Svetlana Zacharova - foto di Luciano Romano
Svetlana Zacharova – foto di Luciano Romano

Ha centosettantaquattro anni e continua ad incantare le platee di tutto il mondo.
Potenza dell’arte che va dritta al cuore e sa emozionare senza se, senza ma.
Sono cambiati i gusti, le mode, i tempi e tanto altro ma Giselle ha continuato a sopravvivere.
Non c’è un altro balletto che nel breve spazio di due atti offra alla protagonista una così grande possibilità di esprimersi, tecnicamente ed espressivamente. Giselle è il supremo compimento del repertorio romantico ed è anche il balletto più rappresentato al mondo.
Caratteristica del genio è quella di non invecchiare mai, le ingiurie del tempo non l’assalgono e ogni epoca ridona a questo capolavoro una nuova giovinezza regalandogli al tempo stesso eternità. Un bel punto d’arrivo calcolando la superficialità dei nostri tempi che tutto macina, tutto cancella, tutto distrugge, tutto dimentica nella crescente frenesia del “nuovo”.
Nella storia del Teatro San Carlo di Giselle ce ne sono state tante, a cominciare da quella più famosa al mondo: Carla Fracci. Nel tempo i più agguerriti e severi critici ne hanno scritte di tutti i colori, due le frasi memorabili: “La Duse della danza” e “Le altre ballerine ‘interpretano’ Giselle, Carla Fracci ‘è’ Giselle”. Questo per dire che una volta raggiunta la vetta della montagna, si può solo scendere dall’altra parte. Andato in scena il 28 giugno 1841 all’Opéra di Parigi, Giselle ha un potere di seduzione altissimo. Questa piccola contadina che per amore perde la ragione e che dopo la sua morte ritorna come un’ombra inafferrabile a proteggere colui che la ama, riesce sempre a commuoverci. Storia di amore e di morte, di tenerezza e di inganno, di ingenuità e tradimento, di gioia e di vendetta. Ma soprattutto della forza di un sentimento, quello di Giselle, che va oltre la vita. A pensarci bene, Albrecht la inganna subito, nascondendo un petalo di margherita nel gioco amoroso ‘m’ama non m’ama’. Il destino era già stato scritto ma gli uomini, a volte, fanno dire ai fiori ciò che vogliono.
C’era una grande attesa in città per la nuova versione di Giselle, in scena al Teatro San Carlo, curata da Ljudmila Semenjaka- considerata tra i migliori maître de ballet viventi- con una delle stelle più luminose del pianeta: Svetlana Zacharova. La sua fama la precede. E’ un diamante raro.
La bellezza è abbagliante ma ancora di più la raffinatezza della sua tecnica, irraggiungibile per la perfezione con cui esegue ogni minimo passaggio, per le linee talmente lunghe e sinuose da lasciare a bocca aperta. Niente da dire sulla sua nota intensità espressiva, perché è una ballerina che danza col cuore. Domina la scena con la sua presenza ma decisamente Giselle non è il ruolo che la caratterizza al meglio, come Il Lago dei cigni o Bayadère in cui è veramente insuperabile.
Accanto a lei Ruslan Skvorcov, russo, non particolarmente degno di nota. Un principe poco regale nelle movenze, poco coinvolgente nella meravigliosa entrata del secondo atto (se il presente lascia a desiderare la memoria ritorna al passato…perfino il mantello nero di Rudolf Nureyev recitava!).
Incisivo Edmondo Tucci nel ruolo del guardiacaccia Hilarion e particolarmente strepitosa Luisa Ieluzzi nel ruolo di Myrtha, la regina delle Villi, limpida nell’esecuzione e molto sicura di sé a conferma di un forte temperamento artistico. Tutto il corpo di ballo, che fa capo al maître de ballet Lienz Chang, ha lavorato con grande serietà e rigore anche se ci si aspettava un maggiore coinvolgimento emotivo nella scena della pazzia, pietra miliare del balletto, che chiude il primo atto. Meravigliose le scene di Raffaele del Savio e particolarmente eleganti i costumi di Mario Giorsi e Giusi Giustino, da venticinque anni alla guida della sartoria del Teatro San Carlo, che hanno contribuito, con la musica struggente di Adolphe Adam diretta dal maestro Aleksej Baklan, a rendere Giselle uno spettacolo da non perdere. Nel secondo cast si alterneranno Yolanda Correa e Yoel Carreño con Anbeta Toromani e Alessandro Macario; nel ruolo di Hilarion, Ertugrel Gjoni e in quello di Myrtha, Annalina Nuzzo. Boati di applausi hanno accolto Svetlana Zacharova alla ribalta del teatro più bello del mondo, un’ artista schiva e rigorosa che è considerata la più grande ballerina del pianeta.
Elisabetta Testa

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