Home Attualità Spettacoli ed Eventi La giovane danza italiana protagonista della rassegna “Teatri di Confine” di Pisa

La giovane danza italiana protagonista della rassegna “Teatri di Confine” di Pisa

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Pisa – Dal 29 gennaio al 7 maggio 2019, torna a Pisa la rassegna “Teatri di Confine” dedicata alla contemporaneità e trasversale ai generi. Dal 3 aprile ben cinque saranno gli appuntamenti dedicati alla giovane danza contemporanea il scena al Teatro Verdi di Pisa. Aprirà la sessione danza della rassegna la Serata Explo con i lavori di tre coreografi giovanissimi selezionati fra coloro che hanno partecipato alla vetrina “Giovane Danza d’Autore” del Network Anticorpi XL di cui fa parte anche la  Fondazione Teatro di Pisa.

Seguirà, sabato 6 aprile, R.OSA. 10 esercizi per nuovi virtuosismi di Silvia Gribaudi.

R.OSA è una performance che si inserisce nel filone poetico di Silvia Gribaudi, coreografa che con ironia dissacrante porta in scena l’espressione del corpo, della donna e del ruolo sociale che esso occupa con un linguaggio “informale” nella relazionale con il pubblico. R.OSA si ispira alle immagini di Botero, al mondo
anni 80 di Jane Fonda, al concetto di successo e prestazione. È uno spettacolo in cui la performer è una “one woman show” che sposta lo sguardo dello spettatore all’interno di una drammaturgia composta di 10 esercizi di virtuosismo; è un‘esperienza in cui lo spettatore è chiamato ad essere protagonista volontario o
involontario dell’ azione artistica in scena; è una rivoluzione del corpo, che si ribella alla gravità e mostra la sua lievità. R.OSA fa pensare a come guardiamo e a cosa ci aspettiamo dagli altri sulla base dei nostri giudizi. Mette al centro una sfida, quella di superare continuamente il proprio limite. Con questo spettacolo Silvia Gribaudi è stata finalista al Premio UBU 2017 (categoria Miglior spettacolo di danza) e al Premio Rete Critica 2017; Claudia Marsicano ha vinto il Premio UBU 2017 come Migliore
attrice/performer Under 35.

E infine domenica 7 aprile sarà la volta di SAREMO BELLISSIMI E GIOVANISSIMI SEMPRE ideato da Marco Chenevier.

L’interprete, ingabbiato nel compito di dover realizzare uno spettacolo su Meister Eckhart, il mistico domenicano del XI secolo, si rende conto della difficoltà dell’operazione quando oramai è stato accettato l’incarico. La ricerca dell’interiorità, secondo Eckhart, deve essere perseguita nella dissoluzione dell’egoità cercando la solitudine interiore, distaccandosi dalla volontà dalla memoria, dai sensi e dal giudizio.
Dapprima adottando un atteggiamento intellettuale e analitico, il performer riprende i fondamenti della mistica di Eckhart tentando innumerevoli volte di tradurne almeno uno in uno spettacolo di danza. Ma nell’autocensura dei tentativi l’analisi si perde nella vana ricerca di un’idea drammaturgica che sembra continuamente fallire. Il malessere e le riflessioni vengono così condivisi con il pubblico in modo leggero e divertente in una parziale frattura del codice. Il ragionamento, esausto, porta il performer a chiedersi infine se non fosse sbagliato il processo in sé. La chiave di volta potrebbe essere quella di domandarsi quale sia il senso di un lavoro su Eckhart oggi, e se l’accusa di eresia che egli subì sette secoli fa non palesi un conflitto atavico tra potere ed interiorità. La vita del mistico e la sua ricerca del distacco si intrecciano con una riflessione sul ruolo dell’arte contemporanea nella società odierna, incentrata su modelli esteriori volti alla propaganda del consumismo. Forse Eckhart anche oggi verrebbe tacciato di eresia, non più dalla Chiesa, bensì dal Mercato.

 

Letizia Gioia Monda

 

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