«“Garbage girls” ha cambiato la mia poetica e la mia ricerca coreografica. Forse perché nasce in un momento personale di riflessione e di cambiamento». Francesca La Cava, direttrice della Compagnia di danza aquilana Gruppo e-Motion, ci parla così dello spettacolo che ha vinto il Bando SIAE “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”. Una vittoria grazie a cui questa produzione, che ha debuttato a Roma al Teatro Vascello ed è stata rappresentata nei più importanti festival nazionali e internazionali, darà il via nei prossimi giorni al suo tour in Europa. Il primo appuntamento è in Corsica: il 24 maggio ad Ajaccio e il 31 maggio a Bastia. Si proseguirà ad ottobre in Spagna (Madrid e Valladolid), a novembre in Ungheria (Budapest) e si concluderà in Francia (Marsiglia) nel mese di dicembre. «“Garbage girls” nasce nel 2012 ma viene realizzato nel 2014» dice la coreografa. «Lo spettacolo si è sviluppato grazie ad un’analisi del termine “rifiuto”, inteso sia come spazzatura che come categoria sociale: i rifiuti non umani e umani presenti nella nostra società consumistica, nella quale paradossalmente ciò che per alcuni è un rifiuto per altri è una possibilità». Diverse le fonti di ispirazione di Francesca: «Anzitutto gli oggetti abbandonati nelle piazze e nelle vie della città terremotata in cui vivo, L’Aquila. Poi sono intervenuti dei ricordi: le donne e i bambini che ho visto nei miei viaggi in Africa, la barbona di colore piena di felicità che vedevo spesso sotto casa, quando abitavo a Roma. Successivamente ho iniziato a osservare coloro che preferiscono vivere senza schemi, gli “outsiders”, e in particolare le donne, quelle che scelgono di vivere nell’ombra, quelle considerate rifiuto. Mi viene in mente Penelope Cruz nel film “Non ti muovere” di Sergio Castellitto. Ero piena di informazioni e da queste è iniziato un mio personale viaggio, che solo in un secondo momento ho deciso di portare in scena. Ho visto documentari, film e ho osservato la gente in strada. Mi sono astratta e ho visto nella condizione di emarginata una vita più libera e più vera, fuori dalle convenzioni. La rinascita sensoriale di queste donne: era questo il mio primo obiettivo e direi la mia prima necessità». La coreografa ha suddiviso lo spettacolo in scene che rappresentano i vari momenti della giornata: l’alba e il risveglio, il ricordo, la routine, il sogno, l’incontro, l’apertura dei sensi, la soluzione. «La quotidianità delle tre donne è fatta di avventure, ricerche, scoperte. Sono donne bambine. La creazione si astrae dalla realtà, talvolta è surreale, ma mantiene il vero attraverso la narrazione dei corpi con le loro partiture gestuali». La SIAE supporta, quindi, la compagnia nella distribuzione di questo spettacolo, nel quale sono coinvolti tanti giovanissimi: «La creazione è stata pensata e interpretata, oltre che da me “non under 35”, da un cast under 35: le due interpreti Valeria Russo e Roberta De Rosa, i compositori Lorenzo e Federico Fiume, i video-artisti Giovanni Sfarra e Luca Antonetti, ai quali si aggiunge un giovanissimo assistente per il disegno luci, Michele Innocenzi». Durante la tournée Francesca terrà dei laboratori finalizzati alla conoscenza della poetica corporea della compagnia. «Durante i laboratori si esploreranno i sensi e in particolare il senso del “tatto” per permettere la comunicazione tra lo spazio interno del nostro corpo e lo spazio esterno di ciò che ci circonda, affinando la memoria sensoriale per favorire la percezione del sé corporeo» spiega. «Una parte verrà dedicata all’improvvisazione individuale per incoraggiare la creazione di una personale espressività corporea e per risvegliare le capacità sensoriali e creative al fine di espandere la propria capacità di comunicazione con gli altri e con lo spazio. Maurice Merleau-Ponty in “Fenomenologia della percezione” osserva che i viventi, con la loro semplice presenza, danno allo spazio un senso che il mondo di per se non ha. Il corpo costituisce l’apertura percettiva al mondo, esso è il veicolo stesso dell’essere al mondo».

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