Frameworks_ digital as dance partner
un palcoscenico virtuale per ospitare una selezione di opere coreografiche pensate appositamente per il web

ROMA E’ andato in scena il 25 giugno sul sito romaeuropa.net  il progetto Digital As Dance Partner – FRAMEWORKS. Un progetto corealizzato da Romaeuropa nell’ambito del network europeo dedicato alla nuova danza Aerowaves.

FRAMEWORKS: un palcoscenico virtuale per ospitare una selezione di opere coreografiche pensate appositamente per il web.

Nata durante il periodo di lockdown Frameworks è un’iniziativa targata Aeworaves e Spingback Production. Gli artisti vengono invitati a immaginare delle possibilità di trasformazione dei supporti digitali in veri e propri partner di danza, esplorando i territori della coreografia in dialogo con le tecnologie interattive.

Partecipano a Frameworks con coreografie di una durata che va dai 5 ai 30 minuti: Léa Tirabasso (Regno Unito / Lussemburgo), Henrique Furtado e Chiara Taviani (Portogallo / Italia), Joy Alpuerto Ritter e Lukas Steltner (Germania), Máté Mészáros e Nora Horváth (Ungheria), Alessandro Carboni (Italia), Ekin Tunçeli (Turchia), Masako Matsushita (Italia) e Julien Carlier (Belgio).

I partner del progetto sono Fondazione Romaeuropa e BMotion / OperaEstate Veneto Festival per l’Italia. I partner internazionali sono: The Place (Regno Unito), National Dance Centre Bucharest (Romania), EN-KNAP / Spanski Borci (Slovenia), Dansens Hus Stoccolma (Svezia), Bora Bora (Danimarca), Mercat de les Flors (Spagna), O Espaço do Tempo (Portogallo) e Tanec Praha (Repubblica ceca).

I gruppi di artisti coinvolti Frameworks Digital As Dance Partner sono 8 da 8 differenti nazionalità

Máté Mészáros e Nora Horváth con FILTER OUT (LIVE – 15 min) useranno uno smartphone per creare un’esperienza visiva complessa. In grado di fare a meno delle luci teatrali e dei costumi.

Joy Alpuerto Ritter e Lukas Steltne con rOOms  (LIVE – 30 min) costruiscono un film interattivo in cui condividono la noia e la gioia vissuta durante il lockdown.

Julien Carlier con Through the wire (10 min) creerà un’esperienza in stile videoconferenza. La danzatrice tenterà una connessione con il chitarrista Gaëlle Solal attraverso un labirinto sia fisico che virtuale.

Chiara Taviani & Henrique Furtado Vieira presentano That time may cease and midnight never come (20-30 min) uno studio digitale dell’immaginazione attraverso la casa.

Léa Tirabasso mediante Octopus (10 min) effettua un’esplorazione digitale di una sezione della pièce La vita effimera di un polpo.

Alessandro Carboni con Unleashing ghosts from Urban Darkness (LIVE – 20 min) ha sviluppato, insieme ad altri 8 artisti situati in diverse località del mondo, un metodo coreografico che usa il corpo come “device”. Uno strumento per catturare ed estrarre eventi urbani e mappare ciò che accade in un posto dal punto di vista dell’estensione geometrica e temporale.

Masako Matsushita con Digging (20-30 min) utilizza lo strumento digitale e si focalizza in un intervallo di tempo che va dal pre-lockdown al post-lockdown.

Ekin Tunçeli in Somewhere Only We Know (LIVE) ha inserito un po’ di nostalgia per la vecchia danza, proprio quella in versione carne e ossa. Ha provato dunque a costruire una nuova danza interamente attraverso l’ironia sulla sua impossibilità.

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