clotilde, Clotilde Chernetich

coach Marta Ciappina

mentoring Alessandro Sciarroni

occhio esterno Marco D’Agostin

creazione realizzata presso le residenze artistiche Centrale FIES (Dro, Trento), Graner (Barcellona), Carrozzerie | N.o.T. (Roma),

con il Sostegno di Kilowatt Festival e Bando Siae Sillumina 2018.

Dell’Unicorno non si sa nulla. Le sue radici si sono perse nel susseguirsi di generazioni d’esseri umani distratti. Forse tutto è nato da un fraintendimento, dall’interpretazione sbagliata di manufatti coniati in India durante l’Età del Bronzo. Qui appariva una sorta di bue, raffigurato di profilo, avente un solo corno. Gli storici ritengono che, data l’iconografia bidimensionale dell’epoca, il secondo corno potesse essere semplicemente nascosto dal primo. Eppure bastò lo scritto di Ctesia di Cnido, storico dell’antica Grecia, in cui si narrava di un incontro con questo animale durante un viaggio in India, per dare vita ad una creatura dalle fragili origini. Cosa succede se nell’immaginario collettivo appare una figura dai tratti mitologici eppure orfana di un mito che ne motivi e descriva l’esistenza? Nasce un simbolo. Fragile. Sradicato. Perfetta vittima sacrificale per chiunque desideri riempirlo di significati. Così l’Unicorno ha cambiato nei secoli forma (“bue con un solo corno”; “un misto tra un cavallo e un asino”; “un cavallo con la barba, gli zoccoli da capra e la coda leonina”…), padri (da creatura pagana a simbologia papale), significati (da magico guaritore a custode della castità e della purezza delle fanciulle a difensore dell’ideologia cattolica dall’invasione turca…) fino a diventare un’icona pop contemporanea. L’Unicorno, creatura senza patria e senza storia, è stato usato e abusato dall’essere umano, privato del diritto di parola. Ora io desidero risarcirlo dei torti subiti. Regalargli una storia, un amore, una scelta. Chiara Bersani, artista attiva nell’ambito delle arti performative e visive, prosegue la sua ricerca sul corpo politico, con un ruolo sociale in quanto visto e interpretato, consacrando il proprio – carne, muscoli e ossa, cuore, occhi e respiro – all’unicorno, per risarcirlo dei torti subiti, regalargli una storia, una scelta.

Venerdì 29 marzo, ore 21.00

Compagnia Enzo Cosimi, MiBACT

presentano

I LOVE MY SISTER
ideazione, regia e coreografia Enzo Cosimi

regia video Stefano Galanti

drammaturgia video Stefano Galanti, Enzo Cosimi

testi Egon Botteghi e Enzo Cosimi

performer Egon Botteghi

video live Stefano Galanti

con il contributo di Armunia, nell’ambito del progetto a sostegno delle residenze di ResiDance XL – luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche azione della Rete Anticorpi XL – Network Giovane Danza D’autore coordinata da L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino e con il sostegno in residenza del Teatro Vascello di Roma.

Un’indagine sulla transessualità dei corpi che reinventano modalità inedite per abitare lo spazio fisico, urbano e sociale e che pagano il peso di un’invisibilità inflitta che relega ai margini le loro storie.

I love my sister parla di persone in transito FtoM, ovvero transessuali dal femminile al maschile. Storie che riverberano nuovi paesaggi dell’animo umano.

Ode Alla Bellezza, 3 creazioni sulla diversità, propone una riflessione su figure emarginate nella società contemporanea. La caratteristica è quella di coinvolgere nel lavoro persone appartenenti a delle minoranze o interpreti non professionisti, rendendole protagoniste. Gli allestimenti sono pensati per spazi non prettamente teatrali.

Nel 2015, è stata presentata, in co-produzione con Cagliari Capitale Italiana della Cultura, la prima tappa del progetto, La bellezza ti stupirà che ha coinvolto venti homeless, in un lavoro creativo sul territorio, che indaga la loro solitudine nell’età contemporanea.

Nel 2016 è stata la volta di Corpus Hominis, sul rapporto tra la vita/esistenza di omosessuali anziani e la contemporaneità. Il percorso è stato facilitato dagli incontri curati dal Cassero di Bologna e dal Circolo Mario Mieli di Roma.

