Claudia D'Antonio e Salvatore Manzo
Claudia D’Antonio e Salvatore Manzo

Si è tenuto ad Avella, piccolo paesino in provincia di Avellino anticamente chiamato Abella, il primo gala l‘Abella Danza organizzato da Francesco Imperatore in ricordo di Ricardo Nuñez ad un anno dalla sua scomparsa. A pochi chilometri dal caos cittadino del capoluogo campano, dopo aver percorso un’autostrada che dritta s’insinua tra le campagne dell’entroterra, si arriva al paesino di Tufino e da lì la scoperta di luoghi antichissimi conduce il visitatore fino ad Avella e al suo anfiteatro romano risalente al I secolo a.c. L’atmosfera tra i monti è surreale e lo scenario naturale ha qualcosa di magico perché conserva ricordi ed eco di epoche gloriose se pur lontanissime. Gli antichi resti fanno da sfondo alla danza, ma la scelta di creare un fondale artificiale con pannelli scuri ha precluso al pubblico la possibilità di godere di uno scenario archeologico naturale mozzafiato.

Tanti gli ospiti che hanno risposto all’appello: Lienz Chang, maitre de ballet del San Carlo il cui sangue nelle vene è cubano come quello di Nuñez e che ha voluto esserci nonostante gli impegni per le imminenti rappresentazioni al Massimo napoletano, il coreografo di fama internazionale Luciano Cannito, Susanna Sastro, già ballerina solista per la Bejart Ballet Lausanne e oggi apprezzata coreografa di contemporaneo, Giovanna Spalice, già prima ballerina del San Carlo oggi insegnante di danza, Annalina Nuzzo, ballerina solista del San Carlo; e poi ancora tra le sedie e tra la gente si scorgono i volti di Umberto De Luca primo ballerino del Maggio Danza, Gennaro Maione danzatore e coreografo contemporaneo impegnato in questi giorni alla sua nuova creazione e Fritz Zami coreografo e maestro noto sulla scena hip hop

Il primo tempo della serata è dedicato alle esibizioni dei vincitori del concorso l’Abella Danza tra cui, a dire il vero, credo possano ritenersi degni di nota soltanto pochissimi nomi: il giovanissimo Ciro Lieto, Chiara Zincone, Ludovica Di Sauro e Rossella De Micco forti nella tecnica e sicuri nell’esecuzione.

Dopo la premiazione andata un po’ per le lunghe, e che ha fatto scivolare di molto l’orario in avanti, si è finalmente giunti al momento tanto atteso: l’esibizione dei professionisti. E allora giù con una carrellata di nomi già noti per le straordinarie esecuzioni e per la tecnica impeccabile.

Primo su tutti Salvatore Manzo che, con una splendida Claudia D’Antonio ballerina come lui del Teatro San Carlo, ha chiuso la serata di gala esibendosi nel suggestivo passo a due Mia eterna primavera per la coreografia di Francesco Imperatore – creazione scelta anche per la serata conclusiva del Festival della danza di Cuba-. Forza e leggiadria, spensieratezza e liricità, gioia e concentrazione, un gioco di opposizioni interpretative che hanno reso la coreografia già di per sé bella ancora più interessante. Ancora dal San Carlo la grazia di Alessandra Veronetti, prima ballerina del Lirico, conferma l’eleganza da cui è caratterizzata da sempre la sua danza e presenta l’unica coreografia della serata del maestro Nuñez ovvero la variazione della danza russa tratta da il Lago dei Cigni. Alessia Gay, prima ballerina del Teatro dell’Opera di Roma, porta in scena due variazioni, una neoclassica su musiche di Oderigi Lusi, e l’altra tratta dal 3° atto de la Bella Addormentata, mentre Gianluca Nunziata, già ballerino del teatro San Carlo, danza un omaggio alla terra accompagnato dalle note di Terra Mia di Pino Daniele.

Carlo De Martino, ballerino del San Carlo, è il primo a strappare al pubblico fragorosi applausi dapprima con l’ impeccabile esecuzione della danza russa da lo Schiaccianoci e poi per la coreografia di Mauro Astolfi forte e incisiva e decisamente nelle sue corde.

Dalla MM Company arrivano invece Lorenza Vicidomini e Paolo Lauri danzatori eccellenti e interpreti superbi della coreografia Narciso  di Michele Merola: forti, decisi, precisi e sicuri realmente padroni di ciò che danzano. Ancor degni di nota i lavori di Vincenzo De Rosa che porta in scena la sua coreografia Mescalina accompagnato da Livie Petillo e dalla violinista Shady Mucciolo e le esibizioni, tanto in assolo quanto in passo a due, di Francesca Riccardi e Vito Lorusso, entrambi danzatori del San Carlo.

Benedetta Imperatore, giovane ballerina e cantante con grande presenza scenica, porta invece in scena una voce possente e un canto sicuro tra le note di Caruso e di Cabaret, anche se  avrei preferito di gran lunga ascoltare la sua coinvolgente canzone dedicata a Nelson Mandela vero e proprio inno alla vita e alla gioia.

A chiudere definitivamente lo spettacolo ci pensa Elisabetta Carnevale con una coreografia/preghiera dedicata a Ricardo Nuñez, che però non incontra il mio gusto: decisamente statica ed eccessivamente plastica.

Il ricordo della serata vola fino al cielo accompagnato da romantiche lanterne cinesi. Il nostro pensiero cerca di raggiungere Ricardo Nuñez nella speranza che il suo lavoro e la sua dedizione incondizionata alla danza non vadano mai perduti.

Manuela Barbato

 

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