Al Ridotto del Teatro Mercadante domenica sera è andata in scena la Folìa, o Follia in italiano. La danza popolare di origine portoghese che si diffuse in Europa nel XV e XVI secolo, ha successivamente dato vita a forme musicali e coreiche che hanno stimolato molti autori dal Settecento fino alla contemporaneità. L’Ensemble Dissonanzen ha guidato questo viaggio nel tempo all’insegna di una danza che al principio era gioia sfrenata e che poi, nella stilizzazione della danza di corte, è diventato un modo vivace di danzare, rispetto allo stile compassato delle danze di epoca barocca. Dissonanzen celebra quest’anno i suoi venticinque anni di esistenza e, tra le varie iniziative e spettacoli, ha dedicato una serata alla musica e alla danza, da sempre in simbiosi in molte delle loro esibizioni. La Folìa per Ensemble, si è aperta con  Gloria Giordano, docente di Teaoria della danza all’Accademia Nazionale di Danza di Roma e ricercatrice, che ha presentato estratti da Les Folies d’Espagne di Guillaume-Louis Pécour e Raul Auger Feuillet (1700-1704 circa) e dalle Folias di Juan Antonio Jaque, nella ricostruzione della coreografa e studiosa Anna Yepes. L’accompagnamento musicale, Folias echa para mi Seňora Doňa Tarolilla De Carallenos di Andrea Falconeri, è stato realizzato dall’Ensemble Dissonanzen e da Luigi Ceccarelli che ha curato una regia del suono rendendo agile il passaggio da sonorità antiche a quelle più moderne, come avvenuto nel caso dell’assolo di violino di Daniele Colombo che ha proposto la Follia di Krzysztof Penderecki composta nel 2013. Su questo brano si è incentrata la performance di Alessandra Petitti che con intensità ha attraversato varie interpretazioni della follia, dalla nevrosi moderna, all’isteria, alla estasi bacchica. Bello anche l’assolo di Giacomo Calabrese sul Ricercare a due voci di Vincenzo Galilei. La sua danza, fluida e dinamica è stata una giusta contrapposizione a quella più nervosa e spezzata della Petitti. Insieme hanno poi interpretato un lieve duetto sulle note della Follia di Arcangelo Corelli che ha concluso la serata. L’Ensemble Dissonanzen aveva in formazione, oltre al già citato Daniele Colombo al violino, anche Ciro Longobardi al pianoforte, Tommaso Rossi e Raffaele Di Donna, ai flauti. I costumi sono stati curati da Antonia Dilorenzo, mentre quello di Gloria Giordano è di Mimì Grassi. L’idea dello spettacolo è interessante ed è solo l’inizio di un progetto che può essere ulteriormente sviluppato mettendo a fuoco l’evoluzione dell’imprescindibile dialogo tra musica e danza, e del rapporto delle varie forme coreiche tra loro,  attraverso il trascorrere dei secoli.

Roberta Albano

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Docente di Storia della danza all’Accademia Nazionale di Danza di Roma è laureata al DAMS dell’Università di Bologna in “Semiologia dello Spettacolo”. Docente di danza classica abilitata all'AND, è critico di danza, studiosa e autrice di saggi e monografie sulla danza. Dal 1990 al 2014 è vicedirettrice dell’associazione Movimento Danza di Gabriella Stazio. E’ inoltre socio fondatore di AIRDanza - Associazione Italiana per la Ricerca sulla Danza.