Entrambi i lavori sono passati attraverso interviste video o audio che hanno portato una bruciante testimonianza delle scelte di vita delle persone coinvolte.        

Sabato 30 marzo, ore 21.00

Compagnia Artemis Danza

presenta

BUTTERFLY: COLORI PROIBITI

coreografia, regia, luci, scene e costumi Monica Casadei

musica Giacomo Puccini

elaborazione musicale Luca Vianini

drammaturgia musicale Davide Tagliavini

in collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo, Teatro Verdi di Pisacon

il contributo di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia Romagna – Assessorato alla Cultura, Provincia di Parma

Butterfly: Colori proibiti, è la tappa 2019 del progetto Corpi(n)azione_opera, che indaga i personaggi, i temi cardine e gli archetipi dell’opera lirica in chiave coreografica contemporanea.

Si giunge, con la Butterfly di Giacomo Puccini, a un’opera eterea e rarefatta, ma al contempo potente, con la quale Monica Casadei torna alla tragedia dopo aver affrontato l’ironia (Il Barbiere di Siviglia, 2018) e la follia (Donizetti into a rave, 2017).

La profondità dell’attesa, pura e colma di illusioni, di fronte all’infrangersi delle speranze crea inesorabilmente una voragine tra la realtà e ciò che avrebbe dovuto essere.

La spaccatura è talmente profonda e violenta da portare Butterfly a compiere il gesto estremo, l’Harakiri: muto ma dichiarato, talmente dirompente ed esplosivo da poter essere paragonato a una deflagrazione silenziosa. Alla tragedia di Hiroshima.

Alla partitura orchestrale raffinata ed evocativa di Puccini, si contrappone l’elaborazione musicale del compositore Luca Vianini, con incursioni elettroniche da apocalisse.

In uno spazio sonoro pietrificato, frantumato da fragorosi rulli di tamburi e deflagranti boati, si staglia, come un immacolato intarsio prezioso, La voce di Butterfly.

Il suo canto è emozione pura, che penetra i nostri cuori e le nostre viscere. Fino all’ ennesima violenta sferzata, che spegne tutte le coscienze, tutte le speranze.

Domenica 31 marzo, ore 18.30

Chiaradanza

presenta

LA CONFERENZA DEGLI UCCELLI

dal testo di Jean-claude Carrière ispirato al Poema di Farid Uddin Attar Mantic Uttair

con Souphiene Amiar, Elena Baroglio, Roberto Caccioppoli, Francesca Luce Cardinale, Andrea Caschetto, Tommaso De Santis, Manuela Fiscarelli, Carolina Patino, Valeria Sacchi

regia Anna Redi

Questo antico racconto del 1200 ci parla di un gruppo di uccelli che partono alla ricerca del loro re, il Simorgh. È un viaggio iniziatico alla ricerca del proprio sé più profondo e autentico dove solo un piccolo gruppo sopravvive agli ostacoli, alle sette valli, e arriva. Stremati, dopo anni, si rendono conto che “Il Simorgh non era altro che essi stessi ed essi stessi erano il Simorgh”.

Il viaggio ci impone di farci leggeri, di spogliarci dei fardelli inutili, delle attitudini esteriori, di tutto quello che alla narrazione non serve, e soprattutto dagli attaccamenti e dai narcisismi che inquinano il nostro teatro.

Cosa è la nostra originalità? La nostra natura? Possiamo portare un’essenza della napoletanità o di un modo di danzare vicino al volo?

Si tratta di creare uno spettacolo di narrazione di gruppo dove il testo prima di parlare al pubblico parli ad ognuno degli interpreti.

La semplicità e la ricerca di un livello intimo del teatro dove la Upupa, colei che è la guida, parli ad ognuno degli spettatori come fossero partecipi del viaggio.

Come la narrazione passa da un livello più denso, con caratterizzazioni degli uccelli che incarnano i vizi umani in modo molto esplicito ad un livello più sottile in cui i sopravvissuti al viaggio progressivamente si avvicinano alla propria essenza costretti dalle difficoltà così anche la recitazione andrà perdendo caratterizzazione per avvicinarsi al nucleo: l’essere umano che si pone di fronte a se stesso.

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