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Scapino Ballet Rotterdam non deve scomparire, al via petizione

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In foto, un momento performativo della compagnia Scapino Ballet Rotterdam.
In foto, un momento performativo della compagnia Scapino Ballet Rotterdam.

ROTTERDAM – Scapino Ballet Rotterdam è stata “diseredata”. O meglio, per dirla in termini “tecnici”, ne è stata consigliata l’esclusione dal finanziamento a sostegno delle attività del triennio 2021-2024. Semplice, chiaro e probabilmente anche giusto. Per il Council for Culture, ovviamente. Sicuramente non per chi conosce la storia della compagnia più “anziana” dei Paesi Bassi.

Scapino Ballet Rotterdam

La compagnia è stata fondata nel 1945 da Hans Snoek con l’obiettivo di “riportare il colore sulle guance dei bambini dopo la guerra“. Non nasce come compagnia di danza, ma lo diventa proprio grazie a questa convinzione. La danza è portatrice di cambiamento, gioia, vita e colore. Scapino Ballet Rotterdam muove dalla convinzione/consapevolezza che la realizzazione artistica ha valore solo quando vissuta e condivisa con l’altro. Non a caso, le sue produzioni sono available per tutti, soprattutto per chi “non capisce” di danza. Inoltre, la compagnia si auto-definisce non chic per l’audacia dei lavori che propone: l’obiettivo è conquistare, non farsi ammirare.

In tal senso, le produzioni proposte negli anni sono occasione per indagare intorno al mondo in cui viviamo. La danza è solo uno dei linguaggi prestati all’obiettivo: arte circense, musica d’opera e teatro sono altri strumenti nella loro metaforica “cassetta degli attrezzi”. Inoltre, la compagnia ha un occhio sempre vigile e attento alla formazione e allo scouting di giovani talenti, nonché a potenziali collaborazioni con centri di natura medico-terapica. Infatti, con il Child Diabetes Expertise Center è attiva una collaborazione proficua nell’erogazione di seminari di danza per giovani affetti da diabete.

Uno spiacevole equivoco?

Sapere di essere una realtà consolidata negli anni, una vera e propria istituzione da oltre 60 anni, anziana ma allo stesso tempo giovane, è una consapevolezza che accoglie con sgomento il “consiglio” del Council for Culture dei Paesi Bassi di non sostenere, per il prossimo triennio, le attività della Scapino Ballet Rotterdam. La sensazione è quella di essersi trovati in un grosso strano equivoco. Tale considerazione trova rinforzo in un passaggio altrettanto delicato nell’argomentazione di tal consiglio: pare che “chi” abbia consigliato di non erogare finanziamenti alla compagnia ne riconosca la solidità e l’eccellenza dei risultati. Tutto potrebbe tradursi con un “siete bravi, ma basta soldi: cavatevela da soli“.

L’iniziativa

Scapino Ballet Rotterdam ovviamente non ci sta e reagisce lanciando una petizione (sottoscrivibile al seguente link https://www.scapinoballet.nl/en/petition) che ha trovato già risposta in chi, nelle attività della compagnia, ci crede fortemente. Inoltre, molti artisti non hanno fatto mancare la propria voce. Jiří Kylián considera “impensabile un’Olanda senza Scapino Ballet Rotterdam“; Sabine Parmentier e Hanneke van Riel ritengono “inammissibile un consiglio del genere“; Marne van Opstal grida “oltraggioso!” e Jan Kooijman invita il ministro Van Engelshoven ad essere saggio e a non privare il grande pubblico di una compagnia dalla storia così gloriosa e ancora giovane.

Per concludere

Scapino Ballet Rotterdam non deve scomparire!” è un grido di protesta cui Campadidanza decide di aggregarsi con grinta e convinzione. La compagnia più antica dei Paesi Bassi, ma allo stesso tempo giovane e fresca nelle sue proposte per ogni tipologia di pubblico, non può essere omessa dai finanziamenti alle attività per il triennio 2021-2024. La speranza è che tutto si risolva per il meglio. Intanto, se sei d’accordo con noi, dai il tuo contributo firmando anche tu la petizione.

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Danzatore, docente di danza e chinesiologo. Opera come performer e giovane autore in Borderline Danza di Claudio Malangone e collabora come danza-educatore con enti e associazioni. Attivo nel campo della ricerca pedagogico-didattica, porta avanti un'indagine sui vantaggi della danza come dispositivo di adattamento cognitivo e sociale.