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La tecnica classica accademica / 1

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Cominciamo una nuova rubrica Pliè di pagina , letture ed approfondimenti che ci auguriamo creino interesse e curiosità in chi di danza vive, ma anche in chi la danza la conosce poco o voglia andare oltre l’attualità. Così come è sempre nello spirito del nostro dance magazine. 

Approfondimenti che pubblicheremo anche in più di una puntata.

A firmare la rubrica Gabriella Stazio, editore di Campadidanza, ma prima di tutto coreografa, danzatrice, manager culturale.

 

 

La tecnica classica accademica è la tecnica della danse d’ècole che dal ‘700 in poi si delinea e si definisce fino a stabilizzarsi in un insieme di norme che regolano la funzionalità estetica del corpo danzante occidentale. Si differenzia in vari stili come quello italiano, russo, inglese, francese, danese e poi anche americano, ognuno dei quali fa capo ad una scuola, ad un metodo, ad uno stile coreografico il cui contenuto è in relazione al periodo culturale, storico, artistico in cui si sono prodotti.

serge lifarIl termine tecnica accademica viene utilizzato per la prima volta da Serge Lifar nel 1949 e con tale termine egli si riferisce all’Accademia fondata nel 1661 da Luigi XIV  che si è occupata della codificazione della danza classica.

Il termine tecnica classica accademica è quindi equivalente al termine danza classica, in cui però si evidenzia la matrice della prima codificazione di questa tecnica avvenuta in Francia e dalla quale si diffonde in tutta l’Europa.

Appare complesso individuare le differenze esistenti tra i vari stili e le varie scuole , poiché la costante migrazione di maȋtre de ballet, coreografi, ballerini da una nazione ad un’altra, da una scuola ad un’altra, ha fatto sì che le caratteristiche di ognuna di esse si sia fusa, accavallata, integrata, contaminata con le altre ,rendendo a volte difficile la precisa individuazione delle peculiarità come della/delle paternità di ognuno di questi stili.

Mentre la classificazione delle posizioni dei piedi trovano tutti concordi, differenze si sviluppano nelle posizioni delle braccia e port de bras,nella classificazione degli arabesque così come nella terminologia dei passi.

Ad esempio la posizione delle braccia che per il metodo RAD è “bras bas”,per il metodo Cecchetti è la “fifth en bas” e per il metodo Vaganova è la posizione “preparatory”.cecchetti + lifar

Ognuno di questi stili sviluppa un programma completo di studio dall’allievo principianti al professionista ed ognuna di loro presenta i suoi punti di forza.

La trattatistica della danza classica ci dà modo di osservare le tappe della sua evoluzione e codificazione attraverso una strutturazione graduale e finalizzata che ha sviluppato un modello corporeo che da pratica popolare, rituale, ludica l’ha trasformata in un arte raffinata e simbolica. Da Domenico da Piacenza e Guglielmo Ebreo da Pesaro, fino a Carlo Blasis.

Il primato della danza italiana del ‘400,’500e del ‘600 ed espressosi con i primi trattati scritti da maestri italiani e stampati in Italia, viene soppiantato dal ‘700 in poi dalla danza francese. Tale “spostamento” geografico è uno dei segnali che indicano lo spostamento dell’asse politico e culturale tra i due paesi europei. La supremazia della danza italiana corrisponde infatti al periodo dell’Umanesimo e delle corti signorili italiane, modello politico e culturale per tutta l’Europa di quel periodo.

Nel corso del tempo inoltre la trattatistica della danza và chiarendo la sua funzione sociale e tecnicaIl controllo del corpo infatti è un requisito indispensabile per l’integrazione sociale con un alto livello di convenzionalità ed una forte valenza ideologica. Le “buone maniere” di cui la danza è parte, devono mettere in evidenza la bellezza, intesa anche come salute, la grazia intesa anche come destrezza nel movimento, ed il livello di conoscenza dell’etichetta.

L’abilità nella danza, la cui pratica richiede un allenamento lungo, complesso e costoso, indica la posizione sociale dell’individuo,così come la sua posizione spaziale nel disegno coreografico, indica la sua preminenza sociale.

La danza è una pratica ostensiva della corte e la moda di una danza piuttosto che di un’altra, sta ad indicare la preminenza politica della nazione in cui quella danza è nata o è in voga.

Il ruolo della trattatistica diviene quindi quello di chiarire la pratica della danza, in cui il corpo può esercitarsi sempre entro i confini della regola. E’ indispensabile poi nel corso del tempo spiegare ed eventualmente ridefinire le regole del corpo della danza, poichè mutando le norme del comportamento sociale, queste vanno di volta in volta riscritte e delimitate. Pensiamo ad esempio ai trattati seicenteschi in cui sono ammessi salti e virtuosismi che al contrario la severa etichetta del Settecento vieta a difesa del decoro dei cortigiani. Tali passi quindi non vengono più utilizzati in quel periodo. La regola della grazia, compostezza, portamento trovano una diversa applicazione nelle due epoche.

Gabriella Stazio

 

Accademia Vaganova – in copertina

Serge Lifar (1905-1986)

Enrico Cecchetti e Serge Lifar

 

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Direttore artistico, manager ed insegnante del centro internazionale "Movimento Danza”, fondato a Napoli nel 1979 ed accreditato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come "Organismo di Promozione Nazionale della Danza”. Coreografa e direttore artistico della pluripremiata "Compagnia Movimento Danza" e del "Performing Arts Group". Direttore artistico ed event manager di rassegne, festival, eventi e bandi di danza contemporanea. Promotrice italiana e direttore artistico della "Giornata Mondiale della Danza". Editore di "Campadidanza Dance Magazine". Presidente di "Sistema MeD - Musica e Danza Campania", associazione aderente all’Unione Regionale Agis Campania.