ph Salvatore Pastore
ph Salvatore Pastore

Riapre al pubblico l‘Arena Flegrea rinnovata e all’apice della sua bellezza, espressione tangibile della maestosa architettura tipica del ventennio fascista. Imponente ed elegante, minimalista e allo stesso tempo estremamente ricca con la nuova direzione della famiglia d’imprenditori napoletani Floro Flores, già reduci del fecondo restyling dello giardino zoologico di napoli, l’Arena sa stregare chiunque sotto le stelle di un cielo napoletano sempre più ricco di appuntamenti culturali degni di nota. Grande successo Love Stories delle sorelle pianiste Katia e Marielle Labèque: un primo atto all’insegna della colonna sonora di West Side Story rivisitata e ri-arrangiata con la collaborazione di David Chalmin per la chitarra elettrica e gli effetti, e Raphael Sguinier per la batteria. Il primo tempo scorre via lento e romantico tra momenti musicali di adagio e altri invece brillanti e incalzanti durante i quali le due sorelle pervadono l’aria di energia e il pubblico, incantato all’inverosimile, scoppia in applausi e urla di approvazione. Geneviève Guinn, ballerina di flamenco, porta in scena un assolo dai toni decisi e contribuisce a rendere la serata unica nel suo genere per mescolanza di registri e varietà di sfumature. La calma e la pacatezza dei ritmi dolci di “Maria” e l’incalzante furia del pianoforte sulle note della celebre “America” accompagnano le nacchere e le gambe veloci nel buio dell’Arena.

Secondo tempo, cambio d’abito: la serata muta in qualcosa di inaspettato e le sorelle Labèque da protagoniste indiscusse della scena scivolano nell’ombra lasciando che i riflettori si accendano su sei ballerini uomini di breakdance e una danzatrice contemporanea, Maelle Dufour che, per la splendida qualità di movimento, a definirla “acqua”, non rende l’idea. Un Romeo e Giulietta in chiave ultra contemporanea di Yaman Okur, coreografo, tra l’altro, di Madonna e del famoso film Street Dance, sulle note della composizione originale Star Cross’d Lovers di David Chalmin. La musica delle pianiste Labèque ha senza dubbio saputo riempire la serata e renderla speciale, ma l’ingresso in scena della danza, per chi di danza si nutre, cambia tutto: completa un quadro che fino a quel momento sembrava essere manchevole di qualcosa e dona sfumature che la musica da sola non può rendere. Un connubio all’insegna dell’opposto: la breakdance e la danza contemporanea, il bianco e il nero della pelle, il pianoforte classico e la chitarra elettrica, il movimento fluido di Giulietta e quello spezzato e bloccato di Romeo e Tebaldo. Uno spettacolo Love Stories in cui la mescolanza di stili contrapposti ha donato magia e raffinatezza alla performance, un successo di pubblico che fa apprezzare le scelte di una direzione artistica nuova all’insegna della fusione di generi e dell’altissimo livello performativo.

Manuela Barbato

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