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Rassegna Incontri: Art Garage e Teatri Sospesi tra mito e contemporaneità

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In foto, Vincenzo Capasso interprete di Orlando di Serena Bergamasco e Carlo Roselli.
In foto, Vincenzo Capasso interprete di Orlando di Serena Bergamasco e Carlo Roselli.

SALERNO – La rassegna Incontri, diretta da Antonella Iannone e attiva sul territorio salernitano, ha portato in scena nella serata del 7 novembre 2021, presso la Sala Pasolini di Salerno, due lavori di realtà campane: Art Garage di Emma Cianchi e Teatri Sospesi di Serena Bergamasco e Carlo Roselli.

In scena due opere assai diverse, nel concetto e nella realizzazione, che però compongono una serata estremamente interessante che al pubblico restituisce riflessioni che incontrano mito e realtà. Orlando di Serena Bergamasco e Carlo Roselli per Teatri Sospesi (https://www.facebook.com/teatrisospesi/), Body Things – xxy Charapter 2 di Macia Del Prete per Art Garage (https://artgarage.it/) sono i lavori andati in scena.

“Orlando” di Serena Bergamasco e Carlo Rosselli

Chissà se Ludovico Ariosto avrà mai pensato che, prima o poi, lontano dai suoi occhi, la sua opera sarebbe stata rivisitata e messa in scena, danzata e interpretata, spogliata del medievale e vestita di contemporaneità. Questo è ciò in cui riesce l’opera di Teatri Sospesi di Serena Bergamasco e Carlo Roselli.

La scena è creata da una figura fanciullesca che porta in scena oggetti, li posiziona con minuzia, se ne prende cura, li testa perché saranno i ‘ferri del mestiere’, il megafono della storia che racconterà attraverso un viaggio arguto, faticoso, sospeso ma leggero. La ruota cartografica detta la linea narrativa, il nastro adesivo definisce gli spazi d’azione e assiste la strutturazione del personaggio, la danza ne sublima il racconto in una ritualità di movimento che va dalla ripetizione del gesto alla sua trasformazione, come in un gioco di continua frammentazione di sé.

Difatti, l’Orlando di Serena Bergamasco e Carlo Roselli, interpretato da un eccellente Vincenzo Capasso, sembra avere in sé più personalità che dialogano, si confutano, si schiacciano, si contendono. La comicità sottile e la relazione diretta con il pubblico nella creazione delle scene che compongono l’opera, avvicina gli spettatori, li porta in una dimensione intima che poi si scioglie nella serietà della restituzione motoria, ‘furiosa’ verso la fine dell’opera.

In scena due opere assai diverse, nel concetto e nella realizzazione, che però compongono una serata estremamente interessante che al pubblico restituisce riflessioni che incontrano mito e realtà. Orlando di Serena Bergamasco e Carlo Roselli per Teatri Sospesi (https://www.facebook.com/teatrisospesi/), Body Things – xxy Charapter 2 di Macia Del Prete per Art Garage (https://artgarage.it/) sono i lavori andati in scena.

“Body Things – xxy. Charapter 2” di Macia Del Prete

L’opera di Macia Del Prete, prodotta da Art Garage di Emma Cianchi, muove da una volontà chiara: raccontare il genere, indagare gli stereotipi, ripensare gli asset cromosomici che definiscono l’uomo e la donna. Tutto ciò è espresso in una performance piena di movimento, ricca di tantissima danza che il pubblico digerisce con stupore e anche fatica. L’intento narrativo è chiaro dal principio del pezzo, ma sembra smarrirsi in corso d’opera.

La narrazione è intermittente: si alternano momenti di vigorosa danza e momenti chiaramente interpretativi e restitutori dell’idea drammaturgica. Sembra mancare il ‘connettore’ tra le parti, come in un discorso chiaro da esporre ma irrisolto nella scelta delle parole. La danza è di qualità: fluida, sinuosa, incastrata, complicata, al confine tra un lavoro rigorosamente contemporaneo e specificamente modern.

La tematica gender sembra essere affrontata da una prospettiva ‘omologante’: stessi abiti, qualità pressocché identiche, estetica similissima. La gestualità a narrazione del tema risulta semplicistica e sconnessa dal resto dell’opera, probabilmente surclassata da una danza che non abbassa mai i ritmi, non modifica le sue forme generali, non si asciuga, parla sempre e fa rumore. Si prende la scena come giusto che sia, talvolta ‘distraendo’ dalla comprensione drammaturgica dell’opera.

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Danzatore, docente di danza e chinesiologo. Opera come performer e giovane autore in Borderline Danza di Claudio Malangone e collabora come danza-educatore con enti e associazioni. Attivo nel campo della ricerca pedagogico-didattica, porta avanti un'indagine sui vantaggi della danza come dispositivo di adattamento cognitivo e sociale.