Photo Yan Revazov

BERLINO – Alla Deutsche Oper, ancora una volta grande protagonista è la danza.
Questa volta lo Staatsballett si confronta con tre dei più importanti coreografi contemporanei: Nacho Duato, Jiří Kylián e Ohad Naharin.

La serata si apre con Castrati, lavoro del 2002 del coreografo valenciano.
Una danza declinata interamente al maschile per un tema insieme delicato e violento.
Otto danzatori in corsetto e gonna nera che, sulle note di Vivaldi, si muovono sul palco sprigionando un’energia brutale, addolcita dall’agilità di corpi forti e scattanti.

Staatsballett-Berlin poto Yan Revazov
Staatsballett-Berlin poto Yan Revazov

Molto esplicita, ma elegantemente descritta, la rappresentazione della castrazione.
I danzatori si muovono in branco nel tentativo di evirare il giovane futuro eunuco che disperato, lottando in serrati duetti o difendendosi da movimentate aggressioni, cerca invano di sottrarsi al suo destino.
La danza, ricca di virtuosismi, trova nell’uso del pavimento e nella disarticolazione delle braccia la sua contemporaneità.
Coreografia dal potente impatto emotivo, fortemente coinvolgente.
Evidente l’influenza di Kylián ma, nonostante l’eccellente risultato, difficile per l’allievo superare il maestro.

Staatsballett-Berlin poto Yan Revazov
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La seconda coreografia ad andare in scena è Secus di Ohad Naharin.
Creata nel 2005 per la Batsheva Dance Company di Tel Aviv, Secus è la terza parte del più ampio lavoro Three.
Percorrendo diagonali, o attraversando il palco da una quinta all’altra, i danzatori – con costumi dai colori sgargianti – esplorano liberamente lo spazio circostante con ritmi vivaci e vibranti e con diverse dinamiche, frutto della tecnica Gaga.

Staatsballett-Berlin poto Yan Revazov
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Con il Gaga, parola che si riferisce ai primi suoni emessi da neonati, Naharin cerca di riportare il movimento alla spontaneità con la quale ci si muove quando ancora non si ha coscienza né si è condizionati dal linguaggio codificato del corpo. In particolare, si cerca di sottrarre il movimento alle ‘forzature’ cui le diverse tecniche di danza costringono il corpo.
I danzatori si esprimono con un linguaggio che mette in connessione le articolazioni con il personale sentire, escludendo gli sforzi dovuti ai tecnicismi.
Un breve momento di spensierata allegria che, in sintonia con l’atmosfera gioiosa sprigionata sul palco, si chiude con un brano dei Beach Boys!

Staatsballett-Berlin poto Yan Revazov
Staatsballett-Berlin poto Yan Revazov

 

A chiudere la serata è Petite Mort di Jiří Kylián.
Il titolo, che farebbe presagire un finale drammatico, riserva una sorpresa. In francese l’espressione Petite Mort è sinonimo di estasi dei sensi, sicché la coreografia, lungi dall’essere un richiamo alla morte, è un raffinato gioco di seduzione.

Staatsballett-Berlin poto Yan Revazov
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La coreografia datata 1991 è un capolavoro.
La danza con le spade, su musiche di Mozart, è un’incredibile prova di precisione e musicalità.

Staatsballett-Berlin poto Yan Revazov
Staatsballett-Berlin poto Yan Revazov

Sei danzatori e sei danzatrici danno vita a un perfetto quadro in cui ogni singolo gesto contribuisce a rendere questo pezzo un gioiello dall’estetica ricercata e sensuale.
La migliore conclusione per un gala in cui la danza è stata espressa ai suoi massimi livelli.

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Danzatore per la Compagnia di danza contemporanea “Connecting Fingers”, di base a Berlino, dove collabora con coreografi e direttori artistici di fama internazionale. E’ inoltre istruttore di Pilates.